VARESE – Ivan Prato è la grande speranza dell’Argentina. E della Pallacanestro Varese. Pivot di 210 centimetri, 18 anni festeggiati il 21 gennaio, sta collezionando numeri incredibili. Con la Under 19 fattura 17.8 punti di media a partita, con la serie B è già volato in doppia cifra (10.2 ad allacciata di scarpe). Reduce da Basketball Without Borders ad Oakland, Prato (nella foto Alberto Ossola) sta partendo per la Next Gen di EuroLeague a Belgrado insieme ad un altro gioiellino della Pallacanestro Varese, Federico Bottelli, di un anno più giovane e rappresentante dell’Italia insieme al napoletano Thomas Acunzo.
Ivan, sei reduce da Basketball Without Borders a Oakland
Sono stato contattato attraverso la Nazionale argentina. Esperienza bellissima, che mi ha permesso di assistere all’All Star Game e di approfondire il mondo delle star Nba. Un gruppo di giocatori provenienti da tutte le parti del mondo. Abbiamo anche giocato a minigolf.
Minigolf?
Sì perché nel programma non c’era solo il basket. Ovviamente eravamo lì per giocare a pallacanestro, ma è stata un’occasione per socializzare e una finestra per guardare dentro il pianeta Nba.
Prossima fermata Belgrado, alla Next Gen di EuroLeague
Sì, una grande soddisfazione, soprattutto perché sono stato confermato dopo l’esperienza dell’anno scorso in Montenegro. Farò parte della selezione Adidas allenata dal turco Dogus Balbai. Faremo solo pochi allenamenti insieme, quindi giocheremo molto per la squadra.
A Varese sei in campo con Under 19, Next Gen, serie B. In più ti alleni con la serie A. Sensazioni?
Allenarmi con la serie A è una cosa super. Mi sta servendo tantissimo per migliorare nella tecnica, nella tattica e nella parte fisica. Per reggere nelle partitelle devo fare quelle cose che magari piacciono di meno a un giocatore, come andare a rimbalzo, mettere energia e aiutare i compagni ad alzare il livello. In particolare mi seguono Marco Legovich per la difesa e Federico Renzetti per l’attacco, che mi danno tanti consigli. Poi gioco nelle altre squadre. Questo è un anno tosto, impegnativo, ma desideravo fosse così. Giocare a basket mi piace e mi diverte. Il mio desiderio di diventare professionista parte da un miglioramento giorno dopo giorno.
Torniamo indietro. Nell’aprile 2023 arrivi a Varese. Sei una giovane promessa della Union Central, figlio di Horacio (ex giocatore) e fratello minore di Tiago (giocatore). Due anni dopo com’è Ivan Prato?
La scelta di venire a Varese è stata azzeccatissima. Sono arrivato ancora bambino e due anni dopo mi sento uomo. Ho imparato un’altra lingua, vivo in Italia, sono maturato tanto.
E come giocatore?
L’anno scorso è stato difficile, quest’anno sono diventato un altro giocatore. Sono cresciuto in voglia, mentalità, lotta, conoscenza del gioco. E ho messo su un buon tiro.
Si racconta che Luis Scola si innamorò di te quando avevi 15 anni. E che ti portò a Varese battendo la concorrenza di Barcellona e Real Madrid.
Mi avevano chiamato dalla Spagna per andare a provare, ma l’unica vera offerta l’ho ricevuta da Varese. E’ stata decisiva la video chiamata con Luis e Marcelo Lopez (attuale preparatore atletico biancorosso n.d.r.). Sono stati convincenti e ho detto. Ok, andiamo a Varese!
A Minorca ti ha salutato Chus Mateo, allenatore del Real Madrid
Ci eravamo conosciuti a una Nex Gen di Adidas, dove tra l’altro mi ero infortunato a una caviglia. E parliamo entrambi spagnolo.
Quali sono i tuoi margini di miglioramento? E su cosa in particolare?
Rispetto all’anno scorso sono migliorato tantissimo. Ma il processo continua. Innanzitutto dal punto di vista fisico. Devo diventare più duro e più atletico, devo imparare a reggere i contatti senza farmi spostare.
Com’è la tua esperienza in foresteria e nel mondo Pallacanestro Varese?
Foresterie di questo tipo credo che ce ne sono poche al mondo. Fantastica. Una struttura tutta nuova, con un cuoco e Federica che si occupa di noi giovani giocatori. Vivo con compagni di squadra autentici, con i quali è bello trascorrere momenti extra sportivi. E in campo va tutto alla grande.
Durante la tappa della Next Gen a Santarcangelo sei stato votato mvp e ti sei fatto definitivamente conoscere. Poi Oakland. Come sei tornato dall’esperienza negli Usa?
Più carico perché sto facendo bene. E questa è la conferma che sto seguendo il percorso giusto per me. A Santarcengolo dovevamo vincere il più possibile e avevamo grandi motivazioni, ma è stata tutta la squadra a giocare bene e ad aiutarmi. Infatti abbiamo vinto tutte e 3 le partite e non siamo andati alla finale di Brescia solo per la differenza canestri.
Nel nome del padre. Anche il giovane Kangur vuole conquistare Varese
Ivan Prato Pallacanestro Varese – MALPENSA24
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