Lo stato di salute dell’infrastruttura di ricarica

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Secondo la sesta indagine Motus-e sulla rete di ricarica nel nostro paese, negli ultimi anni l’Italia ha assistito a un significativo sviluppo della rete di ricarica per veicoli elettrici. Secondo gli ultimi dati aggiornati al 31 dicembre 2024, il numero complessivo di punti di ricarica installati ha raggiunto quota 64.391, distribuiti su 33.414 stazioni in 22.054 diverse località.

Purtroppo non tutti questi punti risultano attivi, il 16% è ancora in fase di connessione alla rete, un aspetto che, seppur in miglioramento rispetto al 2023, continua a rappresentare una sfida per la diffusione della mobilità elettrica nel Paese e l’ennesima dimostrazione di inefficienza della nostra burocrazia.

Un’Infrastruttura in costante crescita ma ancora disomogenea

Durante il 2024, il numero di punti di ricarica è aumentato di 13.713 unità (+27%), con una crescita parallela delle nuove località (+26%). Inoltre la tendenza mostra una progressiva diffusione di sistemi di pagamento più innovativi, come le transazioni con Carta di Credito (+3,5%) e la tecnologia Plug&Charge (+3,4%), segnale di un’infrastruttura che si sta evolvendo.

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In termini di potenza, il 78% dei punti di ricarica installati opera in corrente alternata (AC), mentre il 22% in corrente continua (DC). Il segmento della ricarica veloce in DC ha registrato una crescita significativa (+47%), con un forte incremento dei punti Ultra-Fast (> 150 kW). In particolare, nel corso dell’ultimo anno sono stati installati 6.494 nuovi punti in DC, di cui 1.341 con potenza Ultra-Fast, segnando un incremento dell’86% rispetto al 2023.

La distribuzione sul territorio: Nord avanti, Sud rincorre

Analizzando la distribuzione geografica, emerge ancora una forte concentrazione di punti di ricarica nelle regioni del Nord, che ospitano il 57% delle infrastrutture. Il Centro conta il 20%, mentre il Sud e le Isole si fermano al 23%. Lombardia, Veneto, Piemonte e Lazio guidano la classifica per numero di punti installati, con la Lombardia che si conferma la regione leader con oltre 11.000 punti attivi. 

Regione Installato  Installato AC Attivato AC Installato DC Attivato DC Tot Installato Tot Attivato
Lombardia 9.254 8.690 3.672 2.627 12.926 11.317
Lazio 5.186 4.320 1731 968 6.917 5.288
Piemonte 4.960 4.662 1.191 945 6.151 5.607
Veneto 4.843 4.243 1.037 801 5.880 5.044
Emilia-Romagna 3.962 3.744 1.124 906 5.086 4.650
Campania 3.461 2.283 669 328 4.130 2.611
Toscana 3.186 2.868 608 452 3.794 3.320
Sicilia 2.589 2.342 725 393 3.314 2.735
Sardegna 1.787 1.345 352 164 2.139 1.509
Friuli-Venezia Giulia 1.732 1.433 276 207 2.008 1.640
Trentino-Alto Adige 1.470 1.429 513 483 1.983 1.912
Liguria 1.413 1.337 551 303 1.964 1.640
Puglia 1.303 1.191 619 300 1.922 1.491
Marche 1.264 1.170 258 225 1.522 1.395
Abruzzo 1.106 966 196 147 1.302 1.113
Calabria 869 796 166 116 1.035 912
Umbria 731 639 133 107 864 746
Valle d’Aosta 665 545 115 91 780 636
Basilicata 303 276 61 39 364 315
Molise 269 185 41 27 310 212
Tot 64.391 54.093

A livello provinciale, Roma, Milano e Torino occupano le prime posizioni, mentre emerge la crescita di province come Brescia e Bergamo, che entrano nella top 10. Tuttavia, il divario con le regioni meridionali resta significativo, rendendo necessario un intervento mirato per garantire una maggiore uniformità nella copertura infrastrutturale.

