Dopo la campagna stampa, summit regionale sui corsi di abilitazione per i professori. Ma svolgerli in Valle d’Aosta ancora non si può

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La polemica sollevata dai giornali in merito allo svolgimento dei corsi abilitazione per i professori valdostani – in particolare per gli insegnanti di francese – ha smosso le acque, anche se difficilmente si andrà verso una soluzione concreta entro quest’anno. Sicuramente l’Assessorato regionale all’Istruzione ha fatto sapere che lo scorso mercoledì, 5 marzo, si sono riuniti il Presidente della Regione Renzo Testolin, l’Assessore competente J.P. Guichardaz, i rappresentanti dell’Università della Valle d’Aosta e le organizzazioni sindacali, proprio per fare il punto sul tema.

L’obiettivo della riunione “è stato quello di fare il punto sulle criticità emerse a livello nazionale e locale, facendo luce sulle rispettive competenze e attribuzioni di responsabilità di tutti gli attori istituzionali coinvolti (…)” permettendo così – sostiene l’Assessorato regionale – “di valorizzare le azioni già intraprese a livello locale per supportare i docenti valdostani in questo percorso”.

Il quadro normativo e i ritardi ministeriali

In primo luogo, sottolinea l’Assessorato all’Istruzione, “l’attivazione dei percorsi abilitanti a livello nazionale è stata segnata da notevoli ritardi: ad oggi non sono ancora stati emanati tutti i decreti ministeriali necessari all’avvio dei percorsi, generando incertezza per i docenti, gli Atenei e le amministrazioni”.

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Sarebbe stata questa situazione a monte, pertanto, ad aver determinato “il mancato avvio dei corsi su tutto il territorio nazionale, complicando, in particolare, la programmazione dei percorsi obbligatori per coloro che devono completare l’abilitazione entro il 31 agosto 2025, termine fissato per i vincitori di concorso a tempo determinato”.

Le criticità emerse

Le difficoltà nazionali si sono intrecciate con alcune caratteristiche specifiche del contesto valdostano.

Innanzitutto, ad oggi, l’Università della Valle d’Aosta non è in grado di erogare i corsi di abilitazione presso la propria sede a causa di un “difetto di organico docente e amministrativo“. Un vulnus a cui l’Ateneo sta tentando di rimediare, avendo definito “le azioni necessarie per assicurare – in futuro e nell’ambito del consorzio CIFIS – specifici percorsi abilitanti sul territorio regionale”.

In assenza di corsi erogati in loco, l’Università si è pertanto occupata di garantire “una riserva di posti a favore di candidati residenti in Valle d’Aosta per le classi di abilitazione in relazione alle quali è stato rilevato un fabbisogno di personale nelle istituzioni scolastiche regionali”, con “la possibilità di svolgere tutti i CFU di tirocinio diretto presso le scuole valdostane, oltre che seguire a distanza tutti i CFU di didattiche trasversali”.

Ma non tutti sono così fortunati, come evidenzia la stessa nota istituzionale. Alcune classi di abilitazione, tra cui proprio quella relativa all’insegnamento della lingua Francese, sono ancora “in fase di accertamento” presso il CIFIS. Un passaggio formale, ma ancora non perfezionato. Secondo l’Assessorato regionale, dunque, si è in attesa di evoluzioni dal Ministero.

Accesso garantito ai vincitori di concorso

Il CIFIS ha già specificato che saranno ammessi in sovrannumero i docenti in possesso di una nomina finalizzata al ruolo ottenuta per l’a.s. 2024/2025, chiarendo inoltre che la disposizione sarà valida per coloro che sono servizio in Piemonte e in Valle d’Aosta. Ma i docenti di ruolo, non sono l’intero corpo docente in servizio.

La difesa d’ufficio dell’Assessorato: “sono in campo azioni per sostenere i docenti”

Per sostenere i docenti valdostani impegnati nei percorsi abilitanti, è stato firmato il Contratto integrativo regionale (CIR) per la fruizione dei permessi per il diritto allo studio 2025.

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Tale contratto – sottolinea l’Assessorato all’istruzione – prevede 50 ore di permesso studio retribuito per i docenti che dovranno sostenere i percorsi di abilitazione entro agosto 2025. Una misura però, già bocciata da molti professori ai quali i corsi non saranno garantiti in Valle d’Aosta.

“L’Amministrazione regionale -aggiunge la nota – considerando la situazione attuale, intende ampliare le agevolazioni previste per i laureati che vogliono completare la loro formazione con corsi post-universitari. In particolare, nel prossimo bando di concorso, sarà estesa anche ai docenti che devono conseguire i 30 o 36 CFU fuori Valle per la loro prima abilitazione all’insegnamento la possibilità di beneficiare dei contributi economici”.

“Si tratta di due misure concrete ottenute grazie al lavoro congiunto tra l’Assessorato, la Sovraintendenza agli Studi e le parti sindacali, con l’obiettivo di supportare i docenti nel conseguimento dell’abilitazione entro i tempi previsti dal Ministero”.

L’impatto dei percorsi abilitanti sugli esami di Stato

La concomitanza tra i percorsi abilitanti e gli esami di Stato delle superiori, in effetti, pone un’ulteriore criticità: alcuni docenti coinvolti potrebbero avere incarichi di commissari esterni, creando difficoltà organizzative nella formazione delle commissioni d’esame.

L’Assessorato – a tal riguardo – “sta monitorando la situazione per individuare possibili soluzioni per il corretto svolgimento delle prove senza penalizzare i docenti in fase di abilitazione”.

La maternità

Un altro tema delicato riguarda la tutela delle lavoratrici in maternità. L’attuale normativa non prevede alcuna deroga o modalità di recupero per chi, a causa della maternità, non riesca a completare il percorso entro agosto 2025.

Su questa criticità – già segnalata al Ministero – “l’Assessorato e l’Univda auspicano che, anche grazie all’intervento delle organizzazioni sindacali, si adottino al più presto misure atte a evitare discriminazioni nei confronti delle docenti”.

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