ecco la classifica delle regioni più virtuose

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Con 3,2 tonnellate di gas serra per abitante, la Campania si conferma la regione con le emissioni pro capite più basse, seguita da Lazio (5 tCO2eq/ab) e Marche (5,5 tCO2eq/ab). La Liguria, grazie in particolare al progressivo abbandono del carbone, è quella che le ha ridotte più di tutte, con un -65% tra 1990 e 2024 (quindi ben oltre l’obiettivo comune europeo al 2030 del -55%), seguita da Veneto e Puglia, rispettivamente a -35 e -34%.

È possibile oggi stilare una classifica delle regioni che più stanno correndo verso gli obiettivi di decarbonizzazione comunitari fissati per il 2030 grazie a Ciro. Che non è il nome di una persona, bensì l’acronimo del programma Climate Indicators for Italian RegiOns, realizzato da Italy for Climate (centro studi della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile) in collaborazione con Ispra. A un anno dal lancio dell’iniziativa, ora si può tracciare una mappa dettagliata del cammino delle regioni verso la neutralità climatica, mostrando come il Paese stia proseguendo nel suo impegno per la transizione ecologica.

Ciro è il primo database italiano dedicato al monitoraggio e al confronto delle performance ambientali regionali. Si tratta di uno strumento che analizza e mette a confronto dati e buone pratiche ambientali adottate dalle Regioni italiane per accompagnarle nel percorso verso la decarbonizzazione attraverso un database articolato in 26 indicatori suddivisi in 8 aree tematiche: emissioni, energia, rinnovabili, edifici, industria, trasporti, agricoltura e vulnerabilità. A questi si uniscono degli indicatori originali che offrono alle Amministrazioni locali e al dibattito pubblico una visione chiara e aggiornata sulle criticità e sulle migliori strategie da adottare attraverso best practice, progetti e performance particolarmente meritevoli.

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Ebbene, la fotografia scattata da Ciro per quel che riguarda le emissioni è quella sintetizzata nei dati citati in apertura, ma lo strumento messo a punto da Italy for Climate e Ispra fornisce numerose altre informazioni. 

Ecco quel che riporta riguardo le energie rinnovabili: alcune regioni, soprattutto del Nord, guidano l’installazione di nuove fonti rinnovabili per la generazione elettrica che negli ultimi anni, finalmente, è in crescita, ma diverse regioni sono ancora molto indietro e la maggior parte non è in linea con gli obiettivi fissati al 2030. La Valle d’Aosta si conferma la regione dei record, con oltre il 96% dei consumi complessivi coperto da rinnovabili, seguita da Trentino-Alto Adige e Basilicata (53% e 43,7%). Ma a tirare la volata degli ultimi anni sono altri: guardando alle nuove installazioni di impianti rinnovabili, nel 2023 la Lombardia con oltre 39 kW/km2 ha fatto più del doppio della media nazionale, davanti a Veneto (36,8) e Friuli-Venezia Giulia (28,5). Guardando alle Comunità Energetiche Rinnovabili, potendo disporre peraltro del consuntivo 2024, guidano la classifica Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, rispettivamente con 33, 31 e 28 Cer attive.
Capitolo efficienza energetica: le regioni del Centro-Sud si distinguono per bassi consumi energetici, in parte favorite da condizioni climatiche più favorevoli. La Campania si conferma, anche nel la Regione più parsimoniosa in termini di consumi di energia, con 1,2 tonnellate equivalenti di petrolio pro capite (tep/ab), seguita da Sicilia e Calabria (con 1,3 e 1,4 tep/ab). Nel quinquennio 2017-2022 è la Valle d’Aosta la Regione italiana che più di tutte ha ridotto i consumi (-13%, anche se in valore assoluto rimane una delle più energivore, anche per questioni climatiche), seguita da Piemonte (-10,5%) e Lazio (-6,7%). Nel 2022 14 Regioni italiane sono già completamente coal-free.

Tema agricoltura sostenibile: ancora una volta sono le regioni del Meridione, insieme ad alcune del Centro, a presentare una maggiore diffusione di pratiche agricole sostenibili, con una buona diffusione del biologico e minore richiesta di fertilizzanti. Nel settore agricolo, la miglior performance in termini di emissioni di gas serra (non energetiche) pro capite si osserva in Liguria (0,04 tCO2eq/ab), un valore decisamente inferiore alle altre Regioni virtuose in questo settore, Toscana e Marche rispettivamente con 0,17 e 0,23 tCO2eq/ab. La Liguria si conferma essere la “Regione meno ruminante d’Italia” con il minor numero di bovini in rapporto alla popolazione, con “solo” 8 capi bovini allevati ogni 1.000 abitanti, seguita da Toscana e Campania che contano rispettivamente 25 e 27 capi bovini ogni 1000 abitanti. Infine, cresce la superficie agricola gestita con pratiche biologiche in tutta Italia, in particolare Toscana (37%), Calabria (36%) e Sicilia (31%) annoverano la maggior quota di superficie agricola destinata a biologico.

