Bari, Rosalia De Giosa è stata salvata dopo 26 ore sotto le macerie. «E’ in buone condizioni». La gioia e gli abbracci VIDEO

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BARI – Alle 21,30 di giovedì 6 marzo, dopo 26 ore di lavoro incessante, i Vigili del fuoco hanno salvato la 74enne Rosalia De Giosa dalle macerie della palazzina crollata in via De Amicis nella serata di mercoledì 5 marzo. La donna è vigile, risponde a chi le parla, ed è tornata in superficie accolta dal lungo applauso di tutte le persone presenti nell’area del crollo: è stata trasportata su una barella speciale per il recupero speleologico e caricata in ambulanza, destinazione Policlinico di Bari dove insieme a lei ci sono i figli Katia, Rosaria e Gaetano Papagni, alcuni nipoti e molti altri parenti.

Rosalia De Giosa al momento del crollo era in casa, nonostante l’immobile fosse stato dichiarato pericolante nel febbraio 2024 e dunque avrebbe dovuto essere sgomberato. Per riportarla fuori è stato necessario arrivare nella zona delle scale, dove probabilmente la 74enne è stata sorpresa dal crollo nel tentativo di salvarsi. 

«E’ stata trovata dove noi immaginavamo – ha detto il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco, Rosa D’Eliseo -, era dentro l’appartamento nei pressi della scala. Sta discretamente bene. Bisogna sentire i medici su questo. Siamo felici di averla trovata dopo così tanto tempo. Si era formata una sacca d’aria grazie alla presenza di una porta blindata che ha mantenuto un pezzo di solaio. Siamo molto contenti per lei».

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«Evviva, evviva, confermo quello che avete visto, abbiamo estratto la signora viva e appare in buone condizioni di salute ed è già in ambulanza”, hanno detto i vigili del fuoco di Bari subito dopo l’estrazione. I vigili hanno cominciato a cantare un inno storico, “Il pompiere paura non ne ha” di Marco Ferracini, mentre si abbracciavano tra loro e con il sindaco Vito Leccese. Dai primissimi riscontri arrivata dal personale del 118 sembra oltretutto che la donna stia abbastanza bene, considerando l’avventura che ha passato.

Per liberarla è servito un lavoro lungo e complesso. I Vigili del Fuoco hanno utilizzato sonde per verificare la posizione della persona dispersa. Anche per questo oggi pomeriggio erano stati fatti tornare i cani sul punto in cui è stato registrato il “contatto” attraverso la vibrazione del telefono cellulare della donna. Il fiuto dei cani serviva per avere conferma della presenza di una persona al di sotto delle macerie: i Vigili del fuoco erano infatti certi di aver individuato il punto corrispondente all’appartamento di Rosalia, ma di lei non hanno trovato traccia. Dopo aver fatto lavorare i cani per circa mezz’ora, i soccorritori si sono quindi spostati in un altro punto e precisamente sul perimetro della zona del crollo nella zona corrispondente alle scale dello stabile. L’ipotesi è infatti che la donna si sia accorta del pericolo imminente e abbia provato a scappare, ma non abbia fatto in tempo. Tra gli effetti personali recuperati nella prima fase di ricerche, spiegano diverse fonti, non c’è il cellulare della 74enne, che è stato fondamentale per stabilire la posizione dell’appartamento.

Sul cratere si è inizialmente operato spostando le macerie a mano, con l’utilizzo di sonde a fibre ottiche che garantiscono una alta sensibilità. Per cercare nella zona del vano scale sono entrate in azione le ruspe, perché andavano spostati alcuni solai, ed è stato necessario lavorare alla luce delle fotoelettriche. Quando si pensava che l’individuazione della donna dispersa fosse imminente è arrivato sul posto anche il procuratore aggiunto di Bari, Ciro Angelillis: quello è stato il segnale che ha fatto capire quanto fosse vicino un esito positivo.

