Il film Casino (1995) di Martin Scorsese, tratto dal libro Casino: Love and Honor in Las Vegas di Nicholas Pileggi, racconta l’ascesa e la caduta di Sam “Ace” Rothstein, brillante bookmaker affiliato alla mafia, e il suo dominio sul casinò Tangiers a Las Vegas. Attraverso le vicende di Ace, del violento Nicky Santoro e della tormentata Ginger McKenna, il film esplora il complesso intreccio tra legalità e criminalità, mostrando come il sistema giuridico si pieghi agli interessi economici e mafiosi.
Il film Casino (1995) di Martin Scorsese, basato sul libro Casino: Love and Honor in Las Vegas di Nicholas Pileggi, racconta l’ascesa e la caduta di Sam “Ace” Rothstein (Robert De Niro), un brillante bookmaker affiliato alla mafia di Chicago, incaricato di gestire il casinò Tangiers a Las Vegas. Al suo fianco vi sono il violento gangster Nicky Santoro (Joe Pesci) e la sofisticata ma autodistruttiva Ginger McKenna (Sharon Stone). Il film esplora il mondo del gioco d’azzardo, della corruzione e della brutalità che caratterizzano il sottobosco criminale della città, mettendo in luce le dinamiche di potere, tradimento e decadenza morale.
Diritto e Illegalità: la Regolamentazione del Caos
Uno dei temi centrali di Casino è il rapporto tra legge e crimine. Scorsese rappresenta Las Vegas come una città in bilico tra legalità e illegalità, un microcosmo in cui il confine tra regolamentazione e violenza mafiosa è estremamente labile e spesso svanisce del tutto. La gestione dei casinò da parte della mafia si fonda su un sofisticato sistema di corruzione e connivenza con le autorità locali, un meccanismo in cui funzionari pubblici, politici e organi di vigilanza diventano ingranaggi di un apparato che anziché contrastare l’illegalità, la incorpora nel proprio funzionamento.
La legge, in questo contesto, non si configura come un principio astratto e universale di giustizia, ma come un fragile strumento di potere, spesso subordinato a logiche di profitto e controllo. Il sistema giuridico, teoricamente deputato a garantire ordine e trasparenza, viene distorto per legittimare gli interessi di pochi, trasformandosi in un’illusione normativa che maschera il dominio di forze extra-legali. Il film mostra come il diritto possa essere selettivamente applicato: mentre alcune trasgressioni vengono perseguite con rigore, altre vengono ignorate o persino facilitate, a seconda della convenienza di chi detiene il potere.
Scorsese, con il suo sguardo disincantato, evidenzia l’ambiguità morale della legge quando si intreccia con il mondo del crimine organizzato. Las Vegas diventa il simbolo di un capitalismo estremo, dove il denaro è la vera legge e la violenza è la sanzione ultima. In questo scenario, la regolamentazione appare come una facciata, uno strumento di legittimazione che non elimina l’illegalità, ma la canalizza e la istituzionalizza, trasformandola in una parte integrante del sistema stesso.
Filosofia del Potere: Hobbes e il Leviatano Criminale
Dal punto di vista filosofico, Casino può essere letto alla luce della teoria del potere di Thomas Hobbes. Il mondo del gioco d’azzardo controllato dalla mafia funge da Leviatano alternativo, un’autorità che impone ordine e sicurezza in un contesto altrimenti segnato dal caos. Proprio come il sovrano hobbesiano sorge dalla necessità di prevenire la guerra di tutti contro tutti, così l’organizzazione mafiosa stabilisce un equilibrio fondato sulla deterrenza della violenza e sull’imposizione di regole rigide. Tuttavia, a differenza dello Stato hobbesiano, che si legittima attraverso un contratto sociale e un’autorità centralizzata, il dominio mafioso si regge sulla violenza arbitraria, sul tradimento e sull’assenza di una legittimità riconosciuta al di fuori della forza bruta.
