Trasporto marittimo green:   mld rischiano di restare in porto

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Rallenta la transizione sostenibile nello shipping marittimo: stando al nuovo studio BCG cresce l’attenzione degli operatori, ma l’incertezza geopolitica e normativa frena gli investimenti

Il futuro del trasporto marittimo sostenibile si trova a un bivio: da un lato, un’opportunità di mercato stimata di 10 miliardi di dollari entro  il 2030, dall’altro, un settore che rallenta in attesa di regolamentazioni chiare. Mentre l’International Maritime Organization (IMO) si prepara a introdurre nuove  linee guida nel 2027, gli esperti avvertono: chi attende potrebbe perdere terreno.

 

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Si è disposti a pagare di più per un trasporto marittimo a emissioni ridotte? 

Ma gli operatori del comparto sono disposti a pagare di più per un trasporto marittimo a emissioni ridotte?  A questa domanda risponde l’ultima indagine The $10 Billion Opportunity in  Green Shippingdi Boston Consulting Group (BCG), secondo cui i proprietari di  merci sono disposti a pagare (willingness to pay – WTP) un prezzo più alto per il  trasporto ecologico, ma non come prima. Il 2024 ha visto una riduzione del  sovrapprezzo che i cargo owner sono disposti a pagare. Sovrapprezzo che è  aumentato solo dello 0,5% contro la crescita annuale dell’1% registrata tra 2021 e  2023.

“Lo shipping sostenibile rappresenta un’opportunità da 10 miliardi di dollari per il  settore: il nostro studio mostra come l’80% dei cargo owner sia disposto a pagare in media  un 4,5% in più per il trasporto a emissioni ridotte. Tuttavia, stiamo assistendo a un  rallentamento del comparto dovuto a tensioni geopolitiche, incertezza normativa e  perplessità su trasparenza, tracciabilità e affidabilità dei provider.” Afferma Gabriele  Ferri, Managing Director e Partner di BCG. “Per cogliere a pieno l’opportunità, gli  operatori del trasporto marittimo devono agire rapidamente sviluppando competenze  tecniche e commerciali sui carburanti alternativi, costruendo strategie competitive di  approvvigionamento e gestione di questo tipo di carburanti, infine, commercializzando  in modo efficace i prodotti green”.

Nonostante i proprietari di navi cargo siano disposti a pagare un premio di prezzo  per il trasporto marittimo sostenibile, le esitazioni rimangono forti per alcuni di loro.  Per analizzare il loro approccio al tema, l’analisi ha segmentato gli operatori del  comparto, dividendoli in tre categorie principali:

  • Laggard (ritardatari): scettici, poco inclini a investire nella transizione  verde senza un obbligo normativo. Più del 60% di loro non ha impegni di  riduzione delle emissioni sullo Scope 3 e solo un’azienda su nove ha  stanziato budget per affrontare il problema.
  • Follower (seguaci): pronti ad adattarsi, ma solo con regole chiare e incentivi  economici. Circa il 76% di questo gruppo ha impegni sullo Scope 3, ma solo  il 60% ha previsto investimenti coerenti.
  • Frontrunner (pionieri): aziende che vedono nello shipping sostenibile un  vantaggio competitivo e sono disposte a investire subito. Oltre il 90% di loro  ha impegni sullo Scope 3 e il 75% ha stanziato budget adeguati alla transizione.

I frontrunner, in particolare, hanno aumentato la loro WTP di 4 punti percentuali  nel 2024, consolidando il valore del segmento e accaparrandosi le migliori  opportunità di mercato.

 

L’Europa guida la transizione, ma non basta

Il cuore dell’interesse per lo shipping sostenibile si trova in Europa, dove le  normative più stringenti e una maggiore consapevolezza ambientale trainano la  domanda. Le grandi aziende con ricavi superiori ai 500 milioni di dollari  guidano la transizione, soprattutto nei settori come moda, beauty, food &  beverage e healthcare, che sono i più attivi sul tema.

Nonostante il grande interesse di molti comparti, la crescita globale dello shipping  va a rilento soprattutto per i colli di bottiglia in tema di trasparenza, tracciabilità  dei combustibili sostenibili, nonché di frammentazione normativa. Inoltre, il 20%  dei frontrunner non utilizza ancora soluzioni di trasporto a emissioni ridotte e  ancora due su tre affermano di non aver mai ricevuto offerte concrete dai propri  fornitori di servizi marittimi.

Un’opportunità ancora non sfruttata per le compagnie, che si affacciano su un 2025  cruciale per il settore: l’IMO è chiamata a delineare le misure di medio termine per  la decarbonizzazione dello shipping. Tra le proposte in discussione ci sono gli  standard progressivi per la riduzione dell’intensità delle emissioni di gas serra dei  combustibili marini e i meccanismi di pricing per la CO2, sull’esempio del sistema  ETS dell’Unione Europea.

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Mosse strategiche per cogliere l’opportunità green 

BCG suggerisce tre azioni chiave per i vettori marittimi che vogliono cogliere le opportunità aperte oggi, prima che le normative ridisegnino gli standard del  trasporto marittimo:

  1. Costruire competenze tecniche e commerciali sui carburanti  alternativi, adattandosi rapidamente alle evoluzioni tecnologiche e  normative.
  2. Sviluppare una strategia competitiva di approvvigionamento di  carburanti verdi, per garantire accesso alle risorse necessarie e mantenere  la sostenibilità economica. Oggi, il costo dei combustibili alternativi è  ancora il principale freno all’adozione su larga scala.
  3. Commercializzare i prodotti green con maggiore chiarezza e  trasparenza, fornendo informazioni dettagliate su benefici e condizioni  economiche per assicurare trasparenza e conquistare la fiducia degli  operatori. Il 65% dei laggard e dei follower indica proprio la mancanza di  chiarezza nei prezzi tra le principali barriere alla scelta del trasporto  sostenibile. L’assenza di un’offerta chiara e strutturata si rivela un  problema anche per i pionieri dello shipping verde: il 20% di loro non  utilizza ancora servizi a emissioni ridotte, principalmente perché i provider  non hanno mai proposto loro soluzioni concrete.

L’armonizzazione tra le politiche globali e i regolamenti regionali sarà decisiva per sbloccare il potenziale di crescita dello shipping sostenibile. Tuttavia, il messaggio che emerge dallo studio è chiaro: il momento di agire è adesso.



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