Giovedì la Banca Centrale Europea ha tagliato il tasso di interesse di riferimento di altri 0,25 punti percentuali, portandolo al 2,50%, e ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica e al rialzo quelle di inflazione.
La BCE ha dichiarato che la politica monetaria sta diventando “significativamente meno restrittiva” e ha ribadito che le decisioni sui tassi di interesse rimangono dipendenti dai dati e saranno prese di riunione in riunione, in un momento di crescente incertezza.
Nessun membro del consiglio direttivo si è opposto alla decisione odierna, con una sola astensione.
La Presidente, Christine Lagarde, ha dichiarato che i rischi per l’economia della regione rimangono inclinati verso il basso a causa delle tensioni commerciali e dell’incertezza geopolitica. Ha aggiunto che l’aumento delle spese per infrastrutture e difesa previsto dal governo tedesco potrebbe far salire l’inflazione.
Modifiche ai tassi di interesse di riferimento della BCE
La BCE ha iniziato il suo ciclo di riduzione dei tassi a giugno, ha fatto una pausa a luglio e ha ripreso a modificare i tassi a settembre, ottobre, dicembre e gennaio. A partire dal 12 marzo, i tre tassi di interesse di riferimento della BCE saranno pari a:
– Tasso di deposito: 2,50%.
– Tasso di rifinanziamento principale: 2,65%
– Tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginale: 2,90%
Dopo la decisione odierna della BCE, il divario tra i tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa si allarga. A gennaio, la Federal Reserve ha mantenuto il suo tasso di riferimento nell’attuale intervallo 4,25%-4,50%, e i mercati si aspettano che i federal-funds rimangano allo stesso livello di gennaio dopo la prossima riunione del FOMC il 19 marzo. Secondo il CME FedWatch, che traccia la probabilità di variazioni del tasso della Fed come implicito nei prezzi dei futures sui Fed Funds a 30 giorni, c’è il 93% di probabilità che non ci siano cambiamenti questo mese.
A febbraio la Banca d’Inghilterra ha effettuato il terzo taglio dei tassi in sei mesi, con il tasso di base ora al 4,5%. Quello che farà la BoE nelle prossime riunioni, a partire da quella del 20 marzo, è oggetto di grande dibattito tra gli economisti. La Riksbank svedese si riunirà il 20 marzo e non è previsto alcun taglio, secondo le proiezioni delle quattro maggiori banche svedesi. Infine, la Banca Nazionale Svizzera ha tagliato i tassi di interesse di riferimento allo 0,50% nel dicembre 2024.
Riviste le proiezioni di crescita e inflazione dell’eurozona
“L’economia si trova ad affrontare sfide continue”, ha dichiarato la BCE.
Lo staff ha ridotto le proiezioni di crescita allo 0,9% per il 2025 dall’1,1% precedente, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027.
“Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026 riflettono il calo delle esportazioni e la persistente debolezza degli investimenti, in parte causata dall’elevata incertezza della politica commerciale e da un’incertezza politica più ampia”, ha dichiarato la BCE in un comunicato.
Per quanto riguarda l’inflazione, lo staff della banca centrale prevede ora un’inflazione complessiva media del 2,3% nel 2025, dal precedente 2,1%, dell’1,9% nel 2026 e del 2,0% nel 2027, con una revisione al rialzo dell’indice dei prezzi complessivo dovuto a una “dinamica più forte dei prezzi dell’energia”. Per quanto riguarda l’inflazione al netto dell’energia e degli alimenti, lo staff dell’istituto centrale prevede un indice dei prezzi core medio del 2,2% nel 2025, del 2,0% nel 2026 e dell’1,9% nel 2027.
Reazioni del mercato al taglio dei tassi della BCE
Dopo l’annuncio, l’euro ha toccato un massimo di quattro mesi a 1,0844 dollari. Il rialzo fa seguito a un periodo già debole per la valuta statunitense a causa dei timori per il commercio globale.
Carlo Alberto De Casa, analista di Swissquote, ha affermato che il rialzo dell’euro rispetto al dollaro è “un segnale che gli investitori stanno scommettendo su una BCE meno dovish nei prossimi mesi. O perlomeno, una BCE meno dovish di quanto si pensava fino a pochi giorni fa”.
I rendimenti dei Bund tedeschi continuano a salire, passando dal 2,1% di mercoledì al 2,8%, e lo spread tra i titoli di Stato dell’eurozona e quelli tedeschi si è ampliato. Il differenziale BTP-Bund è in aummento dell’1,23% a 107 punti base nel pomeriggio di giovedì.
Le borse europee hanno registrato un modesto indebolimento dopo la notizia.
“I rischi in Europa rimangono, ma il surriscaldamento dell’economia non è in cima alla lista. I tassi di interesse potrebbero scendere al 2% nel 2025. Un livello strutturalmente più basso dei tassi d’interesse sarebbe un vantaggio per le azioni europee, in particolare per quelle esposte ai beni di consumo”, ha dichiarato Michael Field, chief equity market strategist per l’Europa di Morningstar.