Questa precarietà intrinseca determina l’inevitabile dissoluzione dell’ordine mafioso. Quando la violenza diventa incontrollabile e il tradimento si insinua all’interno del sistema stesso, il potere perde stabilità e si avvia verso l’autodistruzione. La parabola di Ace Rothstein e Nicky Santoro simboleggia proprio questa fragilità strutturale: inizialmente dominatori di un impero apparentemente solido, finiscono travolti dalle stesse dinamiche di brutalità e sfiducia su cui avevano costruito il loro potere. Nel momento in cui la paura cessa di essere un elemento di coesione e diventa una minaccia per gli stessi membri dell’organizzazione, il sistema implode, dimostrando che un ordine fondato esclusivamente sulla forza non può che essere effimero e destinato alla rovina.
Capitalismo e Degrado Morale: Il Denaro come Nuova Etica
Un altro aspetto fondamentale del film è la critica al capitalismo sfrenato e alla mercificazione dei rapporti umani. Scorsese mostra come il denaro sia il vero motore delle relazioni tra i personaggi, riducendo ogni valore morale a una questione di profitto. In Casino, l’avidità non è solo una caratteristica individuale, ma un sistema che permea ogni livello della società, regolando le interazioni personali e professionali con una logica spietata. Il potere e la violenza si intrecciano con il denaro, delineando un mondo in cui la sopravvivenza dipende dalla capacità di adattarsi alle sue regole brutali.
Ginger, che rappresenta il lato più tragico di questa logica, si autodistrugge proprio perché incapace di sfuggire al cinismo che permea la sua esistenza. La sua parabola discendente è emblematica: inizialmente abile nel manipolare il sistema a suo vantaggio, finisce per esserne travolta, dimostrando come la mercificazione dell’individuo non risparmi nessuno, neanche chi crede di saperla padroneggiare. Il suo rapporto con Ace Rothstein e Lester Diamond è interamente mediato dal denaro, espressione di una società in cui il valore di un individuo è determinato dalla sua capacità di generare ricchezza o di sfruttare quella altrui.
In questo senso, Casino si avvicina alle riflessioni di Max Weber sullo spirito del capitalismo, evidenziando il conflitto tra etica e profitto in una società dominata dalla ricerca del guadagno. Se per Weber il capitalismo moderno trova una giustificazione etica nel protestantesimo, il mondo di Casino appare come la degenerazione di questo principio: qui, l’accumulazione della ricchezza non ha più alcuna dimensione morale o ascetica, ma è fine a se stessa. L’etica del lavoro viene sostituita da una logica di sfruttamento e predazione, dove l’unico valore riconosciuto è il successo economico. La progressiva decadenza dei personaggi riflette così il fallimento di un sistema in cui tutto – inclusi i sentimenti e le relazioni umane – diventa una merce da comprare, vendere o barattare.
Conclusione
Attraverso una narrazione densa e ipnotica, Casino non è solo un film sulla criminalità organizzata, ma una profonda riflessione sul potere, sulla legge e sulla degenerazione morale in una società regolata dal denaro. Scorsese ci conduce in un mondo in cui l’apparenza del lusso e della ricchezza maschera una realtà fatta di corruzione, violenza e fragili equilibri di potere, destinati inevitabilmente a crollare. Ogni personaggio incarna una sfaccettatura di questo microcosmo spietato: Sam “Ace” Rothstein, il calcolatore ossessionato dall’ordine, il cui rigore è minato dall’imprevedibilità delle passioni umane; Nicky Santoro, la furia distruttiva di un sistema che si nutre di violenza e tradimento; Ginger McKenna, il simbolo della seduzione del denaro e del suo potere corrosivo sulle relazioni umane. Scorsese ci mostra come l’illusione di controllo e dominio sia destinata a infrangersi contro la realtà dell’avidità e del tradimento, lasciando dietro di sé solo rovine e polvere, in un’epopea tragica che si consuma tra il bagliore delle luci di Las Vegas e l’oscurità dell’animo umano.
Daniele Onori
Bibliografia
Thomas Hobbes, Leviatano, Laterza, 2001.
Max Weber, L’etica protestante e lo spirito del capitalismo, Rizzoli, 2015.
Nicholas Pileggi, Casino: Love and Honor in Las Vegas, Vintage, 1996.
Giorgio Agamben, Stato di eccezione, Bollati Boringhieri, 2003.
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