Legambiente: «L’agrivoltaico unisce innovazione e tutela del territorio. Superiamo i “no” ideologici»

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GROSSETO – “La transizione energetica non è più una scelta rimandabile, ma una necessità imposta dalla grave crisi climatica che stiamo attraversando”. Così Legambiente affronta il tema dell’energia, sottolineando che “in un territorio come la Maremma, dove il legame tra agricoltura, paesaggio e tradizione è parte dell’identità stessa delle comunità locali, il dibattito sulle fonti rinnovabili è particolarmente acceso”.

“Da un lato, c’è l’urgenza di abbandonare i combustibili fossili e di investire in soluzioni sostenibili; dall’altro, la preoccupazione che il cambiamento possa compromettere l’equilibrio di un sistema produttivo costruito nei secoli – prosegue l’associazione -. È qui che entra in gioco una tecnologia in grado di coniugare innovazione e tutela del territorio: la produzione di energia solare integrata con le attività agricole. Non si tratta di coprire i campi coltivati con distese di pannelli, ma di adottare un sistema in cui le strutture fotovoltaiche vengono elevate da terra, lasciando spazio alle lavorazioni per le colture e migliorandone persino la resa. Studi scientifici dimostrano che la combinazione tra agricoltura e produzione di energia pulita può ridurre l’evaporazione dell’acqua, proteggere le colture dagli eccessi termici e dai fenomeni atmosferici estremi, sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico. Nelle aree soggette a siccità, come molte zone della Toscana, questa integrazione può rafforzare la resilienza dei sistemi agricoli, riducendo lo stress idrico e migliorando la produttività. Anche l’allevamento estensivo, in particolare l’ovinicoltura, ne beneficia: gli animali possono trovare riparo nelle ore più calde, con effetti positivi sia sulla loro salute che sulla produzione di latte. Inoltre, la coltivazione di prati-pascolo e foraggere risulta favorita, mentre l’uso di recinzioni contribuisce a mitigare i danni causati dai predatori”.

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“Eppure, nonostante i vantaggi, questa soluzione continua a incontrare resistenze – afferma Legambiente -. Da un lato, il timore che lo sviluppo delle rinnovabili celi operazioni speculative, con il rischio di stravolgere il paesaggio. Dall’altro, un approccio istituzionale che, attraverso vincoli eccessivi, rischia di rallentare il cambiamento. Per questo chiediamo alla Regione Toscana e alle amministrazioni comunali di semplificare i percorsi autorizzativi, valorizzando i progetti migliori, quelli ben integrati nel contesto territoriale e rispettosi della vocazione agricola, così da accelerare concretamente il processo di decarbonizzazione”.

“La crisi climatica ci impone di abbandonare le fonti fossili e di puntare con decisione sulle rinnovabili – interviene Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente -. Integrare la produzione di energia con l’agricoltura è una delle soluzioni più efficaci, perché permette di ottenere elettricità pulita senza sottrarre terreno alle coltivazioni e creando una sinergia fortemente positiva con l’attività agricola. Tuttavia, è fondamentale che questi impianti siano realizzati con criteri rigorosi e condivisi, evitando speculazioni e garantendo benefici concreti ai territori. Dobbiamo superare i ‘no’ ideologici che bloccano lo sviluppo delle rinnovabili e costruire un percorso partecipato. La Regione Toscana deve guidare questa transizione. Gli impianti devono essere fatti e devono essere fatti bene: questa è la sfida che dobbiamo affrontare oggi, senza esitazioni. È fondamentale, in questo senso, elevare la qualità dei progetti, puntando sull’innovazione senza perdere di vista la specificità rurale. L’integrazione tra tecnologia fotovoltaica e produzione agricola deve avvenire nel rispetto del paesaggio e delle sue peculiarità”.

“I cambiamenti climatici stanno mettendo a dura prova l’agricoltura, con pesanti ripercussioni sul piano produttivo ed economico – prosegue Legambiente -. L’agrivoltaico rappresenta una soluzione concreta per mitigare gli effetti dell’eccessiva insolazione e dell’aumento delle temperature, contribuendo a rendere il settore più resiliente e sostenibile. Le prime evidenze raccolte dai principali centri di ricerca confermano il grande potenziale di questa tecnologia nel contrastare gli impatti sempre più devastanti della crisi climatica sull’agricoltura. Oltre a proteggere le colture, gli impianti agrivoltaici consentono di mantenere e persino aumentare le rese produttive, riducendo al contempo l’impatto ambientale grazie all’uso di strumenti innovativi. Un modello che non solo tutela la biodiversità, ma apre la strada a un futuro agricolo più equilibrato e sostenibile”.

“Il futuro della Maremma dipende dalle scelte che compiamo oggi – conclude Gentili -. Non si tratta di stravolgere il tessuto agricolo esistente, ma di destinare a questi progetti una piccola percentuale della SAU (2-3%), privilegiando le aree a rischio abbandono. Possiamo essere protagonisti della transizione ecologica, costruendo un equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico, oppure restare fermi di fronte a un modello che non ha più prospettive. L’innovazione sostenibile rappresenta un’opportunità straordinaria, ma per coglierla serve una visione lungimirante, capace di superare resistenze e timori e trasformare questa sfida in un’occasione di crescita per l’intero territorio”.





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