Per quel che riguarda le emissioni prodotte dagli edifici, Sicilia, Sardegna e Campania, presentano i livelli  più bassi d’Italia con 0,4 tCO2eq/ab la prima e 0,5 le altre due, sicuramente almeno in parte favorite dal clima mite. Ma se guardiamo alla quota di Attestati di Prestazione Energetica presentati che certificano edifici in Classe A, a primeggiare sono di nuovo Regioni del Nord: Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Lombardia, rispettivamente con il 26,1%, il 17,7% e il 15,9%. Infine, guardando al tasso di elettrificazione degli edifici a primeggiare è la Sicilia, con il 59% dei consumi soddisfatti da elettricità, seguita da Sardegna e Lazio, rispettivamente con 48% e 42%.
Capitolo industria: il Trentino-Alto Adige si riconferma la Regione d’Italia con le minori emissioni industriali per valore aggiunto, con 134 tCO2eq/M€, seguita a breve distanza da Campania (145) e Lombardia (171). La Sardegna è stata la regione che più di tutte ha elettrificato le proprie industrie con la quota di elettrico sui consumi è salita dal 55% all’89%, attestandosi come regione con le industrie più elettrificate d’Italia, seguita dalle Marche (64%) e dalla Lombardia (55%)
Per quel che riguarda i trasporti, Campania, Sicilia e Calabria sono le regioni che registrano le minori emissioni pro capite legati ai propri trasporti, ciascuna con meno di 1,6 tCO2eq/ab. La Calabria, assieme alla Valle d’Aosta e alla Basilicata, sono state le regioni che hanno ridotto maggiormente le emissioni a partire dal 1990, tagliando le proprie emissioni di gas serra – del 27% le prime due e del 24% la terza – in un settore difficile che a livello nazionale le ha addirittura aumentate. Nel prossimo futuro, riduzioni significative delle emissioni di questo settore saranno conseguenti a riduzioni del tasso di motorizzazione, di un maggior uso del trasporto pubblico e a una crescente penetrazione dell’auto elettrica nel parco circolante. Riguardo quest’ultimo aspetto, il Lazio si conferma la Regione italiana che ha immatricolato la maggior percentuale di auto elettriche (13,7% del venduto), un valore di gran lunga superiore a tutte le altre Regioni, con Trentino-Alto Adige e Lombardia che inseguono ma molto staccate (entrambe 5%).

E infine, capitolo vulnerabilità: in Italia sono stati registrati 2.209 eventi estremi, che se valutati in rapporto alle superfici regionali hanno colpito maggiormente le Regioni del Nord Italia e, in particolare, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia e Veneto, la prima addirittura con 50 eventi ogni 1.000 km2 seguita dalle altre due con poco meno di 20 eventi. Mentre la Basilicata è stata l’unica regione ad aver registrato meno di 1 evento estremo ogni 1000 km2. Valle d’Aosta (2%), Trentino-Alto Adige (3%) e Basilicata (3%) registrano, infine, il minor consumo di suolo in rapporto alla superficie, molto inferiore alla media nazionale di oltre il 7%.

Insomma, se diverse Regioni rappresentano delle best practice su alcuni temi specifici, nessuna può dirsi ancora pienamente allineata in tutti i settori con gli obiettivi di decarbonizzazione.

Spiega Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile: «Secondo una recente analisi della Commissione europea, il disallineamento tra le politiche regionali e quelle nazionali e sovranazionali impedisce di realizzare una azione incisiva per il contrasto alla crisi climatica. Per aumentare la potenza installata di 80 GW entro il 2030 come previsto dal piano del Governo, tutte le regioni devono accelerare. Dodici regioni, in particolare, dovranno più che triplicare da qui al 2030 la potenza installata ogni anno di nuovi impianti rinnovabili se vorranno raggiungere i propri obiettivi. In questo quadro, è importante valorizzare le opportunità per le comunità locali derivanti dal nuovo regime zonale dei prezzi in vigore proprio dal 2025: le Regioni che avranno adottato procedure autorizzative più efficaci e avranno più aree disponibili per la realizzazione di impianti rinnovabili vedranno i loro prezzi zonali diminuire e stabilizzarsi con vantaggi per i consumatori, l’ambiente e anche l’economia locale».

Andrea Barbabella, che è coordinatore e responsabile scientifico di Italy for Climate, sottolinea: «Per guidare la transizione servono dati e informazioni quanto più possibile aggiornati ed affidabili. Italy for Climate in collaborazione con Ispra ha realizzato il database Ciro per fornire uno strumento utile alle regioni per orientarsi nel non facile percorso verso la decarbonizzazione.Ma ovviamente Ciro è anche uno strumento molto utile per monitorare i progressi compiuti dalle nostre regioni, identificare le best practice e spingere le regioni a inseguire le eccellenze. Per questo motivo nel 2025 abbiamo lanciato il Roadshow CIRO, un’iniziativa che ci porterà in tutta Italia per confrontarci con amministratori, imprese e cittadini, con l’obiettivo di rendere le regioni e i territori protagonisti consapevoli della sfida che ci attende».
Valeria Frittelloni, direttore del Dipartimento per le valutazioni, i controlli e la sostenibilità ambientale di Ispra, spiega che «il database è stato pensato per fornire informazioni di sintesi, sia al pubblico generale che ai tecnici, sul ruolo delle regioni nel processo di transizione ecologica ed energetica, con un focus sugli indicatori rappresentativi della transizione. La collaborazione di Ispra con la Fondazione per lo Sviluppo sostenibile dimostra il continuo impegno dell’Istituto nel produrre e diffondere dati aggiornati, affidabili e confrontabili. Ciro è un progetto in cui crediamo per responsabilizzare i singoli a comprendere le sfide ambientali e stimolare la partecipazione attiva per il raggiungimento degli obiettivi comuni».

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