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Se ne va un gigante del giornalismo. È morto all’ospedale di Gorizia Bruno Pizzul, iconica voce dello sport italiano e della Nazionale. Nato a Udine l’8 marzo del 1938, tra pochi giorni avrebbe compiuto 87 anni. La triste notizia è stata annunciata dal sito di RaiNews.

Lutto nel giornalismo: è morto Bruno Pizzul

Per 16 anni è stato il telecronista delle partite della Nazionale. Nei ricordi degli italiani, in particolare, rimangono le telecronache delle partite dei Mondiali di Italia ‘90 che la Nazionale del ct Azeglio Vicini chiuse al terzo posto.

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Entrato alla Rai nel 1969, si era occupato sino al 2000 di telecronache sportive, soprattutto calcistiche. A partire dal 2000 ha preso parte occasionalmente ad alcune trasmissioni televisive delle reti Rai, passando dal 2007 a La7; nel 2012 è stato il commentatore tecnico della trasmissione Quelli che il calcio, in onda su Rai2. “Ci ha lasciati Bruno Pizzul – ha scritto su X il collega Antonello Perillo -, un gigante del giornalismo sportivo italiano”.

Un grave lutto, come sottolineato dalla presidente della commissione di vigilanza Rai, Barbara Floridia: “Bruno Pizzul non è stato solo una voce iconica del calcio italiano, ma un esempio di stile, competenza e sobrietà. La sua narrazione, sempre misurata ed elegante, ha saputo emozionare senza eccessi, rendendolo un punto di riferimento per intere generazioni di giornalisti e di tifosi. Grazie, Bruno, per aver raccontato il calcio con passione e professionalità: il tuo lascito continuerà a ispirare chi ama questo mestiere. Esprimo piena vicinanza ai suoi familiari in questo momento di dolore”.

“Una voce che ci ha unito e ci ha fatto appassionare – ha scritto sui social Giuseppe Conte, leader del M5s. -, che ci ha fatto vivere al massimo grandi momenti di sport con emozione, competenza, garbo. Se ne va un pezzo della nostra storia collettiva. Ciao Bruno Pizzul”. Conciso e carico di tristezza anche l’estremo saluto di Enrico Mentana: “Solo addio e grazie, grande mitico Bruno”.

Il grande amore per il calcio 

L’amore di Pizzul per il calcio, partiva da quello praticato in età giovanile, prima nella squadra parrocchiale di Cormons, la Cormonese, poi nella Pro Gorizia, durante gli anni degli studi. Divenne anche calciatore professionista, un apprezzato mediano, e fu ingaggiato dal Catania nel 1958. Poi giocò anche nell’Ischia, Udinese e Sassari Torres, prima che la sua carriera sportiva venisse interrotta prematuramente per un infortunio al ginocchio. Prima dell’approdo in Rai, nel 1969 con un concorso per radio-telecronisti aperto a tutti i giovani laureati del Friuli Venezia Giulia, si era laureato in giurisprudenza e aveva insegnato materie letterarie alle scuole medie. Un anno dopo la sua assunzione in Rai, l’8 aprile 1970 commentò la sua prima partita (Juventus-Bologna, spareggio di Coppa Italia disputatasi sul campo neutro di Como). Successivamente raccontò di aver iniziato dal 16º minuto essendo arrivato in ritardo ma riuscì a rimediare essendo la partita trasmessa in differita. Nel 1972 raccontò la sua prima finale di una competizione internazionale, quella del campionato europeo del 1972 a Bruxelles, con la vittoria della Germania Ovest sull’Urss per 3-0.

È datato 16 maggio 1973, invece, il suo primo annuncio della vittoria di una squadra italiana in una finale di coppa europea, quella del Milan in Coppa delle Coppe contro il Leeds Utd, a Salonicco. Il 29 maggio 1985 era il commentatore tv della finale della Coppa dei Campioni nella tragica serata della strage dell’Heysel. Di quella telecronaca, negli anni successivi raccontò: ”È stata la telecronaca che non avrei mai voluto fare. Non tanto per un discorso di difficoltà di comunicazione giornalistica, ma perché ho dovuto raccontare delle cose che non sono accettabili proprio a livello umano”. Per la Rai è stato anche conduttore della ‘Domenica Sportiva’ nella versione estiva del 1975 e nella stagione 1993-94, affiancato da Simona Ventura e Amedeo Goria, fu anche conduttore di ‘Domenica Sprint’ dal 1976 al 1987 e curatore della moviola all’interno di ’90º minuto’, allora condotto da Fabrizio Maffei, dal 1990 al 1992.

Storica voce della Nazionale italiana

Dal campionato del mondo 1986 divenne la voce delle partite della nazionale italiana. Un ruolo mantenuto fino al 21 agosto 2002 (Italia-Slovenia 0-1). Per la Rai ha raccontato in tv la Nazionale per cinque campionati mondiali, quattro campionati europei, e per tutte le partite di qualificazione ai Mondiali e agli Europei a eccezione della finale terzo-quarto posto di Italia ’90 (commentata da Giorgio Martino dato l’impegno di Pizzul per il commento della finale del giorno seguente allo Stadio Olimpico di Roma) e di quelle trasmesse in esclusiva da Tmc e Mediaset, oltre che di alcune partite amichevoli. L’ultima partita dell’Italia da lui commentata, che segnò anche il suo commiato dalla Rai, fu nel 2002 l’amichevole giocata a Trieste e persa per 1-0 contro la Slovenia.

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Negli anni successivi è intervenuto come commentatore e opinionista in diversi programmi della Rai ma non solo, da RaiNews a La7. Il suo ultimo incarico televisivo è legato a Dazn, dove dal 2002 ha partecipato talk show del lunedì sera ‘Supertele’ condotto da Pierluigi Pardo, commentando tutti i gol della giornata di campionato appena trascorsa, all’interno della rubrica “Tutto molto bello”. Pizzul è sposato da molti anni con Maria. Dalla loro unione sono nati tre figli: Fabio che, oltre a ricoprire il ruolo di docente al Master di Giornalismo presso l’Università Cattolica di Milano, è un giornalista ed ex consigliere regionale della Lombardia, Silvia, insegnante di matematica e scienze a Milano, e Anna, assistente sociale. Inoltre vanta nella sua famiglia ben 11 nipoti. Era ricoverato da un paio di settimane nell’ospedale di Gorizia. Nonostante l’età continuava a gestire una rubrica di calcio sul quotidiano friulano Messaggero Veneto e con varie altre testate anche televisive e radiofoniche. Ci lascia un grande uomo e un grande professionista, una voce indimenticabile che ci ha fatto sognare in tante “notti magiche”.





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