Tappa a Modena della campagna nazionale Città2030

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A Modena la nona tappa della campagna

“Città2030, come cambia la mobilità” di Legambiente

Presentati i dati sulla mobilità urbana e tracciata la roadmap

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per raggiungere gli obiettivi al 2030

 Concentrazioni di inquinanti ai massimi regionali e tasso di motorizzazione elevato, ma buone prospettive per ciclabilità e zone 30.

 Legambiente: “Necessario un confronto pubblico sul futuro della mobilità: accelerare l’elettrificazione del TPL, potenziare il servizio urbano e le ferrovie locali, intensificare il percorso verso Modena Città30”

CIT2030 scheda_MODENA 01

Nona tappa per la campagna itinerante di Legambiente “Città2030, come cambia la mobilità” che arriva oggi a Modena, dopo aver fatto tappa a Bologna lo scorso 24 febbraio, e sta attraversando lo stivale con l’obiettivo di promuovere una mobilità più sostenibile e favorire la creazione di centri urbani più vivibili.

Nell’ambito dell’iniziativa si è svolto questo pomeriggio il convegno dedicato presso l’Officina Windsor Park per discutere di “Bus, tram e ferrovia: progetti e investimenti per il futuro del trasporto pubblico a Modena”, dove sono stati presentati i dati sull’inquinamento atmosferico e i principali indicatori di mobilità urbana, con l’obiettivo di definire un percorso per rendere la città più sostenibile entro il 2030.

I dati presentati evidenziano luci e ombre per la città. Preoccupano in particolare la qualità dell’aria, con concentrazioni di inquinanti ai massimi regionali, e l’elevato tasso di motorizzazione, che continua a crescere. Modena nel 2024 ha raggiunto infatti i livelli di concentrazione di PM10 più alti tra le città capoluogo dell’Emilia-Romagna, posizionandosi tra le 19 città più inquinate da polveri sottili a livello nazionale (fonte: elaborazione Mal’Aria 2025 Legambiente). La centralina di monitoraggio dei Giardini ha registrato ben 52 sforamenti del limite giornaliero, ben oltre i 35 consentiti. La sfida è significativa: nei prossimi cinque anni la città dovrà ridurre del 29% i livelli di PM10 e del 5% quelli di NO2 per rispettare i limiti previsti dalla nuova direttiva europea sulla qualità dell’aria (AAQD) che entrerà in vigore nel 2030.

Riguardo alla mobilità, il tasso di motorizzazione resta molto elevato con 68 auto ogni 100 abitanti, in lieve aumento rispetto al 2023 (67). Il parco veicolare conta oltre 125.000 mezzi, di cui il 32% alimentati a gasolio e il 42% a benzina. Rilevante anche il dato sulla sicurezza stradale, con circa 7 incidenti gravi (con morti o feriti) ogni 1.000 abitanti, un valore che secondo il Piano Nazionale Sicurezza Stradale dovrà essere dimezzato entro il 2030, rispetto ai dati rilevati nel 2019.

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Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale urbano, occorre accelerare la messa in esercizio dei nuovi mezzi e il completamento della rete filoviaria. La flotta attuale conta 99 bus di cui 8 completamente elettrici (modello Solaris Trollino), 9 filobus 18 metri,72 a metano o ibridi metano elettrico. Più di recente, sono stati acquisiti finanziamenti dal PNRR per l’acquisto di 12 bus a idrogeno, che dovranno circolare entro la fine del 2026 e andranno a sostituire i residui mezzi diesel euro 5 ed euro 6.

“Il territorio modenese deve avviare un confronto pubblico sul futuro della mobilità sostenibile – sottolinea Davide Ferraresi, presidente di Legambiente Emilia-Romagna. – Negli ultimi anni sono stati elaborati numerosi studi di fattibilità, sia sull’evoluzione dell’infrastruttura del trasporto pubblico in area urbana sia sullo sviluppo del servizio extraurbano. Mancano però prospettive chiare in termini di risorse e di progetti che si intende sviluppare: servono risposte per il potenziamento del servizio urbano, per il futuro della ferrovia locale Modena-Sassuolo e sul potenziamento della ferrovia Modena-Mantova. Allo stesso tempo, occorre un impegno chiaro sulla realizzazione del collegamento ferroviario tra gli scali merci di Dinazzano e Marzaglia”.

Tornando ai dati presentati quest’oggi, la sharing mobility mostra potenziale di crescita nella città, che attualmente dispone di 750 monopattini elettrici in free floating gestiti da quattro operatori, 324 biciclette tradizionali station-based e solo 13 auto elettriche in car sharing. Un’implementazione della flotta di e-bike potrebbe rappresentare un’attrattiva maggiore in una città già incline all’uso della bicicletta. Tra gli aspetti positivi spicca anche la mobilità ciclabile, con 193 chilometri di percorsi ciclabili e la previsione di un ulteriore incremento fino a 248 chilometri entro il 2030, come previsto dal PUMS. Continua anche per il 2025 il progetto “Bike to work”, che prevede incentivi per i cittadini che effettuano gli spostamenti casa-lavoro in modo sostenibile.

“Riguardo alla moderazione della velocità, Modena conta quasi 120 chilometri di strade con limite a 30 km/h, che dovrebbero aumentare a 132 entro fine anno – riprende Davide Ferraresi -Secondo il PUMS, la città dovrebbe diventare completamente “Città 30” entro il 2030, un obiettivo ambizioso che richiederebbe un’accelerazione nell’implementazione di misure come strade scolastiche e zone 30”.

All’incontro di oggi sono intervenuti anche Giulio Guerzoni, Assessore alla Mobilità del Comune di Modena; Stefano Reggianini,  Amministratore Unico – Agenzia Mobilità di Modena; Simone Nuglio coordinatore ufficio nazionale Mobilità di Legambiente; Alessandro Meggiato, responsabile Area Trasporto pubblico e mobilità sostenibile di Regione Emilia-Romagna; Jacopo Ognibene di Net Engineering; Carlo Rossi, Direttore di TTA; Enrico Fedeli del Politecnico di Torino.

“Città2030: come cambia la mobilità” è un viaggio in 20 capoluoghi italiani, da Nord a Sud, per promuovere una mobilità green e per favorire la creazione di centri urbani più vivibili. Dopo Modena, farà tappa anche a Pescara (5/03), Trieste (12/03), Napoli (7/03), Messina (7-8/03), Olbia (7-8/03), Avellino (10/03), Reggio Calabria (13/03), Brindisi (14/03) e a Roma (17-18). Completano il programma due tappe spin-off a Cassino e Pomigliano d’Arco, dedicate alla crisi del settore automotive.

Il racconto della campagna e la petizione. È possibile seguire tutte le tappe di Città2030 sulle pagine Facebook, Instagram Legambiente Lab. Legambiente lancia anche per quest’anno la petizione online “Ci siamo rotti i polmoni. No allo smog!” con la quale chiede al Governo risposte urgenti nella lotta allo smog, a partire dagli interventi sulla mobilità e l’uso dello spazio pubblico e della strada. Firmala anche tu >> https://attivati.legambiente.it/malaria

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