Notte degli Oscar 2025, la morte di Gene Hackman diventa un film: se fosse un omicidio come nel caso Heath Ledger? La folle teoria che arriva da Hollywood… – MOW

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Forse stimolato dalla serata più importante per il cinema americano, ma non è la prima volta che questo attore ipotizza che un caso di morte naturale o autoinflitta sia in realtà un omicidio… E chiede aiuto all’Fbi per risolvere il caso Gene Hackman, trovato morte insieme a sua moglie nella loro casa di Santa Fe in New Mexico

La recente scomparsa di Gene Hackman e di sua moglie Betsy Arakawa nella loro lussuosa casa da 3,8 milioni di dollari a Santa Fe ha scatenato un’ondata di speculazioni, e chi meglio di Randy Quaid per gettare benzina sul fuoco? L’attore settantaquattro anni, già noto per le sue teorie cospirazioniste, ha usato X (ex Twitter) per dichiarare senza mezzi termini: “Gene Hackman e sua moglie sono vittime di omicidio, degli stron*i li hanno uccisi e hanno inscenato tutto. Smettetela di parlare dei suoi film, è così che fanno sparire le star!“. E ha aggiunto: “Dovrei diventare un agente dell’Fbi per indagare su queste morti hollywoodiane”.

Parole forti, che ricalcano le accuse di Quaid ai cosiddetti “Hollywood Star Whackers”, una fantomatica organizzazione che, a suo dire, sarebbe responsabile di una serie di morti sospette nel mondo dello spettacolo. Secondo Quaid, Hackman e Arakawa si aggiungono a una lista nera che comprende Heath Ledger, David Carradine e persino Britney Spears e Lindsay Lohan (che però sono ancora vive, dettaglio trascurabile per i complottisti di professione). Già nel 2011, un’inchiesta di Vanity Fair aveva fatto emergere la paranoia dell’attore e di sua moglie Evi, convinti di essere braccati dagli stessi “Whackers”. All’epoca i due vivevano in una Toyota Prius, alternando dichiarazioni shock a guai con la giustizia: fughe dagli hotel senza pagare, occupazioni abusive e arresti per sconfinamenti illegali. Insomma, un curriculum di tutto rispetto per chi si erge a detective delle “morti sospette” di Hollywood.

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Hackman e sua moglie sono stati trovati morti in stanze separate da un domestico, senza segni di violenza o effrazione. L’attore, 95 anni, era in un mudroom con gli occhiali da sole accanto, suggerendo una possibile caduta improvvisa. La moglie, 63 anni, era nel bagno vicino a una stufetta. Entrambi mostravano segni di decomposizione avanzata. E poi c’è il dettaglio macabro: anche il loro cane è stato trovato senza vita in un armadio.

Gli investigatori hanno escluso la fuga di gas e non vedono tracce di crimine, ma restano in attesa dei risultati tossicologici. Un flacone di farmaci trovato vicino alla Arakawa ha sollevato più di una domanda: tra le medicine sequestrate ci sono Diltiazem (per la pressione), un farmaco per la tiroide e Tylenol. Tuttavia, il mistero resta, perché le autorità hanno scoperto che il pacemaker di Hackman ha smesso di registrare attività già il 17 febbraio, giorni prima del ritrovamento dei corpi.

Il caso di Gene Hackman sembra avviarsi verso una spiegazione clinica più che criminale, ma ciò non impedisce a personaggi come Randy Quaid di cavalcare l’onda del complotto. La sua ossessione per le “morti di Hollywood” è ormai parte del folklore del cinema, un bizzarro incrocio tra paranoia e pop culture che rende le tragedie personali materiale per un thriller da B-movie.

Forse, più che un nuovo X-File, questo caso è solo l’ennesima occasione per Quaid di mantenere viva la sua personale saga contro i fantasmi dell’industria cinematografica.

Questa non è solo la storia di un attore dimenticato. È la storia di tutti noi. Il nostro destino, se non avremo l’accortezza di morire mentre siamo ancora utili. Gene Hackman non è stato trattato diversamente da un qualsiasi anziano anonimo e abbandonato lasciato a marcire nel suo appartamento, trovato solo quando l’odore della decomposizione invade il mondo esterno da sotto la porta. È la vecchiaia nella sua forma più cruda: invisibile, superflua, fastidiosa.

Quindi risparmiateci la retorica da Oscar (che, già lo sappiamo, non ci verrà risparmiata affatto). Le lacrime ora non servono a nulla. Gene Hackman è morto come un vecchio qualsiasi perché, alla fine, è questo che siamo tutti, quando il mondo ha finito di usarci: scarti umani che si ostinano a non togliere il disturbo.





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