“La mossa può piacere ai mercati azionari europei, che a nostro avviso sono ancora scambiati con un piccolo sconto rispetto al loro fair value”.
Quante volte la BCE taglierà i tassi di interesse nel 2025?
I mercati dei tassi di interesse a breve termine prevedono tagli dei tassi della BCE in occasione di riunioni consecutive fino a giugno, portando il tasso di deposito al 2%, con la possibilità che questo tasso sia inferiore al 2% entro la fine dell’anno.
UBS Dean Turner, capo economista della zona euro e del Regno Unito presso UBS Global Wealth Management, ha dichiarato in una nota:
“A nostro avviso, è probabile che la BCE continui a tagliare i tassi a un ritmo costante di 25 punti base a ogni riunione fino a giugno, portando il tasso al 2%, ma i rischi per questa previsione sono bilanciati. L’aumento dell’incertezza geopolitica e la minaccia di dazi sulle esportazioni dell’UE verso gli Stati Uniti rappresentano un rischio per la crescita, che potrebbe spingere la BCE a tagliare ulteriormente i tassi per sostenere l’economia nel corso dell’anno.”
Simon Dangoor, responsabile delle macrostrategie a reddito fisso di Goldman Sachs Asset Management, ha commentato in una nota dopo il meeting della BCE:
“Gli investitori devono considerare la maggiore incertezza sulle prospettive a breve termine della BCE. Manteniamo una conviction più bassa sui tassi a breve termine in Europa, data l’assenza di una chiara direzione, e preferiamo le strategie steepener, alla luce dell’aumento di emissioni per finanziare l’espansione fiscale in Germania e di un probabile incremento del premio a termine derivante da un miglioramento delle prospettive di crescita e inflazione nel medio termine”.
Michael Krautzberger, global CIO fixed Income di Allianz Global Investors, ha scritto in una nota del 4 marzo: “Nel breve termine, sottoscriviamo in linea di massima quanto previsto dal mercato, visti i rischi che ancora gravano sull’attività della regione”.
“La crescita dell’area dell’euro continua ad essere debole, nonostante i segnali di ripresa della maggiore economia della regione, la Germania. Inoltre, le crescenti tensioni nelle relazioni tra Stati Uniti ed Europa in materia di politica commerciale e di sicurezza, nonché le sfide strutturali della crescita, rappresentano i fattori chiave che ostacolano le speranze di una ripresa economica più duratura dell’area dell’euro.”
Morgan Stanley ha aggiunto un taglio dei tassi ad aprile, dopo l’indebolimento dei dati sull’inflazione e sulla crescita. Ora, gli economisti si aspettano che i tassi di interesse raggiungano il 2% a giugno, per poi rallentare il ritmo dei tagli dei tassi solo nelle riunioni dove ci saranno le proiezioni economiche.
“Cambiamo la tempistica ma non il punto di arrivo: manteniamo la nostra stima di un tasso di interesse terminale dell’1%, che verrebbe raggiunto nel giugno 2026”, hanno detto in una nota del 5 marzo.
Il piano di spesa pubblica tedesco avrà un impatto sulle future decisioni della BCE?
Il cancelliere entrante della Germania, Friedrich Merz, ha annunciato mercoledì una spesa per la difesa non limitata e un massiccio pacchetto di infrastrutture, provocando un’impennata dei rendimenti dei Bund.
Secondo gli economisti, se il piano sarà approvato dal Parlamento, darà impulso all’economia tedesca, con benefici per l’intera zona euro.
Felix Feather, economista di Aberdeen Investments, ha dichiarato che la BCE dovrà considerare le implicazioni per le prospettive cicliche a breve termine e per i tassi di interesse di equilibrio a lungo termine.
“Per il momento, ci aspettiamo che la BCE continui a ridurre rapidamente i tassi fino a portarli alla neutralità, in considerazione degli altri venti contrari che gravano sull’economia”, ha dichiarato.
Luigi De Bellis, co-responsabile del team di ricerca di Equita, ha affermato che il piano tedesco “riduce il rischio di peggioramento dell’economia e potrebbe limitare la necessità di tagli profondi da parte della BCE, con effetti positivi per le banche italiane ed europee”.
In effetti, il rischio di un taglio dei tassi da parte della BCE più rapido di quanto attualmente previsto rimane il principale pericolo per i risultati finanziari delle banche, in quanto i ricavi di queste ultime subiscono generalmente un impatto negativo in un contesto di tassi bassi, che può mettere sotto pressione il loro margine di interesse.
Quando si terranno le prossime riunioni della BCE nel 2025?
- 17 aprile 2025
- 5 giugno 2025
- 24 luglio 2025
- 11 settembre 2025
- 30 ottobre 2025
- 18 dicembre 2025
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