Due anni dopo lo scoppio del Qatargate, una nuova richiesta di revoca dell’immunità parlamentare torna a far fibrillare il Parlamento Europeo. La procura federale del Belgio ha inoltrato la sua istanza all’Eurocamera, sempre nell’ambito dell’inchiesta che nel dicembre del 2022 ha terremotato Bruxelles. Questa volta i magistrati chiedono di sospendere l’immunità a due parlamentari, entrambe elette dal Pd: Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini. A fare il nome delle due politiche italiane è stato per primo il quotidiano Le Soir, citando fonti giudiziarie. Gualmini e Moretti hanno diffuso una nota: “Abbiamo appreso dalla stampa la notizia della richiesta, da parte delle autorità giudiziarie del Belgio, di revoca della nostre immunità – si legge – Al fine di sottolineare la totale estraneità ad ogni fatto corruttivo, abbiamo deciso di auto sospenderci dal gruppo al quale apparteniamo, i Socialisti e democratici (S&D), per essere pienamente a disposizione della magistratura per qualsiasi esigenza istruttoria”. Moretti e Gualmini ringraziano “la delegazione degli eurodeputati Pd per la solidarietà politica e umana pubblicamente espressa”.
Fonti parlamentari spiegano al Fatto che la richiesta di revoca dall’immunità è stata presentata all’ufficio di presidenza del Parlamento europeo e sarà illustrata durante la sessione plenaria del 10 marzo dalla presidente Roberta Metsola. Poi sarà sottoposta all’esame della commissione Affari giuridici (Juri), che esaminerà i documenti inviati dalla procura. Le due deputate avranno modo d’intervenire per difendersi dalle contestazioni, ma potrebbero anche rifiutare di comparire davanti ai colleghi. La commissione dovrà poi elaborare una proposta in merito alla richiesta di revoca dell’immunità, che sarà comunque messa ai voti della Plenaria.
L’audizione del ministro di Doha – Già nel dicembre del 2022, Moretti era stata più volte citata nell’inchiesta che aveva portato agli arresti dell’ex europarlamentare Pier Antonio Panzeri, del suo assistente Francesco Giorgi e dell’allora vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili. L’ufficio dell’assistente di Moretti (in passato collaboratrice di Panzeri) al Palazzo del Parlamento Ue era tra quelli perquisiti dagli investigatori. La deputata italiana, però, non era mai stata considerata come formalmente indagata dalla procura federale di Bruxelles. A fare il suo nome era la coppia formata da Kaili e Giorgi. Gli investigatori avevano intercettato l’ex assistente parlamentare di Panzeri anche il 14 novembre del 2022, il giorno in cui il ministro del Lavoro del Qatar, Ali Bin Samikh Al Marri, doveva essere audito davanti alla commissione Diritti umani al Parlamento Ue. L’ipotesi dell’accusa era che Doha avesse pagato gli italiani per influenzare le decisioni dell’Eurocamera alla vigilia del Mondiale di calcio.
