Obesità sfida globale, l’Italia traccia la strada

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È ormai una delle principali sfide per i sistemi sanitari moderni: l’obesità colpisce nel mondo 800 milioni di persone che, secondo le stime, diventeranno 1,9 miliardi nel 2035. Istituita nel 2015 dalla World Obesity Federation, la Giornata mondiale dell’obesità rappresenta un momento di riflessione fondamentale su una patologia che affligge in Italia l’11,8% della popolazione adulta.

L’edizione italiana del World Obesity Day 2025 – andata in scena al ministero della Salute – è stata promossa da società, network, fondazioni e associazioni aderenti alla World Obesity Federation. 

La proposta di legge 

‘Cambiare i sistemi, vite più sane’ è il tema dell’edizione 2025. Un obiettivo ambizioso che, per essere perseguito, deve poggiarsi su un prerequisito ineludibile: il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica e l’inserimento nei Livelli essenziali di assistenza, garantendo così un accesso equo alle cure a tutti i pazienti. Va in questa direzione la proposta di legge in materia a firma del deputato Roberto Pella, presidente dell’Integruppo parlamentare Obesità, diabete e malattie croniche non trasmissibili. 

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“La nostra legge sull’obesità sarà la prima al mondo, un grande traguardo”, sottolinea l’onorevole Pella. “La legge riconosce l’obesità come malattia cronica e si propone di affrontarla come una priorità nazionale”. Il provvedimento è stato approvato dalla XII Commissione della Camera e dovrebbe essere approvato ad aprile. “Con l’ultima legge di bilancio – aggiunge Pella – in accordo coi ministri Schillaci e Giorgetti, abbiamo creato e finanziato un fondo da un milione all’anno fino al 2027 per contrastare questa patologia”. 

La proposta, inoltre, prevede l’inserimento della malattia nel Piano nazionale delle cronicità, come ricorda Andrea Lenzi, presidente del Comitato nazionale per la biosicurezza, le biotecnologie e le scienze della vita della presidenza del Consiglio dei ministri, oltre che presidente di Open Italy. “Ho lavorato nella cabina di regia per il Piano nazionale cronicità. È bello constatare come, nel giro di appena due anni, siamo passati da una dichiarazione del Parlamento a iniziative normative che stanno portando l’Italia a essere un’avanguardia nel panorama globale in materia di contrasto all’obesità”.

I numeri

L’impatto economico dell’obesità a livello globale è secondo le stime di 4,32 trilioni di dollari, “più di quanto ci è costata la pandemia da Covid-19”, ricorda Pella. Secondo l’Italian barometer obesity report 2024, pubblicato da IDBO Foundation, le persone affette da obesità nel nostro Paese sono l’11,8% della popolazione adulta, in crescita rispetto all’11,4% del 2022. A essere in sovrappeso è il 36,1% degli adulti.

Desta preoccupazione anche l’obesità infantile: il 19% dei bambini di 8-9 anni è in sovrappeso e il 9,8% è obeso. L’impatto è più marcato nelle regioni meridionali e nelle aree più svantaggiate dal punto di economico e sociale. 

“L’obesità non compromette soltanto la qualità della vita ma ha anche un significativo impatto economico”, sottolinea Maria Rosaria Campitiello, direttrice del Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute. “In Italia, il sovrappeso rappresenta il 9% della spesa sanitaria totale e riduce il Pil del 2,8%. All’obesità si associa un rischio maggiore di patologie croniche, come diabete di tipo 2, ipertensione, malattie cardiovascolari e alcuni tumori, come quello del colon retto, della mammella, del rene e dell’esofago. Oltre alla prevenzione primaria, è fondamentale intervenire anche sulla prevenzione delle comorbidità e degli esiti associati”. 

Combattere lo stigma 

Chi soffre di obesità, nel sentire comune, non viene considerato come un malato ma come il responsabile della propria condizione. “L’obesità è legata a complessi meccanismi biologici, non è una scelta personale”, chiarisce Luca Busetto, Vice-president southern region di EASO, l’associazione europea per lo studio dell’obesità. “Oggi più che in passato è una malattia trattabile, ma le soluzioni esistenti non vengono implementate in maniera adeguata. Se non affrontiamo la questione a livello di Sistema sanitario nazionale, finiamo per produrre ineguaglianze”. 

“Dobbiamo cambiare la narrazione sull’obesità, per sconfiggere lo stigma che affligge le persone affette da questa condizione. Le odierne opportunità terapeutiche aprono nuovi scenari. Serve però uno sforzo sinergico se vogliamo ottenere un cambio di paradigma”, commenta Rocco Barazzoni, presidente della SIO, la Società italiana obesità. 

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L’impegno di Novo Nordisk 

Il gigante danese del pharma Novo Nordisk sta giocando un ruolo da protagonista nella lotta all’obesità con semaglutide, il principio attivo per il trattamento del diabete diventato presto un prezioso alleato per chi deve perdere peso.

“In occasione di questa giornata così importante, vogliamo ribadire con convinzione che l’obesità oggi è una delle sfide di salute più importanti a livello globale”, dice a Fortune Italia Alfredo Galletti, Corporate vice president e general manager di Novo Nordisk Italia. “Non si tratta di una scelta di vita o di un fattore estetico, ma di una malattia cronica complessa. Per questo apprezziamo molto l’impegno delle istituzioni e degli esperti, che va nella direzione del riconoscimento dell’obesità come malattia cronica. Siamo impegnati ogni giorno – conclude Galletti – nella realizzazione di soluzioni sempre più innovative per la cura di questa patologia”.



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