E’ stata una giornata “stabile” per Papa Francesco. Dopo le due crisi respiratorie ha avuto una giornata senza questi episodi, vissuta in assoluto riposo.
Ha alternato il letto alla poltrona, ed è tornato all’ossigeno ad alti flussi, quello meno invasivo somministrato attraverso i naselli. Ma per trascorrere più sicuramente la notte tornerà alla ventilazione meccanica con la maschera. Una precauzione dovuta, considerato che è proprio nelle ore del riposo che occorre ora più assistenza. Nell’altalena ormai quotidiana sulla salute di Papa Francesco, al suo diciannovesimo giorno di ricovero, è stato un giorno di pausa ma in un quadro che resta complesso con la prognosi riservata.
Il Papa – si ribadisce – non è fuori pericolo. E anche le crisi che ha vissuto e le due volte precedenti in questo quadro non sono state inattese dai medici. Fanno parte dell’evoluzione di questa polmonite curata con le stesse terapie da giorni ma senza ancora un pronunciamento che indichi una svolta da parte dello staff che lo cura.
Una cautela che si evince anche dal fatto che ancora non è stato calendarizzato un nuovo punto stampa dei medici. Nel dettaglio il bollettino diffuso in serata indica che “nella giornata odierna le condizioni cliniche del Papa si sono mantenute stabili. Non ha presentato episodi di insufficienza respiratoria, né broncospasmo. È rimasto apiretico, sempre vigile, collaborante alle terapie e orientato. Questa mattina è passato alla ossigenoterapia ad alti flussi ed ha eseguito la fisioterapia respiratoria. Questa notte, come programmato, verrà ripresa la ventilazione meccanica non invasiva fino a domani mattina. La prognosi – si ribadisce nelle informazioni dei medici – rimane riservata. Durante la giornata ha alternato preghiera e riposo e questa mattina ha ricevuto l’Eucarestia”.
Nessun momento di lavoro e nessuna visita. Un riposo assoluto e non poteva essere diversamente dopo il difficile pomeriggio del giorno prima.
Il Papa è però tornato a far sentire la sua voce, registrata alcune settimane fa, nel consueto video con le intenzioni di preghiera del mese, a marzo dedicate alle famiglie in crisi. Per la prima volta nel video non è apparso il Papa che leggeva il suo messaggio alla scrivania ma solo fotografie di repertorio. E’ stato spiegato al proposito che coloro che realizzano questi video, la Rete Mondiale di Preghiera, hanno deciso di modificarlo sostituendo le immagini girate nello studio del Papa, come di consueto, con fotografie perché, è stato spiegato, sarebbe stato inopportuno mostrare il Papa che stava bene quando, ormai da quasi venti giorni, è in una condizione diversa.
Per tutti i cattolici del mondo comincia la Quaresima, con il rito delle Ceneri. E’ verosimile che venga organizzato qualcosa anche al decimo piano del Policlinico Gemelli, dove è ricoverato Papa Francesco, anche se ufficialmente ancora non ci sono indicazioni. E’ invece sicuro che il Papa vivrà questo periodo in “comunione spirituale” con il resto della Curia. Cioè a distanza. All’Aventino celebrerà al suo posto il cardinale Angelo De Donatis ma l’omelia che si ascolterà era stata preparata da Francesco. Venerdì cominceranno gli esercizi spirituali in Vaticano, predicati dal cappuccino padre Roberto Pasolini; anche in questo caso senza il Papa.
Il Papa prega per le famiglie, il video registrato settimane fa
La Rete mondiale di preghiera del Papa ha diffuso il video con l’intenzione di preghiera per il mese di marzo sul tema “Per le famiglie in crisi”. “Questo video – si precisa – è stato registrato alcune settimane fa” ed è dunque precedente al ricovero di Papa Francesco. Tuttavia il Pontefice, a differenza dei video con le intenzioni di preghiera diffusi nel passato, compare soltanto in un montaggio di vecchie fotografie e non seduto alla sua scrivania.
“Tutti sogniamo una famiglia bella, perfetta. Ma le famiglie perfette non esistono. Ogni famiglia – dice il Papa – ha i suoi problemi, e anche le sue grandi gioie. In una famiglia, ogni persona ha valore perché è diversa dalle altre, ogni persona è unica. Ma le differenze possono anche provocare conflitti e ferite dolorose”.
Per il Papa “la migliore medicina per curare il dolore di una famiglia ferita è il perdono. Perdonare significa dare un’altra possibilità. Dio lo fa con noi continuamente. La pazienza di Dio è infinita: ci perdona, ci rialza, ci permette di ricominciare.
Il perdono rinnova sempre la famiglia, permette di guardare avanti con speranza. Anche quando non è possibile il ‘lieto fine’ che vorremmo, la grazia di Dio ci dà la forza di perdonare e porta pace, perché libera dalla tristezza e, soprattutto, dal rancore”.
Papa Francesco quindi conclude: “Preghiamo perché le famiglie divise possano trovare nel perdono la guarigione delle loro ferite, riscoprendo anche nelle loro differenze la ricchezza reciproca”.
Cappellano Gemelli: ‘Il Papa non è un sorvegliato speciale’
“Continuiamo la nostra incessante preghiera per il nostro amato Papa Francesco già da due settimane ormai nel nostro ospedale e la nostra celebrazione è veramente un atto di fiducia e speranza, chiediamo al Signore di infondere in lui la grazia della guarigione”. Lo dice don Nunzio Currao, assistente spirituale del personale del policlinico Agostino Gemelli, celebrando la consueta messa dell’ora di pranzo.
“Stiamo portando davanti a Dio – aggiunge – le nostre suppliche e preghiere certi che Dio ascolta la preghiera di guarigione non solo per il nostro Papa ma per i tanti malati e non solo quelli che soffrono nel corpo ma anche nello spirito”. Don Nunzio ha parlato di “giorni di prova” per papa Francesco in cui lui stesso sperimenta “in modo tangibile” questa “promessa” di fede. La malattia, afferma il cappellano, “diventa occasione propizia di incontro intimo con il Signore, questa prova per lui rappresenta una comunione con Cristo e con quanti soffrono nel corpo e nello spirito”.
“Preghiamo per i medici stessi – ha chiesto quindi – che sono nei reparti, perché poi il Papa non è che è un sorvegliato speciale, sono gli stessi per tutti i medici e questo è molto bello, continuiamo a pregare senza stancarci per il Papa, i malati e gli operatori sanitari, che il Signore li sostenga nel loro compito così bello ma anche gravoso”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link