I lavoratori del centro commerciale Ikea di Bari hanno scioperato per 4 ore, dalle 9 alle 13, nella giornata di astensione dall’impiego proclamata dai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e UIltucs. Secondo le organizzazioni sindacali, vi sarebbe stata un’adesione dell’80% dell’organico lavorativo del centro commerciale barese.
Il segretario generale Filcams Cgil Bari, Antonio Ventrelli, ha affermato che la mobilitazione del personale Ikea “è stata indetta, dopo oltre un anno e mezzo di trattative per il rinnovo del contratto Integrativo aziendale scaduto da sei anni, in seguito alla persistente mancata risposta da parte dell’azienda alle richieste avanzate dal sindacato volte a tutelare i diritti dei lavoratori ed a garantire condizioni di lavoro più dignitose ed in particolare si contesta la mancata applicazione delle maggiorazioni salariali per i neoassunti che crea inaccettabili divisioni generazionali tra i dipendenti, l’obbligo di lavorare nei giorni festivi che non consente la conciliazione dei tempi di vita e lavoro senza peraltro riconoscere a livello economico adeguate maggiorazioni e compensazioni, un sistema di progressione di carriera che svilisce le professionalità interne, utilizzo diffuso dei contratti di lavoro part time senza possibilità di integrazione oraria che crea condizioni economiche di povertà per larga parte dei dipendenti”.
Ventrelli rimarca che “nonostante Ikea sia un gruppo solido che aumenta fatturato ed utili grazie soprattutto alla professionalità e dedizione dei propri dipendenti, non riconosce il giusto valore alla sua forza lavoro e, pertanto, la mobilitazione continuerà (il 15/03/2025 è stata indetta una giornata di sciopero nazionale) fino a quando la società non modificherà le scelte aziendali accogliendo le richieste sindacali mirate a raggiungere una intesa dignitosa che migliori le condizioni economiche e di lavoro dei lavoratori”.
La replica di Ikea: “Impegno azienda era per migliorare condizioni economiche lavoratori”
In una nota di replica, Ikea.conferma “che, purtroppo, le negoziazioni relative al rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale si sono interrotte dopo una lunga e importante trattativa, avendo appreso che le Organizzazioni Sindacali hanno ritenuto non soddisfacente la proposta aziendale presentata. Pur nel rispetto delle decisioni dei sindacati, siamo dispiaciuti dell’esito riscontrato, in quanto l’impegno dell’Azienda era volto a migliorare ulteriormente le condizioni economiche già riconosciute a tutti i co-worker dall’attuale Contratto Integrativo con interventi sia sul versante del welfare che delle maggiorazioni, in IKEA già ampiamente migliorative rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale.
In particolare, la proposta di Ikea “intendeva incrementare le maggiorazioni per il lavoro domenicale e festivo e creare un premio uguale e inclusivo accessibile a tutti i co-worker, con un significativo aumento degli importi: ad esempio per un addetto vendita full time l’importo del premio avrebbe superato i €2.000 lordi. Inoltre, sarebbero stati previsti maggiori investimenti in formazione per sostenere i percorsi di sviluppo dei co-worker attraverso l’accrescimento delle competenze specialistiche, e l’introduzione di un importo annuale per tutti i lavoratori da poter spendere su una piattaforma di welfare in beni o servizi. Infine, la nostra proposta comprendeva ulteriori benefit innovativi quali un supporto alle persone che accedono a percorsi di procreazione medicalmente assistita o nei confronti di co-worker che intraprendono percorsi di transizione di genere”.
Ikea ribadisce “di non aver proposto alcun peggioramento rispetto a quanto già riconosciuto dalle normativa e dal Contratto Integrativo vigente. In tal senso, ad applicare il Contratto Integrativo vigente e con esso tutti i benefici in esso previsti. Infine, per quanto riguarda le aperture dei nuovi formati (Paop), Ikea ribadisce che si tratta di formati innovativi che consentono di essere più vicini alle esigenze dei clienti e precisiamo che all’interno degli stessi tutti i diritti sindacali previsti dalla normativa vigente sono garantiti”.
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