Ora però bisognerà lasciare spazio alle indagini della Procura di Bari, che ha aperto un fascicolo con l’ipotesi di crollo colposo al momento nei confronti di ignoti. Secondo i primi accertamenti, l’edificio sarebbe imploso per il cedimento di un pilastro centrale. La palazzina era stata dichiarata inagibile e sgomberata nel febbraio del 2024 proprio perchè erano stati rilevati problemi statici ad un pilastro.

I lavori di consolidamento erano partiti da meno di una settimana prima del crollo ed erano stati affidati all’azienda Dell’Aera Costruzioni srl di Casamassima per circa 550mila euro.  Le prime indagini hanno permesso di accertare che ieri mercoledì 5 marzo gli operai al lavoro nella palazzina di via Edmondo De Amicis avrebbe avuto avvisaglie del crollo, da alcuni scricchiolii. A quel punto, gli operai sarebbero riusciti a scappare in tempo e ad avvisare anche una delle famiglie con un bambino, che dunque si sarebbe messa in salvo a pochi istanti dal crollo del palazzo. La circostanza è emersa dalla visione delle telecamere di sorveglianza della zona. Ma già nell’immediatezza della tragedia i residenti hanno riferito che «c’era gente che passava la notte qui dentro, che entrava di nascosto, che tornava per recuperare qualcosa dalle case». 

I vigili del fuoco con squadre Usar (Urban Search And Rescue), cinofili, droni e saf giunti dai comandi di Bari, Taranto, Barletta e Foggia, e con il supporto di unità della Polizia e di numerosi volontari di Protezione civile, hanno fin da subito isolato la zona, staccando luce e gas: le due palazzine adiacenti a quella crollata sono state sgomberate a titolo precauzionale. Sul posto già ieri sera il pm di turno Carla Spagnuolo che ha delegato la Squadra Mobile: la Scientifica della polizia ha raccolto i primi elementi, effettuando rilievi e fotografie che potranno essere utili per i successivi approfondimenti. 

Il sindaco di Bari, Vito Leccese ha seguito l’evolversi della situazione fino al suo epilogo attorniato dai suoi più stretti collaboratori. «Quello che è successo – ha spiegato il direttore generale del Comune di Bari, Davide Pellegrino – è che il palazzo è crollato dopo l’inizio dei lavori di ristrutturazione, il che fa pensare che questi lavori non siano stati fatti a regola d’arte. Ma questo lo vedranno i tecnici. C’è un nesso di causalità da verificare».  «Da un punto di vista amministrativo – ha proseguito Pellegrino – la pratica è stata fatta regolarmente. L’ordinanza del 24 febbraio 2024 dava 7 giorni di tempo per puntellare e mettere sicurezza la palazzina, il 29 febbraio 2024 era stato accertato che il palazzo era stato puntellato, recintato ed era stato inibito l’accesso alle persone».

Ed anche stanotte le famiglie sgomberate dalle due palazzine vicine a quella crollata (in tutto 9 nuclei familiari in base a quanto riferito dal Comune) dormiranno in strutture messe a disposizione dal Comune (in particolare un noto albergo di Poggiofranco ospita 20 persone), anche se qualcuno ha trovato rifugio da parenti o amici. I tempi per il rientro in casa non saranno brevi. I servizi sociali hanno messo a disposizione una equipe di psicologi. La situazione è gestita dal Coc della Protezione civile, che ha anche coordinato l’assistenza per gli altri palazzi della zona: autobotti dell’Acquedotto pugliese, sacche d’acqua e allacci temporanei per rimediare alle difficoltà nell’erogazione idrica.

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RESTA L’ALLARME PER LA PRESENZA DI AMIANTO

Tra le macerie sparse nell’area del crollo sono stati trovati pezzi di Eternit. Si tratta di un materiale tipico delle costruzioni del Dopoguerra, contenente amianto e molto pericoloso. I tecnici avvertono di non raccogliere i pezzi di macerie, di non spostarli e di usare le mascherine se si deve sostare nella zona del crollo: le fibre di amianto possono essere trasportate dal vento anche a distanza. Anche per questo i mezzi dell’Amiu stanno spargendo acqua nebulizzata sulle polveri sparse nella zona del crollo. 



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