Di questi tempi, si parla molto di Elon Musk, talentuoso innovatore, facoltoso imprenditore e nuova stella del panorama politico americano. Penso che una qualche attenzione la meriti anche Peter Thiel, che ha molto in comune con Musk. Peter Thiel nasce a Francoforte nel 1967. Prima di compiere dieci anni ha già vissuto in tre diversi continenti (Europa, America del Nord, Africa) e cambiato più di sette scuole. Nel 1977 approda definitivamente in California dove si stabilisce con la famiglia a Foster City, una cittadina a sud di San Francisco, adiacente a quella che da lì a qualche anno sarebbe diventata la Silicon Valley.
Si laurea in Filosofia a Stanford e consegue una specializzazione in Legge. Dopo gli studi, lavora per un po’ di tempo come assistente legale per il giudice James Larry Edmondson, come avvocato di titoli per Sullivan & Cromwell, come estensore di discorsi per un uomo politico e come trader di derivati al Credit Suisse. Ha un grande talento per gli scacchi e la matematica ed è un appassionato lettore di fantascienza. Nel 1998 fonda la sua prima start-up assieme all’ingegnere informatico Max Levchin e all’imprenditore Luke Nosek. La società si chiama Confinity e sviluppa software di sicurezza per dispositivi portatili.
Nel 1999 Confinity cambia modello di business e si trasforma in PayPal, un sistema che consente lo scambio di denaro attraverso palmari digitali, senza passare attraverso le banche. È la rivoluzione dei pagamenti elettronici! La trovata epocale e visionaria di PayPal è figlia di un team di persone altrettanto incredibili e visionarie, che adorano vivere in un contesto aziendale intraprendente, con una mentalità coraggiosa e avveniristica.
Recentemente ha acquistato una tenuta in nuova Zelanda, dove ha fatto costruire un bunker di lusso, ritenendo l’isola il luogo più sicuro in cui vivere quando, così dice, “scoppierà veramente la crisi climatica”. La sua strada si incrocia con un altro che la propria strada la percorre ad alta andatura: Elon Musk. La storia imprenditoriale di Elon Musk inizia nel 1995 da Zip2, azienda fondata a 24 anni con il fratello Kimbal – al 430 di Sherman Avenue, Palo Alto – con la quale crea un software in grado di fornire a chiunque le indicazioni per muoversi nelle più grandi città degli Stati Uniti. Una sorta di Google Maps, prima di Google Maps.
Quattro anni dopo, vende l’azienda per 300 milioni di dollari alla Compaq Computer e con il proprio ricavato – poco più di 22 milioni di dollari – fonda la X-Com con l’obiettivo di farla diventare la prima banca online. Abilitata a fornire tutti i servizi bancari, X-Com diventa la vera concorrente di PayPal. Le cose non vanno però a gonfie vele, principalmente a causa della bolla che fa collassare molte società internet.
La crisi spinge le due società – PayPal e X-Com – a farsi la guerra per accaparrarsi clienti. Alla fine degli anni ’90 compare eBay che ha già il monopolio del commercio online e intuisce la necessità di integrare nella propria offerta anche i servizi finanziari. A tal fine, eBay rileva le attività di Billpoint, una società che offre servizi finanziari come PayPal e X-Com, che reagiscono decidendo di fondersi – più esattamente, è X-Com ad assorbire Infinity – dando vita a X.Com, della quale Musk è maggiore azionista e presidente.
Peter Thiel assume la carica di direttore finanziario e Bill Harris quella di Ceo. Per le attività commerciali rimane il nome PayPal, della quale è CEO Peter Thiel fino al 2002. Dopo risultati altalenanti e continui rimpasti manageriali, nel 2002 PayPal viene venduta a eBay per 1,5 miliardi di dollari. Un grande affare, ma… Ma per 24 dipendenti, dirigenti e tecnici di grado elevato, accettare di entrare nell’ecosistema Ebay, che aveva una struttura molto più tradizionale, poco propensa al rischio e al “salto nel vuoto”, significava accettare un ridimensionamento non solo del loro modo di pensare aziendale, ma anche della loro concezione di vita. Abbandonano la famiglia e con i soldi ricavati dalla vendita creano nuove aziende, diventando personaggi chiave della Silicon Valley.
Con il supporto di capitalisti di ventura, fondano startup tecnologiche. Per spiegare il fenomeno, nel 2007 la rivista Fortune intervista Thiel che, nel corso della chiacchierata, usa l’espressione PayPal mafia, che diventa il titolo di un articolo corredato da una foto del gruppo degli ex PayPal – tutti vestiti da gangster – del quale, tuttavia, non fa parte Elon Musk.
