crescita accelerata, ma ancora insufficiente

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Negli ultimi anni il settore delle energie rinnovabili in Italia ha registrato un’accelerazione significativa, trainata in particolare dall’espansione del fotovoltaico. Tuttavia, secondo lo studio della Banca d’Italia dal titolo “Il recente sviluppo delle energie rinnovabili in Italia“, uscito a febbraio, l’attuale ritmo di crescita non è sufficiente per centrare gli obiettivi fissati dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec).

Fotovoltaico in crescita, ma l’eolico frena l’espansione delle rinnovabili

Dopo il periodo di stallo iniziato nel 2014, dal 2022 l’installazione di rinnovabili ha registrato un incremento notevole, con il fotovoltaico in prima linea. Nel 2023, secondo i dati di Terna, società proprietaria della Rete di trasmissione nazionale (Rtn) di energia elettrica, sono stati installati 5,2 GW di nuova capacità solare, più del doppio rispetto all’anno precedente, con oltre il 70% degli impianti concentrati nel Centro-Nord. Nel primo semestre del 2024, l’aggiunta di 3,3 GW segna un ulteriore aumento, del 40%, rispetto allo stesso periodo del 2023.

La nota dolente riguarda l’installazione di impianti eolici. Il settore registra infatti una crescita modesta che frena il contributo complessivo che le rinnovabili potrebbero offrire al mix energetico nazionale.

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Lo studio evidenzia una crescente diffusione del fotovoltaico su tutto il territorio nazionale, con un forte impulso all’autoproduzione sia in ambito residenziale che industriale. Accanto agli impianti di piccola e media taglia, sempre più adottati da famiglie e imprese, si registra una crescita delle installazioni di grandi dimensioni (oltre 1 MW), che a giugno 2024 rappresentavano quasi un quarto della capacità complessiva. Sebbene questi impianti siano più concentrati nel Sud Italia, negli ultimi anni l’incremento maggiore si è registrato nel Centro-Nord. Inoltre, le aziende dotate di sistemi di autoproduzione hanno dimostrato una maggiore resilienza durante la recente crisi energetica, subendo un impatto minore sulla redditività rispetto a quelle prive di impianti rinnovabili.

Il Sud traina le richieste, ma la burocrazia ostacola le autorizzazioni

La distribuzione geografica delle installazioni riflette il potenziale produttivo dei territori, a sua volta influenzato da una serie di fattori come l’irraggiamento solare (quantità di energia solare che colpisce una determinata superficie) e la ventosità. Sulla base di questi parametri, la capacità eolica installata si concentra quasi esclusivamente nel Mezzogiorno, mentre il fotovoltaico appare più uniformemente distribuito lungo l’intera Penisola. Le richieste di connessione per nuovi impianti eolici e solari di grandi dimensioni si concentrano principalmente nel Sud Italia, con Puglia, Sicilia e Sardegna che da sole rappresentano l’85% della potenza complessiva richiesta a Terna. Tuttavia, il percorso dagli iter autorizzativi alla realizzazione effettiva degli impianti è ancora lungo e tortuoso: a giugno 2024 solo il 2% delle richieste attive si trovava nella fase finale del processo autorizzativo. Il 90% delle richieste, invece, si trova ancora oggi negli stadi preliminari e molte di queste potrebbero non concretizzarsi.

Investimenti e accumulo per sostenere la transizione

L’espansione delle fonti rinnovabili impone un adeguamento della rete di trasmissione nazionale, sia per migliorare il trasporto dell’energia prodotta nei luoghi più adatti sia per bilanciare l’intermittenza delle rinnovabili. L’incremento della generazione distribuita e l’allontanamento medio dei siti di produzione dai centri di consumo pongono nuove sfide. Secondo il Piano di sviluppo della Rtn, pubblicato da Terna nel 2023, sono previsti investimenti per 21 miliardi di euro nella rete di Alta tensione e Altissima tensione (Ae e Ast) entro il 2032, in linea con gli obiettivi rivisti del Pniec e con il pacchetto “Fit-for-55” europeo. 

In questo contesto, conclude lo studio, anche lo sviluppo delle tecnologie di accumulo energetico (come i sistemi di batterie a litio) assume un ruolo chiave per garantire la stabilità del sistema elettrico nazionale. Secondo i dati Terna la potenza dei sistemi di stoccaggio in Italia è passata da 5,9 GW a gennaio 2023 a 9,7 GW a fine novembre 2024, quasi esclusivamente grazie agli accumuli distribuiti su bassa tensione associati a piccoli impianti Fer (Fonti energetiche rinnovabili). Entro il 2030, il Piano di sviluppo prevede un incremento fino a 22,5 GW, con un rafforzamento degli impianti di accumulo su scala industriale, in particolare nel Mezzogiorno.

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