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BEPPE SALA AL “CENTRO”: SE NON È UNA DISCESA IN CAMPO, POCO CI MANCA…
Anche non avesse accennato al tema chiave del futuro suo e del Centrosinistra, in una intervista come quella rilasciata oggi dal sindaco di Milano Beppe Sala al “Foglio” – dove parla di Europa, rapporti con Trump, necessità di aiutare l’Ucraina, e poi ancora imprese, green e tanto altro ancora – si poteva comunque pensare ad una possibile discesa in campo dopo le Elezioni Comunali del 2027 sotto la Madonnina. Ma è poi Sala stesso, di fatto, ad ammetterlo sottolineando di non aver ancora deciso ma non di poter escludere sia una candidatura alle Regionali, sia un ruolo da “federatone” del campo riformista che si snoda tra i due ampli estremi della politica italiana.
Se però del Centrodestra permangono delle critiche sostanziali e comprensibili (anche se assolve Nordio dicendosi d’accordo con la riforma sulla separazione delle carriere), è sul Centrosinistra che crea comunque dibattito il suo rilanciare ad una potenziale «alternativa» nell’area dei moderati-riformisti, e non solo. Intervistato dal direttore Claudio Cerasa, Sala ha osservato le prime settimane del 2025 per capire come le opzioni interne al Pd – i cattodem di “Comunità Democratica” con Ruffini e Delrio, la corrente di Gentiloni e le altre minoranze interne al Nazareno – e nell’area liberale si starebbero muovendo, ma ora tra le sue conseguenze.
L’obiettivo è fondare qualcosa di simile a quello che Forza Italia rappresenta per il Centrodestra, ovvero una potenziale lista di “Centro” che possa tenere assieme le varie anime moderate e riformiste in grado di occupare lo spazio elettorale dei tanti delusi da Meloni e Schlein: «lo spazio per un’alternativa c’è», rivendica Beppe Sala ipotizzando una sua discesa in campo futura.
LE CRITICHE AL PD, LA NECESSITÀ DEL CAMPO “LARGO” E L’UNIONE DEI MODERATI DA CUI PARTIRE
Il tema è però capire la tempistica e la modalità per orientare una nuova forza di moderati nel centro del Paese, non solo del Parlamento: osservando un recente sondaggio di Swg che rilevava l’ex Terzo Polo attorno all’8%, il sindaco di Milano Beppe Sala si dice certo che occorra partire da lì per costruire qualcosa che tenga assieme anche più dei già esistenti Italia Viva, Azione e PiùEuropa. «Senza essere nemmeno partiti saremmo già all’8%», rileva l’ex manager EXPO che però affonda l’attenzione sulla necessitò di un programma certo e un’alternativa reale agli estremisti.
Di certo, Sala guarda con interesse a questa area politica per le prossime eventuali Elezioni Politiche (che si terranno lo stesso lo stesso anno delle prossime Comunali a Milano dove il due volte sindaco di Centrosinistra non può più ricandidarsi) e ritiene che un’area riformista, europeista e moderata possa sopravvivere all’interno di un vero “campo largo”.
Sala infatti non boccia in toto il progetto di un Centrosinistra allargato in grado di confrontarsi con la destra di Meloni, ma dubita che possa realmente essere Elly Schlein la federatrice di tale opzione politica: «ci sono molte opzioni, serve uscire dagli schemi e capire al momento giusto quale sia la proposta più adeguata». Il sindaco 66enne contesta poi all’attuale Segreteria dem di rinnegare la propria stessa storia appoggiando i referendum contro il Jobs Act, pur ammettendo la storica contrarietà di Schlein alle riforme di Renzi, «ma bisognava evitare forse di dividere il partito».
Da Schlein a Gentiloni, fino all’eventualità propria di Beppe Sala: per il sindaco di Milano serve prepararsi già da ore, puntando a vincere le prossime Politiche e preparandosi all’elezione del Presidente della Repubblica. Un campo “largo” ma che non debba per forza imbarcare tutti, specie chi come il M5s che si trova all’opposto delle convinzioni riformiste sulla guerra in Ucraina, o sui rapporti con gli Usa di Trump. Al netto delle sigle e dei nomi, una forza moderata deve nascere al più presto e deve puntare ad una dimensione unitaria, secondo Beppe Sala: «io questo progetto lo guarderei con interesse», dice in maniera piuttosto esplicito il sindaco uscente di Milano, ex Pd ed ex Verde.
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