La destra americana ai confini con la blasfemia

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Soprassediamo sulla differenza fra Divina Provvidenza e il Padre Eterno a cui si era accennato in chiusura dell’articolo precedente. Seppure entrambi Jack Posobiec e Steve Bannon evochino l’illuminazione divina del loro leader, in tutta evidenza, ai ‘terroristi domestici’ USA tale differenza non è chiara.

Nell’ultima settimana ci siamo riletti tutto il Vangelo secondo Giovanni, da: “In principio era il Verbo…” fino a: “Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere.”

Chiedevamo conferme, o dimostrazioni, di qualcosa che forse ci era sfuggito quando studiavamo catechismo. Cercavamo segnali o evidenze che il Cristo, e Dio suo Padre, in qualche passaggio del Nuovo Testamento suggeriscano di respingere i poveri; di non dare, o togliere, il sostegno ai bisognosi; di giudicare e condannare chi è diverso; di violare leggi e ordinamenti nel segno divino; di calpestare i diritti degli esseri umani; di esortare i popoli a idolatrare il proprio capo, un leader nel nome del quale ogni cosa è lecita, perfino trasformare la terra del Cristo in un “resort” per miliardari; di sottostare al volere di un nuovo Mida che aspira alla propria statua dorata, là dove lo stesso Cristo – ora invocato per motivi di contrabbando ideologico – un tempo viveva diffondendo il suo verbo. La medesima terra ridotta in polvere e macerie sotto le quali è ancora fresco il sangue di decine di migliaia di conterranei di Gesù di Nazareth.

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Nulla di tutto ciò. Nel Vangelo, invece, abbiamo trovato il contrario: messaggi di tolleranza; di pace in terra agli uomini di buona volontà; di amore per il prossimo; di soccorso e carità per chi ha fame e sete; dell’impossibilità umana a giudicare (“chi è senza peccato scagli la prima pietra”); di condivisione di quanto si ha sulla tavola e nella propria casa; di accoglienza e mano tesa verso sofferenti, indifesi e diseredati.

Quello che accade nei pressi della Casa Bianca è, purtroppo, un film in parte già visto. La destra americana sembra ripercorrere molto da vicino le orme del Ku Klux Klan, il gruppo razzista, suprematista, integralista religioso (e antipapale), responsabile di efferati atti come linciaggi, omicidi, impiccagioni e persecuzioni, tristemente famoso per le incursioni notturne con fiaccole, cappucci e la croce bianca con la goccia di sangue al centro. Agivano agli ordini del “grand wizard” – il grande mago, all’epoca forse senza ciuffo – nello spirito del tutto simile ai pistoleros digitali che oggi agognano il potere usando la magia dei social media per inventare e propagare menzogne, fake news e teorie complottiste.

Ma non è tutto. A Washington la destra revanscista ci ripropone un altro atroce film già proiettato sugli schermi della storia. Il solo pensiero di “trasferire” (eufemismo) milioni di esseri umani da Gaza verso una terra indefinita, che nulla ha a che vedere con la storia e l’identità dei Palestinesi, fa ripercorrere il cammino del “Medz Yeghern”, il Grande Male, ossia la deportazione degli Armeni nel deserto da parte dei turchi ottomani e il loro conseguente sterminio (1915-1917).

Nelle parole e negli intenti della destra americana (ma forse non solo di quella a stelle e strisce) non vi è traccia di carità cristiana, di misericordia per deboli e indifesi, né dell’insegnamento di Gesù a non giudicare e condannare chi è diverso o chi la pensa in altro modo. Mistificare il Cristo, stravolgendo il significato del pensiero che ci ha lasciato, è solo un aberrante espediente per ubriacare le menti al fine di soggiogarle e portarle ad accettare il tentativo di trasformare una democrazia in un’autocrazia. Anzi, diciamocela tutta, in una tecno-plutocrazia. E contrabbandando tutto ciò per volere divino.

A questo punto, due sono le domande che ci poniamo.

Come si fa a definirsi “cristiani che combattono per Gesù nostro Re” se nel contempo si vuole annichilire gli avversari, spogliare i “diversi” dai loro diritti, respingere e/o deportare masse di esseri umani (in ben due continenti, sic!) e infine, come per magia, cancellare secoli di storia con piogge di dollari all’ombra di grottesche statue dorate?

E poi, considerando i legami del nostro Primo Ministro con Donald Trump, Elon Musk e la stessa CPAC, in che modo può Giorgia Meloni conciliare la sua posizione di donna e madre, devota a Dio, Patria e Famiglia – come ella stessa si auto declamò in Spagna – con i disegni bellicosi della Casa Bianca nei confronti degli alleati della NATO? Oppure con i mortificanti accordi tra Washington e Mosca ai danni dell’Ucraina? E, ancor più, con le mistificanti contraddizioni dei “cristiani” d’oltreoceano?

2/continua

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