Si rinnova il patto tra Cassa Depositi e Prestiti, enti locali e finanziarie. «Un patto antico», ha detto il presidente della Cassa, Giovanni Gorno Tempini, «la cui ricorrenza è importante per condividere agende, riuscire a chiarificare il lavoro che ci aspetta e condividere le best practices».
L’appuntamento annuale organizzato dalla Cassa, per lo sviluppo sostenibile delle Regioni, è occasione per fare il punto su quanto fatto e su quanto bisognerà fare. Nel triennio 2022-2024, Cdp ha mobilitato 1,5 miliardi a favore di Regioni, Province autonome, società partecipate dalle Regioni e programmi dedicati alle imprese sviluppati in collaborazione con le Finanziarie regionali.
Più di mezzo miliardo è stato destinato al settore delle infrastrutture con focus sulle reti di trasporto, sulla mobilità sostenibile e sulle energie rinnovabili. Alle risorse destinate ai nuovi investimenti, si aggiungono le operazioni di rifinanziamento di debiti pregressi delle Regioni con il Mef che, tra il 2022 e il 2024, hanno raggiunto un ammontare complessivo pari a 2,5 miliardi, generando risparmi per circa 400 milioni.
Gorno Tempini: fondamentale un’attenta gestione delle risorse
«Il periodo è che stiamo vivendo è delicato. Gli sviluppi geopolitici sono sotto gli occhi di tutti con conseguenze finanziarie-economiche che stiamo osservando. Nell’arco di una giornata i tassi di interesse dei Bund tedeschi sono saliti di quasi 40 punti base: per dare l’idea di come una gestione attenta delle risorse sia di particolare importanza», ha detto il presidente di Cdp.
In questo contesto, «le Regioni svolgono un ruolo fondamentale» e tutti i temi da affrontare, dalla catena del valore a quello della demografia, «si intrecciano con vincoli di finanza pubblica, che tornano a essere più importanti di quanto sia successo nel post Covid». Motivo per cui è «importante lavorare insieme. Le opportunità ci sono», ha aggiunto il presidente, ricordando la nuove opportunità di convogliare e mettere a terra capitali «che significa poter coinvolgere risorse private, anche con modalità nuove in termini di diversificazione delle fonti di finanziamento per ampliare l’accesso al credito, soprattutto per le pmi».
Il punto sugli strumenti di finanza innovativa
In sinergia con le Finanziarie regionali Cdp ha inoltre proseguito il lavoro di promozione di strumenti di finanza innovativa, come i basket bond, volti a facilitare l’accesso al credito delle piccole e medie imprese locali: negli ultimi tre anni i basket bond regionali, che beneficiano di garanzia pubblica, hanno attivato in totale risorse per oltre 142 milioni e finanziato 55 pmi.
La vicinanza al territorio attraverso il rafforzamento dell’attività di gestione dei fondi a disposizione delle Regioni, il potenziamento delle rete di professionisti presenti a livello locale e la creazione di hub macroregionali con una forte focalizzazione sui servizi di advisory, è anche al centro del piano strategico 2025-2027 di Cdp.
Dario Scannapieco: «Supereremo i fondi per le Regioni nel prossimo triennio»
Sulle future risorse è l’amministratore delegato, Dario Scannapieco, ad alzare il velo con i cronisti, a margine dell’evento. Nel prossimo triennio «supereremo sicuramente» le risorse attivate da Cdp a favore delle Regioni nel 2022-24. «Siamo a disposizione delle Regioni», ha assicurato il ceo e «non c’è un limite verso l’alto» ai fondi che Cassa può erogare. Anche se «ovviamente le regioni hanno diverse capacità di indebitamento e questo è più quello che guida rispetto alla disponibilità di Cassa», ha precisato.
Tra Sud e Nord Italia, ha poi detto l’ad, «storicamente c’è un gap da recuperare. Se il mezzogiorno fosse cresciuto al ritmo analogo del resto dell’Italia, nel periodo 1995-2022, oggi avremmo un rapporto debito/pil di 15 punti percentuali più basso. Quindi c’è un margine, c’è potenziale di recupero».
«Sulle infrastrutture c’è ancora molto da fare, le perdite d’acqua in alcune regioni superano ancora abbondantemente il 50%», ma anche sui trasporti: «L’Alta velocità», ha detto Scannapieco, «rappresenta solo il 4% della rete italiana rispetto, per esempio, al 10% della Francia». (riproduzione riservata)
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