Un piano in due fasi. La prima da attuare relativamente a breve termine, nel giro di qualche mese. La seconda a più lunga gittata. È il programma di Palazzo San Giacomo per il mausoleo Schilizzi di Posillipo. L’appello di Alessandro D’Acquisto, il fratello del carabiniere eroe della seconda guerra mondiale, in un’intervista al “Mattino” e la successiva attenzione del nostro giornale sulla questione, hanno riaperto il tema dell’abbandono in cui versa l’ “ara votiva per i caduti della patria” dove riposano molti dei martiri napoletani delle due grandi guerre mondiali delle prima metà del novecento. Il monumento è chiuso al pubblico da circa sei anni e al momento non ci sono finanziamenti in campo per una riqualificazione. Il Comune, però, vuole trovare soluzioni alternative. «Stiamo lavorando a un programma in due step», dice al “Mattino” il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi.
Il piano
Ma quale è il programma del Municipio? Prima trovare le risorse per garantire la messa in sicurezza e quindi quanto meno la riapertura al pubblico. Poi resta da operare una riqualificazione più ampia per farlo tornare al suo antico splendore. Ma per far quello serviranno ben altri soldi ed è un programma da sviluppare in un secondo momento. Per capirci qualcosa in più, bene dare parola a Manfredi: «Sul mausoleo Schilizzi stiamo trovando le risorse per garantire la messa in sicurezza e quindi riaprire l’accesso al pubblico», spiega. Poi, per il futuro, «bisognerà trovare un finanziamento più grande che ci consenta una riqualificazione sia del parco che del mausoleo», aggiunge ancora il primo cittadino. Ma con quali fondi? Per la prima parte, si tratta di risorse pubbliche. L’intervento sarà portato avanti direttamente dal Comune anche perché la messa in sicurezza per la riapertura non dovrebbe necessitare di investimenti importantissimi. Il mausoleo è chiuso dal gennaio 2019, quando, dopo la segnalazione dei vigili del fuoco per la caduta di alcuni lamierini metallici che costituiscono la cupola del mausoleo, l’area cimiteriale è stata chiusa al pubblico per il pericolo di altri cedimenti. Per la riapertura, quindi, dovrebbe bastare la messa in sicurezza della cupola. Per la seconda parte, invece, bisognerà studiare una strategia adeguata. E serviranno tanti soldi che difficilmente potranno essere messi in campo dal Municipio che, benché stia lavorando al risanamento finanziario, non ha certo casse floride.
La riqualificazione
Un progetto di restauro, con tanto di passeggiata panoramica, esiste dal 2006 diretto dall’architetto Marco Dezzi Bardeschi. Nel 2015 quel progetto fu ripreso e approvato dalla Giunta allora guidata da Luigi de Magistris. Ma i fondi per rimetterlo a nuovo non sono mai stati trovati. Secondo alcune stime legate a quel progetto, servirebbero circa 6 milioni per riqualificare il mausoleo. Un nuovo tentativo per trovare i fondi necessari alla riqualificazione è stato fatto nel 2022 dalla giunta Manfredi che aveva inserito l’opera in un bando per la riqualificazione di parchi e aree verdi del Pnrr insieme con il parco Virgiliano e la Villa comunale. Nessuno dei tre progetti è stato approvato. Ma se per il Virgiliano e la Villa Comunale si è riusciti a intervenire con un altro bando del Pnrr e l’intervento con i fondi di Città Metropolitana, per il mausoleo non è stata trovata altra fonte di finanziamento. Per il programma a lungo termine non è escluso che si possa chiedere l’aiuto dei privati, tentando la strada della partnership tra pubblico e privato che piace all’amministrazione Manfredi. D’altronde è una mossa che fu utilizzata anche un secolo fa.
Il Comune di Napoli istituì un conto dedicato al banco di Napoli – come viene raccontato nel documentario “Schilizzi e la grande meraviglia”, prodotto e diretto da Francesco Carignan – dove attrarre i contributi dei privati per acquisire al proprio patrimonio il monumento che era rimasto abbandonato dopo la morte del suo proprietario, il banchiere livornese Mateo Schilizzi, che ne volle la costruzione. Al momento, però, un programma preciso per il futuro non c’è ancora. «Sulle fonti di finanziamento per la riqualificazione più ampia poi si vedrà», si limita a dire per ora Manfredi. Insomma, con la filosofia pragmatica del “primum vivere”, l’idea ora è trovare i soldi necessari quantomeno a riaprire al pubblico il monumento. E provare a farlo trovare in condizioni all’altezza per il prossimi 25 aprile quando sarà riaperto, come ogni anno, per la festa della liberazione. Poi, una volta messo in sicurezza e riaperto, si penserà alla riqualificazione.
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