Le tre Cooperative di pesca (“Mutua assistenzafra pescatori”, “Madonna del Soccorso” e “San Paolo consulting srls“) hanno dichiarato lo stato di crisi della marineria di Sciacca e hanno richiesto l’attivazione dello stato di calamità naturale del settore pesca.
In un documento inviato al Ministro delle politiche agricole, Francesco Lollobrigida, al Presidente della regione, Renato Schifani, al Prefetto di Agrigento, Salvatore Caccamo, all’Assessore regionale alla pesca, Salvatore Barbagallo e al Sindaco di Sciacca, Fabio Termine, scrivono in premessa:
– di interpretare anche le preoccupazioni di altre marinerie delle località costiere con tradizione marinara che si affacciano sul canale di Sicilia;
– che, in particolare, la marineria di Sciacca conta circa 120 imbarcazioni da pesca, di cui 90 di grandi dimensioni, con una occupazione diretta di circa 400 pescatori, oltre ad un indotto non indifferente di tante maestranze che lavorano attorno al settore pesca;
– che nella marineria di Sciacca si esercitano diverse tipologie di pesca, dallo strascico che è predominante, alla volante a coppia, dal cianciolo fino alle attività c.d. della ‘piccola pesca’.
Ciò premesso, si sottopone all’attenzione delle autorità destinatarie il perdurante grave fenomeno di carenza di pesce, con particolare riferimento ad alcune tipologie specifiche quali il gambero e il pesce azzurro (alici e sarde) ma anche del c.d. pesce bianco (merluzzi triglie ect) e mollame (polpi, totani e calamari).
Questo strano, prolungato e gravissimo fenomeno, si protrae oramai da un periodo molto lungo, ovverosia da almeno da 6-8 mesi. Il gambero in particolare, che rappresentava circa il 40% del pescato totale, sta procurando rilevanti diminuzioni di pescato giornaliero e, conseguentemente, di fatturato. Ma anche il pesce azzurro, che seppur soggetto a migrazioni sta subendo strani fenomeni di carenza oltre che di ritardo nella crescita. Nelle ultime settimane il fenomeno sembra stia ulteriormente aggravandosi, creando ormai una vera e propria emergenza sociale ed economica.
Tutti questi fenomeni inducono le Cooperative della Pesca dibSciacca a ritenere che stia davvero succedendo qualcosa nel clima marino, con presenza continua di venti da sud e scirocco in particolare (lo rivelano i dati sul surriscaldamento senza precedenti dei mari), e conseguenze dirette sulla riproduzione e sulla crescita di alcune tipologie di pesci.
Sta anche succedendo che altre tipologie di pesce, quelle cosiddette aliene (razze chiodate, gattucci, spinaroli ect ) stiano invece proliferando.
Tutto questo sta portando, è la valutazione congiunta delle tre cooperative, ad una situazione insostenibile da un punto di vista economico, con la maggior parte delle imprese di pesca costrette a fare continuamente ricorso al credito bancario, oltre ad indebitarsi con i fornitori in quanto non riescono materialmente a coprire i costi di gestione.
Tutto questo, denunciano le Cooperativedei Pescatori, sta assumendo contorni drammatici per un comparto che, nella città di Sciacca, rappresenta un volano per l’intera economia cittadina e rischia di trasformarsi anche in una questione sociale pericolosa.
Sono situazioni che stanno vivendo anche altre marinerie del Canale di Sicilia, le cui comunità spesso hanno fatto quadrato, insieme alla marineria di Sciaccanel rivendicare legittime richieste di settore.
In questo contesto si inserisce anche, srgomenta il documento, una vicenda che riguarda dei tratti di mare interdetti alla pesca (sia per un regolamento comunitario ormai scaduto, e non si sa bene come sia stato rinnovato, sia per un provvedimento regionale legato ai ‘piani di gestione’) che dovevano fungere da luoghi di ripopolamento e che, invece, oggi si stanno rivelando deleteri in quanto costringono 90 pescherecci di grande pesca materialmente ‘a pestarsi i piedi’ in zone di mare sempre meno pescosi.
In concludiine si chiede che la questione venga posta immediatamente sul tavolo degli organi politici competenti, al fine da un lato di capire realmente quanto sta accadendo, e dall’altro ad individuare soluzioni per attenuare il disagio economico. Per questo motivo viene dichiarato lo stato di crisi con la richiesta di attivazione della calamità naturale.
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