Il direttore generale dell’ASP di Potenza ha convocato per martedì 4 marzo le tredici strutture sanitarie private accreditate e contrattualizzate destinatarie di una formale diffida circa la restituzione di ingenti somme per prestazioni sanitarie erogate negli anni passati per conto del SSR.
Nella convinzione che il confronto è fondamentale per discutere del grave problema che si è abbattuto su queste strutture ritenute “debitrici” – sostiene Antonia Losacco, presidente ASPAT Basilicata – non ci risulta chiara la finalità dell’incontro, richiesto solo dopo la notifica di un perentorio atto formale; sarebbe stato auspicabile che questo incontro si fosse tenuto precedentemente alla diffida.
Il nostro punto di vista è che si sono interpretate, probabilmente in modo arbitrario e in contrasto con le stesse, le sentenze della giustizia amministrativa, la quale da oltre un decennio è intervenuta a posteriori censurando i criteri “prescelti” per la determinazione dei Tetti di spesa relativi alle strutture della Specialistica ambulatoriale, in assenza di adeguata programmazione e di coerenti fabbisogni prestazionali, malgrado ciò nessuna sentenza ha mai annullato i fatturati relativi alle prestazioni legittimamente rese da ogni singola struttura, nel rispetto dei contratti regolarmente sottoscritti.
A questo punto ci chiediamo: chi dovrà compensare le prestazioni regolarmente eseguite e ritenute a posteriori eccedenti? L’ASP dovrà addebitare ai singoli cittadini lucani le prestazioni non riconosciute? Le strutture hanno erogato le cure in virtù di un regolare contratto per conto del Sistema Sanitario Regionale.
La Quarta Commissione consiliare presieduta da Nicola Morea con i Consiglieri regionali ha da subito manifestato sensibilità convocando per giovedi 13 marzo i Direttori Generali dell’ASP e dell’ASM, non possiamo che auspicare – aggiunge Losacco – un fattivo aiuto alla soluzione di questa incresciosa vicenda.
Successivamente è intervenuta la Regione Basilicata nelle figure del Presidente Bardi e dell’Assessore Latronico invitando i DDGG di ASP e ASM a convocare sia le strutture che registrano un debito, sia le strutture che vantano un credito verso le aziende, per trovare soluzioni nel rispetto della disciplina vigente, nell’interesse primario del servizio pubblico che viene reso, facendo appello sempre ad una reciproca e leale collaborazione.
Noi crediamo che una problematica di questa portata deve essere affrontata direttamente dalla Regione e non delegata solo alle Aziende Sanitarie e che vada trattata con l’attenzione e con il confronto costruttivo di tutte le parti in causa.
La collaborazione da parte di tutte le strutture operanti nel Sistema non è mai mancata e mai mancherà, ma – afferma la presidente ASPAT – invochiamo il rispetto degli accordi sottoscritti e soprattutto il riconoscimento per aver reso le cure che il Sistema Sanitario Regionale ci ha chiesto di erogare ai cittadini lucani.
Solo legittimando ciò, si potrà rendere giustizia e ridare dignità alle strutture che da oltre dieci anni si occupano sempre più di contenziosi legali che di aspetti strettamente legati al proprio lavoro !
Non ci sono né debitori e né creditori, ci sono prestazioni erogate ai lucani in piena legittimità perché autorizzate da un contratto in essere per conto del Sistema Sanitario Regionale che aspettano di essere onorate.
Segnaliamo che il settore della Specialistica Ambulatoriale sta vivendo un momento particolare, si intravede attualmente una grande solitudine, manca il confronto, ma tuttavia come strutture concessionarie del Servizio Pubblico manifestiamo sinceramente una nuova speranza per l’approccio aperto che il nostro governo regionale dichiara verso il comparto della sanità privata.
Lo si evince da ciò che passa attraverso i vari mezzi di comunicazione, dalle varie dichiarazioni, dove si sostiene che il privato accreditato sia una risorsa importante che ha dato un aiuto concreto nel superamento delle liste di attesa, un sistema che realmente ha dimostrato la sua utilità, come lo stesso presidente Vito Bardi ha più volte riconosciuto e l’assessore Latronico confermato.
Una mano tesa che riceviamo con piacere e che vogliamo soprattutto onorare, aspettiamo con fiducia la convocazione di un incontro con il Settore della Specialistica Ambulatoriale,
confronto indispensabile per pianificare in modo costruttivo sia la risoluzione definitiva di questa vicenda, che per affrontare il grande tema dei Tetti di Spesa e dell’applicazione partecipata del nuovo Tariffario sanitario.
Coinvolgere concretamente il settore privato accreditato in una logica di reale integrazione con il pubblico, assegnare un ruolo integrativo e non marginale alle strutture con il cittadino che deve poter scegliere liberamente la struttura dove farsi curare, questa – dice Losacco – è la vera trasformazione che il d.lgs 502/92 smi prevede e richiede, occorre allora regolamentare il settore in modo chiaro e valorizzare il sistema esistente.
Tutto ciò non può che trovarci d’accordo e disponibili.
Questa è la vera scommessa e per costruire in tale direzione occorre prendere innanzitutto le distanze da equivoci ed ambiguità, dalle logiche che le Aziende Sanitarie siano solo aziende commerciali che acquistano prestazioni con l’unico obbiettivo di far quadrare i conti.
L’appello è al Presidente Bardi e all’assessore Latronico affinché – conclude Losacco – la questione si componga in modo unitario.
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