Città  Abitanti Punti Ricarica Punti/1000 Ab. Punti/kmq
Roma 2.546.804 3.117 1,2 2,4
Milano 1.256.211 1.400 1,1 7,7
Napoli 1.004.500 1.235 1,2 10,6
Torino 865.263 1.056 1,2 8,1
Palermo 686.722 187 0,3 1,2
Genova 610.307 664 1,1 2,8
Bologna 371.217 398 1,1 2,8
Firenze 356.118 552 1,6 5,4
Bari 316.532 134 0,4 1,2
La ricarica in Autostrada: quali i progressi e quali le sfide

Il settore autostradale ha visto un importante sviluppo, con 1.044 punti di ricarica attivi nelle aree di servizio e altri 43 in fase di connessione. Attualmente, il 41% delle aree di servizio lungo la rete autostradale italiana dispone di almeno un punto di ricarica, con oltre la metà con potenza pari o superiore a 150 kW. Il numero delle installazioni in autostrada è cresciuto del 17% rispetto al 2023 con circa 15 punti di ricarica ogni 100 km,  si prevede un ulteriore ampliamento, anche in virtù delle nuove regolamentazioni in materia di concessioni per la ricarica.

Tuttavia non mancano alcune criticità, in particolare nelle regioni del Centro-Sud, dove la scarsa disponibilità di punti di ricarica sulle principali arterie autostradali costringe gli utenti a deviazioni significative, con conseguente aumento dei tempi di percorrenza e a una naturale propensione a non acquistare auto elettriche.

Italia ed Europa a confronto

Nel panorama europeo, l’Italia si colloca al sesto posto per numero di punti di ricarica installati, con 54.093 unità attive. In testa troviamo i Paesi Bassi (176.605 punti), seguiti da Francia e Germania. Per densità di punti di ricarica ogni km di rete stradale, l’Italia si posiziona al quarto posto, garantendo in media un punto di ricarica ogni 4,2 km. Per le infrastrutture in corrente continua, l’Italia si piazza al secondo posto con un punto di ricarica in DC ogni 24 km, dietro solo alla Norvegia.

Il rapporto tra infrastrutture e numero di veicoli elettrici circolanti rivela una discrepanza significativa rispetto agli altri paesi europei con cui si confronta il nostro paese, a dimostrazione della penetrazione ancora relativamente bassa della mobilità elettrica in Italia, fanalino di coda di questo benchmark.

La crescita delle immatricolazioni BEV (Battery Electric Vehicle) in Italia rimane inferiore rispetto a quella delle infrastrutture, con una quota di mercato inferiore rispetto ad altri grandi Paesi europei come Germania, Francia. La maggiore penetrazione di mercato è registrata nei Paesi Bassi che hanno immatricolato (percentualmente) nel 2024 sette volte le vetture eregistrate in Italia. Da notare l’effetto negativo sulla market share in Germania causato dall’eliminazione degli incentivi statali nel 2024.

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Penetrazione percentuale dei veicoli elettrici nei mercati europei

Una domanda che viene naturale porsi è quanto distino tra loro i punti di ricarica nel nostro Paese rispetto ai nostri vicini europei. In generale dobbiamo viaggiare mediamente 5 volte più di un abitante dei Paesi Bassi per trovare una colonnina qualsiasi, ma solo 2 volte i migliori, i norvegesi, per trovarne una in alta potenza.

In Italia abbiamo una colonnina ogni 4,2 km contro gli 0,8 km dei migliori della classe, appunto gli abitanti dei Paesi Bassi, e siamo i secondi in Europa con 23,8 km ad incontrare una colonnina in alta potenza contro i 10 km dei Norvegesi. Apparentemente, quindi, la nostra infrastruttura inizia a potersi confrontare con le migliori reti europee, con una ulteriore crescita pianificata per il 2025.

Quali strategie per il futuro?

Per supportare una crescita equilibrata della mobilità elettrica, è fondamentale intervenire su più fronti. Innanzitutto, serve una strategia per ridurre il numero di punti di ricarica non ancora attivi, accelerando i processi burocratici di connessione alla rete.

Inoltre, occorre potenziare le installazioni nelle aree meno coperte, specialmente nel Mezzogiorno e lungo le tratte autostradali ancora carenti. Un ulteriore elemento chiave riguarda il sostegno alla domanda di veicoli elettrici. Nonostante l’infrastruttura pubblica si stia sviluppando con rapidità, la scarsa diffusione di auto elettriche rischia di rallentare il ritorno sugli investimenti per gli operatori del settore. In questo contesto, incentivi mirati all’acquisto di veicoli BEV potrebbero contribuire a un migliore equilibrio tra domanda e offerta.

Infine, è necessario aggiornare il Piano Nazionale Infrastrutturale per la Ricarica dei veicoli elettrici (PNIRE), coordinando meglio gli investimenti pubblici e privati per garantire una crescita omogenea e in linea con gli obiettivi nazionali ed europei di decarbonizzazione. L’Italia ha compiuto progressi significativi nello sviluppo della rete di ricarica ma la strada per una mobilità elettrica realmente capillare e accessibile è ancora lunga.



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