resta lo stop ai motori inquinanti nel 2035, investimenti per la mobilità sostenibile

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Fino a 50 miliardi di euro per mobilità sostenibile e tecnologie pulite, come previsto dal Clean industrial deal, attraverso il programma InvestEu, 1,8 miliardi di euro per la produzione di batterie e un altro miliardo per veicoli connessi e autonomi. La Commissione europea ha presentato il Piano d’azione per il settore automotive, confermando l’arrivo entro questo mese di un emendamento mirato al regolamento sugli standard di CO2 prodotti dai veicoli per consentire di calcolare le emissioni 2025 su tre anni invece che su uno, evitando così alle case automobilistiche di dover pagare già entro quest’anno pesanti multe in caso di sforamenti. Nessuna novità, invece, sullo stop alla vendita di auto con motori a combustione interna dal 2035. La revisione del regolamento «sarà anticipata alla seconda metà del 2025 ma non toccherà l’obiettivo del 2035, al quale ci atteniamo», ha sottolineato il commissario europeo ai Trasporti Apostolos Tzitzikostas presentando in conferenza stampa il Piano e aggiungendo che ciò che verrà fatto è «valutare la possibilità di aprire la strada a nuove o altre tecnologie». Compresi i biocarburanti, su cui spinge l’Italia? Al momento l’ipotesi non è né confermata né esclusa, al contrario degli e-fuels richiesti dalla Germania, per i quali invece Tzitzikostas ha confermato che «avranno un ruolo da svolgere e saranno presi in considerazione nell’ambito della futura revisione». Per il resto, ha spiegato il commissario Ue ai Trasporti, «valuteremo quali altre tecnologie potrebbero ancora avere un ruolo per il raggiungimento degli obiettivi del 2035».

La barra rimane insomma dritta verso lo stop ai motori alimentati con combustibili fossili, e il Piano d’azione per l’automotive è importante anche e soprattutto per gli incentivi che prevede al fine di rendere il settore più competitivo nei confronti dell’industria statunitense e cinese. Spiega la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: «C’è un enorme potenziale non sfruttato nel mercato globale, quando si tratta di innovazione e soluzioni pulite. Voglio che l’industria automobilistica europea assuma un ruolo guida. Promuoveremo la produzione nazionale per evitare dipendenze strategiche, soprattutto per la produzione di batterie. Ci atterremo agli obiettivi di emissione concordati, ma con un approccio pragmatico e flessibile. Il nostro obiettivo comune è un’industria automobilistica europea sostenibile, competitiva e innovativa, a vantaggio dei nostri cittadini, della nostra economia e del nostro ambiente».

Tenere insieme tutti questi obiettivi non è facile, c’è bisogno di una visione strategica e soprattutto di investimenti per realizzarla. E allora ecco quanto deciso da Bruxelles, che pur non mettendo sul piatto risorse fresche assicura che i soldi da dedicare al settore verranno presi dai fondi e dai programmi comunitari già in essere. «Per mantenere una solida base produttiva europea ed evitare dipendenze strategiche», si legge nel Piano, la Commissione Ue metterà a disposizione attraverso il fondo per l’innovazione 1,8 miliardi di euro al fine di «creare una catena di approvvigionamento sicura e competitiva per le materie prime delle batterie che contribuirà a sostenere la crescita dell’industria automobilistica europea». 

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La Commissione, viene annunciato, approverà anche una raccomandazione sui modi per incentivare la domanda e una serie di misure per sostenere la produzione di veicoli di nuova generazione. Verrà lanciata un’Alleanza europea per automobili connesse e autonome che riunirà gli attori europei del settore per accelerare lo sviluppo di nuovi innovativi veicoli e per contribuire a sviluppare il software condiviso e l’hardware digitale necessari per dare vita alla necessaria tecnologia. Sono previsti test di prova su larga scala, una sandbox regolamentare e un quadro normativo per i veicoli autonomi. Tutte queste azioni saranno sostenute da investimenti congiunti pubblico-privati di circa 1 miliardo di euro sostenuti dal programma Horizon Europe nel periodo 2025-2027.

Novità arriveranno anche sul fronte della normativa riguardante le flotte aziendali, che come sottolinea Tzitzikostas attualmente rappresentano circa il 60% di tutte le immatricolazioni di auto nuove nell’Ue: «Il loro chilometraggio è più elevato e si immettono nel mercato dell’usato più rapidamente dei veicoli privati, rappresentando così un importante segmento di mercato», ha evidenziato il commissario Ue ai Trasporti, annunciando che «mentre lavoriamo alla legislazione, possiamo già trasmettere ciò che funziona in altri Paesi, e lo abbiamo fatto nella comunicazione pubblicata oggi sulle flotte aziendali. Gli Stati membri potrebbero già prendere in considerazione la possibilità di concedere agevolazioni fiscali ai veicoli a zero emissioni, stabilendo regole per le tasse e i servizi di car sharing in base alle loro emissioni, oppure potrebbero incoraggiare, già oggi, le società di noleggio, soprattutto quelle utilizzate dai turisti per brevi viaggi, a utilizzare auto a zero emissioni».

Tra l’altro, nella comunicazione citata dal commissario Ue, si legge che il nostro paese vanta un record per quel che riguarda i sussidi ad auto aziendali, stimato in 16 miliardi di euro l’anno. Ecco il passaggio: «Attualmente gli Stati membri sostengono il mercato delle auto aziendali con più di 40 miliardi di euro miliardi di euro all’anno attraverso sussidi o trattamenti fiscali (riduzioni o esenzioni dalla tassa di immatricolazione, dalla tassa annuale sui veicoli, ecc. tasse d’immatricolazione, tasse annuali sui veicoli, ecc.), la maggior parte dei quali viene utilizzata per i veicoli convenzionali. Mentre la situazione varia da uno Stato membro all’altro, con aiuti statali che vanno fino a importi consistenti, come i 16 miliardi di euro all’anno in Italia, qualche elemento di sostegno è prevalente nella maggior parte degli Stati membri».



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