Emiliano smonta il caso Dell’Olio: «Furono gli uffici a decidere che il suo contratto non serviva. Con lei mai accaduto nulla»

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BARI – Quella sera dell’ottobre 2018 in cui Michele Emiliano ha cenato con Nancy Dell’Olio, il ristorante dell’hotel delle Nazioni di Bari era effettivamente vuoto, ma solo perché evidentemente non c’erano altre prenotazioni. E non perché il governatore della Puglia lo avesse prenotato tutto per sé e per la sua ospite, la (sedicente) avvocata nata a New York e residente a Londra che nel luglio 2019 sarebbe diventata «esperta senior» per la promozione del turismo pugliese a 5.800 euro lordi al mese. Una donna «affascinante» e «capace» con cui, ha giurato il presidente della Regione, non c’è stato «nulla» che possa lontanamente far paragonare questa storia all’affaire Boccia-Sangiuliano.

Il caso è scoppiato il 25 febbraio con una intervista in cui la Dell’Olio, 64 anni, ha raccontato la storia della cena e ha sostanzialmente accusato Emiliano di averla presa in giro: di averla fatta lavorare gratis un anno e mezzo, dopo la scadenza del contratto, in attesa di una proroga promessa che però non è arrivata mai. E annunciando – in interviste successive – che chiederà «danni, di immagine ma anche morali e materiali. Mi hanno rovinato la salute». Alla «Gazzetta», in una intervista del novembre 2022 in cui aveva già raccontato della sua «delusione» per quel contratto non rinnovato, Dell’Olio disse che «la Puglia è un posto maschilista».

La versione di Emiliano sulla vicenda è, ovviamente, totalmente opposta. E parte da un dato di fatto: se il contratto della Dell’Olio non è stato rinnovato, è solo perché «gli uffici» non lo hanno ritenuto utile. L’incarico di esperto senior, che qualche media inglese ha trasformato in «ambasciatrice della Puglia», non avrebbe portato risultati tali da giustificarne il costo. L’accordo iniziale, sei mesi per 35mila euro lordi, è stato poi prorogato quattro volte fino a giugno 2021 con un buco (per il covid) tra aprile e giugno 2020. Nella relazione finale presentata dalla Dell’Olio il 30 dicembre 2020 si fa del resto cenno soltanto a «progetti proposti, già in programmazione ma attualmente sospesi», gli stessi elencati nelle tre relazioni precedenti. E ai compensi bisogna aggiungere i costi di viaggi (a volte in business class) e alberghi tra Marrakech, Buenos Aires, Londra, New York, Milano, Cannes e Nizza.

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«Io incontro sempre le persone nei posti pubblici, così tutti possono vedermi», ha detto Emiliano per spiegare l’appuntamento dato alla Dell’Olio in un ristorante (che si trova, anche questo va detto, a cento metri dalla sede della giunta regionale). E di aver pagato quella cena di tasca propria, «come faccio sempre», non avendo nemmeno una carta di credito della Regione su cui addebitare le spese di rappresentanza.

Il non detto della vicenda, quello che ha creato i maggiori imbarazzi, sta nel fatto che tutto sia nato dalla denuncia di una donna nei confronti di un politico, accusato di aver fatto un bando su misura per farla assumere e poi di averla in qualche modo (e per qualche motivo) presa in giro. Accuse a cui Emiliano avrebbe scelto di rispondere martedì in una intervista (fatta anche questa in un bar) con la trasmissione tv «Le Iene». Ed è a loro che avrebbe spiegato «di non essere un uomo di potere», che con la Dell’Olio non c’è stato nulla, di non averci mai provato («Non lo ho mai fatto in vita mia»), e di conseguenza di non essere mai stato respinto. E che, comunque, nel periodo in cui si sono sviluppati i contatti lui era «un uomo libero».

In quanto al bando «su misura» (a dire il vero una costante nelle agenzie della Regione Puglia, e non da oggi), Emiliano si è limitato a osservare che un margine di incertezza nelle scelte c’è sempre: pur essendo la Dell’Olio qualificata per il lavoro che avrebbe dovuto svolgere, se a quell’avviso pubblico si fosse presentato «Superman» l’esito non sarebbe stato tanto scontato. Questo anche per dire che su una scelta così controversa (tra 2019 e 2020 le polemiche per il contratto alla Dell’Olio furono roventi esattamente come oggi) la valutazione degli uffici di Pugliapromozione ha avuto il suo peso: a firmare il contratto con la Dell’Olio e le successive proroghe fu l’allora direttore generale Matteo Minchillo, poi deceduto, quello accusato di aver usato i soldi dell’agenzia per comprare la cucina al ristorante stellato del figlio. Nel frattempo l’agenzia è stata dapprima commissariata (con l’avvocato vendoliano Renato Grelle) e quindi affidata al direttore generale Luca Scandale: Emiliano ha spiegato che (evidentemente a differenza di Minchillo) nessuno di loro riteneva utile la Dell’Olio, e dunque che solo su questa base – e nonostante le pressioni della consulente – si è deciso di non rinnovare il contratto.



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