La Fabi fornisce la proiezione dei possibili risparmi in base a durata e consistenza del prestito e valuta gli effetti sul credito al consumo
Il Consiglio direttivo della Bce ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi d’interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la Banca centrale, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025. È quanto si legge nel comunicato diffuso dall’Eurotower. Il taglio del costo del denaro dal 2,75% al 2,50% deciso dalla Bce, come sottolineato dagli analisti, favorirà la riduzione dei tassi d’interesse sui mutui.
FdI: «Bene il taglio dei tassi, più risorse per famiglie e imprese»
«È una buona notizia il sesto taglio dei tassi di interesse da parte della Bce», ha commentato il senatore di FdI, Giorgio Salvitti. «Come FdI ripete da sempre, bisogna liberare le migliori energie per continuare a crescere. Perché una politica monetaria non restrittiva si traduce inevitabilmente con più risorse che famiglie e imprese possono prendere in prestito senza doversi svenare con gli interessi. Restiamo convinti che portare i tassi al 2%, magari prima dell’estate, come annunciato nei mesi scorsi dalla Banca centrale europea, sia l’unica strada – ha concluso – per vincere le sfide economiche future».
L’impatto sui mutui del taglio dei tassi da parte della Bce
Secondo l’ufficio analisi e ricerche della Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani l’impatto del nuovo taglio del costo del denaro sulle rate dei mutui sostenuti dalle famiglie sarà «significativo» e il tasso fisso medio, è la proiezione della Fabi, potrebbe arrivare a breve attorno al 2,65%, decisamente più contenuto rispetto al 4% praticato fino a circa un anno fa.
L’effetto dell’abbassamento dei tassi sulle rate mensili dipenderà comunque dall’importo finanziato e dalla durata del prestito: è progressivamente maggiore all’aumentare della durata del mutuo, se su un prestito decennale il risparmio varia tra 37 e 182 euro, secondo l’importo finanziato, su un mutuo di 30 anni l’impatto è decisamente più forte, arrivando a oltre 200 euro mensili. Più nel dettaglio, su un mutuo da 100mila euro a 20 anni, la rata si ridurrà di 76 euro al mese, mentre per lo stesso importo a 30 anni il risparmio sarà di 81 euro. Per un finanziamento di 250mila euro a 30 anni, la riduzione mensile arriva a 203 euro, pari a oltre 2.400 euro annui, ha spiegato la Fabi.
Una misura che favorisce la concessione dei prestiti
L’effetto sarà più marcato sui mutui di lunga durata, dove il peso degli interessi è maggiore. La riduzione dei tassi rappresenterà, inoltre, una leva per favorire la crescita dei mutui concessi dalle banche alle famiglie: con il costo del denaro più basso, potrebbe dunque proseguire la risalita dei prestiti per la casa. La ripresa è iniziata nella seconda parte del 2024: da maggio a dicembre, i prestiti per la casa sono aumentati di 5,3 miliardi di euro, in crescita dell’1,3% dai 420,8 miliardi di maggio ai 426,1 miliardi di dicembre, prosegue la Fabi.
Una spinta anche per il credito al consumo
Ma, secondo la Fabi, la sforbiciata ai tassi non sarà positiva per il solo mercato immobiliare. Secondo la Federazione dei bancari, vantaggi ci sono, e saranno progressivamente più consistenti, anche per il credito al consumo. Comprare a rate e fare shopping, dunque, sarà più conveniente rispetto agli scorsi anni. La media dei tassi d’interesse per il credito al consumo potrebbe attestarsi, a stretto giro, attorno al 7,65%. Vuol dire che per una lavatrice da 700 euro, acquistata con un finanziamento di 5 anni, la rata mensile sarà di 14 euro; uno smartphone da 850 euro, invece, verrà finanziato in 2 anni con una rata di 40 euro al mese; per un televisore da 1.200 euro, finanziato in 3 anni, la rata mensile sarà di 39 euro; un viaggio da 5.000 euro, finanziato in 3 anni, comporterà una rata mensile di 161 euro; mentre per un automobile da 20.000 euro, acquistata con un finanziamento di 6 anni, la rata è di 357 euro al mese, ha concluso la Fabi.
Lagarde: «Il nostro approccio resta basato sui dati»
La presidente della Bce, Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa a Francoforte, ha voluto però precisare che l’approccio della Banca centrale continuerà ad essere basato sui dati e a procedere “riunione per riunione”. Dunque, «il Consiglio direttivo non si impegna a seguire un particolare percorso dei tassi». Lagarde, sottolineando che negli ultimi mesi del 2024 l’economia dell’eurozona ha registrato una crescita modesta e i primi mesi del 2025 sembrano proseguire sullo stesso percorso, ha chiarito che «i rischi per la crescita economica rimangono orientati verso il basso» anche alla luce del «perdurare dell’incertezza sulle politiche commerciali globali». Ma, ha aggiunto, la crescita dell’eurozona «potrebbe essere più elevata se le condizioni di finanziamento più facili e il calo dell’inflazione consentiranno una ripresa più rapida dei consumi e degli investimenti interni. Anche un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe contribuire alla crescita».
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