Cosa c’è dietro lo scontro tra Trump e Zelensky: il retroscena sulla lite

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Una richiesta non accolta. Ovvero quella di non parlare delle “garanzie di sicurezza” per l’Ucraina. Sarebbe questo uno dei motivi della lite che si è consumata venerdì nello Studio Ovale della Casa Bianca tra il leader ucraino Zelensky e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. A pubblicare il retroscena è il Guardian che cita “fonti a conoscenza della questione”. E racconta della “frustrazione” dei funzionari statunitensi dopo che, a loro dire, Zelensky si sarebbe rifiutato di seguire i loro consigli. Una versione che sembra confermata anche dai resoconti di altri media, tra cui il New York Times e la Nbc.

L’accordo sullo sfruttamento dei minerali ucraini 

Ma andiamo con ordine. Trump e Zelensky avrebbero dovuto discutere dell’accordo sui minerali ucraini, la cui bozza – messa a punto dalle parti – prevede un fondo destinato alla ricostruzione dell’Ucraina, gestito dagli Stati Uniti, le cui dotazioni economiche saranno versate al 50 per cento dalla vendita delle risorse presenti nel sottosuolo del Paese. Dall’ultima versione del documento era sparita la richiesta più esosa fatta dall’amministrazione Trump, ovvero quella di ottenere fino a 500 miliardi di dollari in risorse minerarie come compenso per gli aiuti a Kiev.

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Nel testo non veniva menzionato alcun impegno concreto sulle garanzie di sicurezza, ma solo un vago riferimento al sostegno americano agli “sforzi” ucraini per ottenere le garanzie “necessarie a stabilire una pace duratura”.

Il casus belli

Secondo i retroscena, Trump sarebbe stato pronto a firmare l’accordo, tant’è che alla vigilia dell’arrivo a Washington di Zelensky, si era rimangiato anche l’insulto che gli aveva rivolto solo pochi giorni prima chiamandolo “dittatore”. “L’ho detto davvero? Non ci posso credere. Ora un’altra domanda”. 

La rottura tra i due leader sarebbe arrivata proprio perché, a sentire i funzionari statunitensi, Zelensky non avrebbe dovuto tirare in ballo il tema delle garanzie di sicurezza, un argomento spinoso di cui le parti avrebbero forse discusso in seguito. Anche perché Trump vede proprio nella firma di quegli accordi una garanzia per Kiev, dal momento che, siglando la partnership, a suo dire gli Usa avrebbero interesse nella prosperità economica dell’Ucraina. Ma per gli ucraini non si può parlare di pace senza che si discuta anche di come proteggere il Paese da eventuali future aggressioni russe. Proprio il rifiuto di Mosca nel fare compromessi sul tema della sicurezza di Kiev era stato del resto uno dei motivi, se non il principale, per cui fallirono i negoziati del 2022. 

Il senatore repubblicano e il consiglio a Zelensky prima dell’incontro con Trump

Torniamo a Washington e allo scontro alla Casa Bianca. Il senatore Lindsey Graham ha raccontato al New York Times di aver parlato con Zelensky poche ore prima che incontrasse Trump nello Studio Ovale e di avergli dispensato alcuni consigli, tra cui quello di “non entrare in una discussione sugli accordi per la sicurezza”. Secondo i collaboratori di Trump però il presidente ucraino non ha tenuto conto delle indicazioni arrivate dal senatore e da altri funzionari Usa quando ha messo in dubbio le affermazioni del vicepresidente Vance sull’importanza di risolvere il conflitto “attraverso la diplomazia” e probabilmente, secondo la linea Trump, solo con quella.

La lite e l’ira di Trump e Vance

Replicando a Vance, nel corso del colloquio Zelensky ha fatto notare che Putin finora ha disatteso tutti gli accordi e le promesse fatte all’Ucraina e agli altri leader, sottolineando che dal 2014, anno in cui l Russia ha invaso la Crimea, al 2022, nessuno è stato in grado di fermarlo. Un’obiezione a cui Vance ha risposto duramente accusando Zelensky di essere “irrispettoso” per aver affrontato l’argomento “davanti ai media americani” e di dover “ringraziare il presidente per aver cercato di porre fine a questo conflitto”. La Nbc riporta anche il virgolettato pronunciato da un funzionario del governo Trump, secondo cui “a Zelensky era fin troppo chiaro che nell’accordo non ci sarebbero state garanzie di sicurezza”. 

Citando tre fonti anonime, il New York Times scrive che l’ira di Trump e del sue vice sarebbe dovuta al fatto che il leader ucraino non aveva ringraziato a sufficienza gli Stati Uniti mettendo per giunta sul tavolo il tema della sicurezza dell’Ucraina di cui l’amministrazione Usa non avrebbe voluto discutere. In altre parole Trump si aspettava un atteggiamento più dimesso (se non sottomesso) da parte di Zelensky e soprattutto nessun accenno ai problemi che Kiev vede come prioritari per il suo futuro. Nell’ottica del presidente Usa l’incontro sarebbe dovuto essere una sorta di passerella per apporre la sua firma e quella di Zelensky in calce all’accordo sui minerali, il tutto sulla base di vaghe promesse su un futuro di pace. Ma quando il leader ucraino ha ricordato a Trump e a Vance che è difficile credere alla parola di Putin la loro reazione è stata furibonda.



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