La PayPal mafia è, quindi, un nome non ufficiale, inizialmente usato in modo scherzoso, che evidenzia il potere e l’influenza di questo gruppo nei settori della tecnologia, degli investimenti e anche della politica. Questi imprenditori condividono spesso capitali, risorse e conoscenze, dando vita a una sorta di ecosistema dell’innovazione. Di questa “mafia”, Peter Thiel è considerato il “Don”, il boss indiscusso. Oltre a fondare queste società, che definiscono una generazione in grado di fare realmente la storia, i membri della PayPal mafia diventano alcuni degli uomini più ricchi della Silicon Valley.
La definizione PayPal mafia è certamente scherzosa, ma tuttavia è da rilevare che Peter Thiel nel suo libro “Da zero a uno. I segreti delle startup, ovvero come si costruisce il futuro” dedica un intero capitolo, il decimo, a “I meccanismi della mafia”. Il saggio, che è stato definito da Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, un libro che “offre idee completamente nuove e rinfrescanti su come creare valore nel mondo”, ha avuto, non solo oltreoceano, una notevole diffusione e un inaspettato successo.
Non pochi hanno trovato sorprendente che il mondo delle imprese guardi alla mafia come a un modello da emulare. Ancor più emblematico, e soprattutto preoccupante, è che tale riferimento è fatto da ambienti di avanguardia imprenditoriale, pionieri di successo di quella imprenditoria digitale che ha già rivoluzionato e continua a innovare l’intero sistema economico a livello planetario. Ad un attento esame, in realtà, ci si rende conto che la mafia è evocata soltanto per far riferimento alla forza della coesione interpersonale e al valore aggiunto che deriva dall’esistenza di un gruppo di persone affiatate, legate l’una all’altra da vincoli di cooperazione e solidarietà che vanno oltre uno sterile e freddo rapporto di lavoro.
Al di là dei riferimenti alla mafia, il fenomeno PayPal mafia dimostra come un gruppo di persone, grazie a relazioni forti e una visione condivisa, può amplificare il proprio impatto nel tempo. Questo modello di collaborazione e reinvestimento è spesso considerato un esempio ideale di networking. Un dato importante è che il “gruppo dei 24” non si è smembrato e, anche se ognuno si è imbarcato in specifiche operazioni, i legami tra i vari componenti sono rimasti solidi, a conferma che il networking può essere un fattore chiave del successo.
Le punte di diamante del “gruppo di 24” – Elon Musk, Peter Thiel, Reid Hoffman, Chad Hurley, Steve Chen, Jawed Karim, Max Levchin e David Sachs – hanno fondato, co-fondato o acquisito (in toto o in parte) aziende che si chiamano SpaceX, Tesla, Neuralink, OpenAI, Twitter (rinominata X), Clarium Capital, Palantir, Founders Fund, Facebook, YouTube Yelp. Altre eccellenze del “gruppo dei 24” hanno assunto ruoli di rilievo nella promozione di politiche sull’intelligenza artificiale e sulla regolamentazione tecnologica oppure nel finanziamento di iniziative educative e di ricerca.
C’è anche chi ha scelto la politica, come Ken Howery che per alcuni anni è stato ambasciatore degli Stati Uniti in Svezia. Poca cosa rispetto al ruolo che reciterà Elon Musk nei prossimi quattro anni alla guida del Dipartimento per l’efficienza governativa, col compito di formulare “raccomandazioni per riforme drastiche” tese ad aumentare l’efficienza della macchina pubblica e ridurre i lacci e lacciuoli del sistema dei controlli per lasciare mano libera alle imprese.
Un lungo apprendistato, quello di Musk, per presentare la propria candidatura alle prossime presidenziali? Quattro anni passano in fretta, vedremo. Certo è che la mancanza di controlli sulle attività spaziali ha già creato in orbita 260 tonnellate di rifiuti, un dato preoccupante che diventa allarmante se si pensa che la Stazione Spaziale Internazionale – un mostro lungo 72,8 metri, largo 108,5 metri, del peso di circa 420 tonnellate – si avvia verso il suo fine vita. È pur vero che le regole e i controlli sono ormai saltati nella politica, a livello internazionale, col risultato di spianare la strada a una legge che nuova non è: quella della forza! Chi è forte ha, per definizione, ragione! Forse è per questo motivo che la PayPal mafia si è raccolta intorno a Trump, che può contare non solo su Musk ma una buona parte della Silicon Valley!
Questo significa che gli Stati Uniti, e quindi il mondo intero, sono nelle mani della triade più potente: tecnologia-soldi-potere. Forse, lo stesso Trump dovrebbe temere, più che godere, questa nuova triade composta più da tecnici che da politici, perché l’altra faccia della medaglia dice che, mentre in Cina e Russia gli oligarchi rispondono al Potere politico, negli Stati Uniti si stanno creando le condizioni per cui è il potere politico a rispondere alla PayPal mafia o come altro si vuole chiamare la nuova triade!
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