Pnrr, un miliardo per riqualificare oltre 300 borghi. L’Italia primatista in risorse per la cultura


Il nostro Paese ha già allocato il 95% dei fondi previsti. Giuli: “La ricerca comparata sullo studio di avanzamento del Pnrr del settore cultura di Portogallo, Spagna, Francia e Italia ci offre risultati estremamente interessanti. L’Italia si conferma prima ‘inter pares’”

Oltre un miliardo di euro (1,02) per la riqualificazione di 315 borghi italiani e il sostegno di oltre 2.700 iniziative imprenditoriali. Sono alcuni dei numeri che testimoniano la rilevanza per il Paese e lo stato di avanzamento del Piano nazionale borghi del Pnrr, presentati oggi nel corso dell’evento intitolato ‘Recovery Plan Ue nella cultura. La rigenerazione dei borghi italiani’. L’appuntamento è stato promosso dall’Associazione Civita in collaborazione con il ministero della Cultura e Invitalia nell’ambito del monitoraggio delle attività finanziate dal Pnrr e in relazione all’impegno dell’associazione per la tutela e la rivitalizzazione dei borghi. Nel corso dell’evento è emerso inoltre che il nostro Paese ha già allocato il 95% dei fondi previsti per la cultura. E’ stata inoltre sottolineata l’importanza – testimoniata anche dalla presenza del presidente dell’Anci Gaetano Manfredi e dei sindaci di alcuni comuni interessati – del Piano nazionale borghi, che rappresenta una leva strategica per la rigenerazione dei piccoli centri. “Nella foto Ansa, una veduta di Gradara nelle Marche).

Tutte le risorse del PNRR del MiC sono state assegnate

Il Mic, infatti, nella definizione delle linee strategiche del Pnrr, ha innovato mettendo al centro i territori,dove i Comuni sono protagonisti degli investimenti più importanti e all’avanguardia. Un esempio è l’investimento “Attrattività dei Borghi”, con più di 300 piccole realtà comunali finanziate. Ad oggi tutte le risorse del PNRR del MiC sono state assegnate, i progetti sono tutti in fase di realizzazione e i target europei finora previsti sono stati tutti conseguiti entro le scadenze stabilite. Per alcuni obiettivi, si prevede un anticipo del conseguimento rispetto ai termini fissati. Tra questi, l’investimento 2.3 – Parchi e giardini storici, ha già conseguito i target Ue previsti al dicembre 2025 in quanto ad oggi sono già conclusi i lavori di 54 Parchi, ampiamente al di sopra del target stabilito di 40 parchi realizzati. L’incontro di martedì è stata l’occasione per presentare la nuova edizione del Quaderno dell’Associazione Civita, curato dallo Studio Valla, che offre un’analisi comparata dello stato di avanzamento dei Piani nazionali di Ripresa e Resilienza (Pnrr) di Italia, Francia, Spagna, Portogallo.

L’Italia al primo posto

Dopo i saluti istituzionali di Gianni Letta, presidente dell’Associazione Civita e del ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione Tommaso Foti, si è sottolineato come il comparto culturale rappresenti un esempio positivo nella gestione dei fondi europei avendo dimostrato finora una capacità di attuazione efficace. L’analisi degli investimenti destinati al settore culturale nell’ambito dei Pnrr evidenzia un impegno significativo da parte dei quattro Paesi considerati. L’Italia si posiziona al primo posto in termini di risorse finanziarie allocate al settore culturale e turistico, con una quota pari al 3,5% del budget complessivo, pari a 6,6 miliardi di euro. Seguono la Francia con il 3,1% del budget totale, la Spagna con l’1,19% e il Portogallo con l’1,45%. Nella stessa occasione è stato letto il messaggio inviato dal ministro della Cultura Alessandro Giuli. “La ricerca comparata sullo studio di avanzamento del Pnrr del settore cultura di Portogallo, Spagna, Francia e Italia ci offre risultati estremamente interessanti. L’Italia si conferma prima ‘inter pares’ non soltanto per il più alto numero di siti Unesco ma anche in termini di risorse finanziarie allocate e di attuazione dei programmi del Pnrr.

Mentre l’Italia e la Francia hanno concentrato i propri sforzi su una vasta gamma di interventi culturali, Spagna e Portogallo hanno focalizzato maggiormente l’attenzione sulla digitalizzazione e il sostegno alle industrie creative. In termini di avanzamento nell’attuazione dei progetti, l’Italia e la Francia si distinguono per un’efficiente capacità di impegno delle risorse. L’Italia ha già allocato il 95% dei fondi previsti per la cultura, mentre la Francia ha utilizzato circa il 75% delle risorse destinate al settore. Il Portogallo, con un tasso di utilizzo dei fondi pari al 93%, ha investito in particolare nella digitalizzazione di cinema e teatri e nella promozione delle tradizioni artigianali. La Spagna, pur avendo avviato progetti di rilievo nel settore audiovisivo, come il Spain Audiovisual Hub, presenta ancora margini di miglioramento nell’implementazione complessiva delle misure culturali previste dal PNRR.

Nonostante l’adozione di approcci diversificati, i quattro Paesi condividono la volontà di valorizzare la cultura come strumento fondamentale per la coesione sociale e lo sviluppo sostenibile. Ciascun Paese ha definito obiettivi specifici per la conservazione, la valorizzazione e la digitalizzazione del patrimonio culturale, nonché per la promozione delle industrie creative e culturali. “L’Italia è il Paese che ha investito di più, percentualmente, in cultura, E’ un argomento che finalmente smonta una vecchia teoria, enfatizzata, che con la cultura non si mangia. “E’ quanto ha dichiarato il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, partecipando oggi a Roma, nella sede dell’Associazione Civita, alla presentazione del ‘Recovery Plan Ue nella Cultura. La rigenerazione dei borghi italiani”.

 



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