Giorgi e Kaili fecero il nome di Moretti – Quel giorno Giorgi era al telefono con Panzeri e chiedeva se Marc, cioè l’eurodeputato Tarabella (anche lui coinvolto nell’inchiesta), dovesse parlare. Sì, aveva risposto Panzeri, prima di chiedere: “La tipa è arrivata?”. “Sì, la Moretti arriva”, diceva Giorgi. Per gli investigatori, infatti, la “squadra” accusata di lavorare per influenzare le decisioni Ue sul Qatar aveva contatti anche con l’eurodeputata Pd. Secondo quello che ha raccontato Giorgi agli investigatori, Panzeri “aveva pensato di proporre delle domande a Moretti”, che avrebbe poi dovuto farle in aula. L’eurodeputata, però, ha sempre negato tutto. Anche quando a fare il suo nome era Kaili. Durante uno dei tanti interrogatori ai quali è stata sottoposta l’ex vicepresidente del Parlamento Ue, gli inquirenti avevano chiesto se Panzeri pagasse alcuni ex assistenti parlamentari. “No, dopo il 2019, quando non è stato rieletto, cercava di aiutare tutti a trovare lavoro”, aveva risposto Kaili. Quindi gli investigatori avevano continuato: “E poi, al livello sotto, chi era coinvolto?”. Kaili aveva continuato: “Maria Arena, Marc Tarabella, Andrea Cozzolino”. Gli inquirenti allora avevano fatto altri due nomi: “Moretti e Brando Benifei (Pd)?” “Sì”, aveva concluso Kaili. Ma alla domanda “avrebbero potuto beneficiare di regali di Panzeri”, aveva minimizzato: “Posso dirvi che se volevo avere un consiglio nel mondo politico avrei chiesto a Francesco di chiamare Antonio. Io non so se hanno ricevuto dei soldi, potevano viaggiare in Qatar o Marocco, organizzava le missioni di verifica ma penso che la maggior parte erano delle missioni ufficiali, io non sono a conoscenza di regali”. Nel 2020, in effetti, Moretti era stata in visita a Doha, ma quando era esplosa l’inchiesta aveva spiegato pubblicamente di essersi recata a un convegno sull’odio in Rete. “Non ho mai partecipato a iniziative organizzate dalla Ong di Panzeri, né in Italia né all’estero”, aveva detto. La procura federale, nelle carte dell’inchiesta, scriveva di non essere in grado “allo stadio attuale”, di “determinare se Moretti sia o no cosciente delle intenzioni reali del gruppo”. Dopo due anni d’indagini, in cui l’inchiesta sembrava essersi sgonfiata, gli inquirenti devono evidentemente aver raccolto nuovi elementi.
Le contestazioni a Gualmini – Europarlamentare dal 2024, Moretti è stata rieletta anche l’anno scorso. È tornata a Bruxelles insieme a Elisabetta Gualmini, politologa ed ex vicepresidente della Regione Emilia Romagna. Secondo Le Soir, il suo nome è comparso nel fascicolo d’indagine già il 15 novembre del 2022, cioè il giorno dopo l’audizione del ministro del Lavoro del Qatar. L’eurodeputata aveva scambiato dei messaggi con Giorgi dicendo che “non poteva esporsi di più” ma che sarebbe diventata “più aggressiva con il tempo”. Cosa intendeva dire? “Durante la discussione, ho deciso di non seguire la linea indicata da alcuni deputati europei e Giorgi, sono intervenuta a favore del dibattito in plenaria“, ha spiegato agli autori del libro QatarGate (HarperCollins). L’obiettivo di Giorgi e Panzeri, infatti, era bloccare la votazione in plenaria di una risoluzione critica nei confronti Qatar. “Per questo, dopo la discussione, mi sono sentita in imbarazzo e – per cortesia, avendo da qualche settimana cominciato a ricoprire un incarico nuovo – ho detto a questo Giorgi che non potevo seguire la linea indicata. Confermo inoltre di non essere mai stata coinvolta in questioni relative al Qatar, ai suoi ambasciatori, alle missioni o agli eventi in Qatar. Inoltre non avrei mai immaginato che Francesco Giorgi stesse facendo campagna per quello Stato”, ha detto sempre Gualmini nel libro dei giornalisti Louis Colart e Joel Matriche. Il Fatto ha contattato Gualmini e Moretti per chiedere un commento alla luce della richiesta avanzata dalla procura di Bruxelles, ma non ha ottenuto risposta.
E il Pd offre solidarietà – Alle due parlamentari è arrivata la solidarietà del Partito democratico: “Siamo convinti dell’assoluta estraneità di Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini ai fatti contestati dalla procura belga, che per proseguire le indagini” sul Qatargate “ha richiesto al Parlamento europeo di sospendere il regime di immunità. Le conosciamo come persone di spiccata onestà e dedizione al loro lavoro nelle istituzioni ed esprimendogli la nostra solidarietà e vicinanza, apprezziamo la loro disponibilità a collaborare con la magistratura”, si legge nella nota della delegazione dem al Parlamento europeo. “Le ringraziamo per la loro decisione di autosospendersi dal gruppo dei Socialisti & democratici per evitare ogni forma di strumentalizzazione rispetto a una procedura aperta da anni. Ci auguriamo che ora si proceda per accertare e fare piena chiarezza sui fatti contestati”, sottolineano gli europarlamentari dem.
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