In bilico anche Urbino, nelle Marche il caso delle crisi del centrodestra nei Comuni. Ma la coalizione assicura: “Uniti siamo vincenti”

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Come sta il centrodestra nelle Marche? In meno di un anno tre comuni guidati nella Regione del governatore Francesco Acquaroli (Fdi), modello per il governo Meloni, hanno visto cadere le loro giunte: a Sud Sant’Elpidio a Mare (Fermo), nell’area centrale a Osimo (Ancona), a Nord Urbino. In quest’ultimo caso si attende di capire se il sindaco confermerà o meno le dimissioni. In tutti e tre i casi a decretare la crisi politica sono state spaccature interne alle rispettive maggioranze. Magari è solo una casualità e magari i temi delle liti sono più locali di come sembra. Ma sono fratture che spaventano i vertici regionali del centrodestra perché tra pochi mesi si vota. Da Fratelli d’Italia e Forza Italia ostentano sicurezza: “Siamo uniti e compatti”. Opposizioni, invece, all’attacco: “Tra di loro chiare guerre di potere”. Le regionali si terranno tra primavera e autunno e almeno c’è un solo candidato: proprio il presidente uscente, fedelissimo della premier. Per il centrosinistra, invece, il nome (non ufficiale) sarebbe quello dell’ex sindaco di Pesaro e oggi eurodeputato Matteo Ricci (Pd). Ma occhio al centrino ed all’ex presidente Gian Mario Spacca: il suo movimento Base Popolare Marche dovrà decidere da che parte stare e la destra se lo sente già dentro casa.

I guai di Urbino
Urbino è l’ultimo tassello caduto. Il sindaco Maurizio Gambini (che governa dal 2014 come civico ed è appoggiato da Forza Italia e Lega) ha dato le dimissioni. “Non sono ricattabile e nessuno mi mette sotto scacco” ha detto puntando il dito contro un gruppo (civico) uscito proprio da una costola della sua lista. Ma dietro ci sarebbero anche i rapporti tesi con il partito di Forza Italia. Situazione delicata su cui anche il governatore Acquaroli ha sentito il bisogno di intervenire: “Mi aspetto che prevalga il senso di responsabilità politica nei confronti degli impegni presi. L’auspicio è che Gambini possa, insieme alla sua squadra, trovare risposte in questo momento di confronto per un rilancio dell’attività amministrativa”.

Le altre spaccature
Prima di Urbino, il caos c’era già stato a Osimo e Sant’Elpidio a Mare. Nel primo caso a lasciare è stato il sindaco Francesco Pirani e anche qui il motivo è dato dalla rottura tra il centrodestra “tradizionale” e le liste civiche centriste legate al (potente) presidente del Consiglio regionale Dino Latini (Udc). Una lotta di potere interna che porterà Osimo (ancora) alle urne a fine maggio. Ma mentre il centrosinistra ha trovato una quadra sul candidato – l’ex assessora del Pd Michela Glorio – la destra bisticcia ancora mettendo i bastoni tra le ruote ad Acquaroli nella sua corsa al secondo mandato. E a nulla è servito il tentativo di far scendere in campo, circa due settimane fa, il centrista Raimondo Orsetti (del movimento Base Popolare Marche di Spacca), durato quanto un gatto in tangenziale: candidatura presentata e ritirata in appena quattro giorni.

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Tornando ancora più indietro poi c’è il caso del Fermano. A Sant’Elpidio a Mare, dopo la chiusura delle urne dello scorso giugno, nove consiglieri comunali hanno presentato le loro dimissioni facendo cadere l’amministrazione del sindaco Alessio Pignotti appoggiato da Forza Italia e Lega (FdI in questo caso è all’opposizione). E adesso con un commissario prefettizio in comune ed elezioni previste la prossima primavera, il centrodestra anche qui litiga: FdI, Lega, Noi Moderati (in coalizione) da una parte, mentre dall’altra resta Forza Italia.

“Tensioni normali”
Ma le divisioni a livello locale non impensieriscono chi siede in Regione. “Come gruppo di centrodestra siamo uniti e compatti”, dice a ilfattoquotidiano.it Jessica Marcozzi, capogruppo di Forza Italia. “Penso sia normale che nei comuni possano esserci delle diatribe – continua – ma in tutti e tre i casi nascono da liste civiche. Il nostro partito non c’entra nulla”. Solidità dell’asse di centrodestra anche per l’eurodeputato Carlo Ciccioli (FdI): “Sul territorio, uniti, siamo vincenti”, mentre “nei piccoli e medi comuni possono verificarsi situazioni di litigio ma basti pensare al governo nazionale: anche lì esistono tensioni”. Dall’opposizione il messaggio è un altro: “La destra marchigiana ha una classe politica mediocre” afferma a ilfatto.it Matteo Ricci (Pd) che sui comuni persi dal centrodestra non ha dubbi: “A Osimo andremo a vincere e spero si possano aprire nuovi scenari e alleanze larghe – continua – A Urbino mi sembra una pessima sceneggiata del sindaco che i cittadini non meritavano”.

Le elezioni regionali
All’orizzonte le urne delle Regionali. E il riferimento di Ricci alle “alleanze larghe” riporta alla mente che un ago della bilancia può essere tra gli altri il movimento di centro dell’ex governatore Spacca. “Alla metà di aprile – dice a questo giornale – faremo una conferenza programmatica in cui decideremo se andare con il centrodestra o con il centrosinistra”. Ma a destra già se lo sentono dalla loro parte perché i suoi discorsi “convergono su una progettualità comune e poi è uscito in polemica con il centrosinistra”, aggiunge Ciccioli. “I nostri interlocutori privilegiati – chiarisce da parte sua Ricci – sono i partiti di opposizione a iniziare da M5s, Avs e forze riformiste e solo dopo credo ci si può allargare al dialogo alle forze civiche”.



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