Una nave-scuola per la pace

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Le Bel Éspoir solcherà le acque del Mediterraneo dal 1 marzo al 26 ottobre 2025. Sarà una nave-scuola di pace per oltre 200 giovani provenienti dai diversi Paesi che si affacciano su questo mare.

«Un’odissea di pace nel Mediterraneo». È questo ciò che vogliono essere gli Incontri Mediterranei del 2025: un giubileo decentralizzato che unisca le sponde di questo mare, oggi troppo spesso attraversato da conflitti e divisioni.
Gli Incontri Mediterranei nascono nel 2020 come incontri tra vescovi del Mediterraneo con l’obiettivo di unire i popoli che si affacciano sulle sponde di questo mare – su questo “Lago di Tiberiade allargato”, come direbbe Giorgio La Pira. Nati come momento di incontro e confronto tra soli vescovi, vedono oggi la partecipazione, insieme ai Vescovi, dei giovani. I giovani che, come ricorda Papa Francesco, se «ben formati e orientati a fraternizzare, potranno aprire porte insperate di dialogo». 
È questo ciò che cerano di fare gli Incontri Mediterranei: creare ponti di dialogo, fraternità, pace e speranza tra popoli che, pur trovandosi oggi spesso in contrapposizione, restano uniti, consapevoli o meno che ne siano, da radici profondamente comuni. Il mare nostrum, infatti, spazio di incontro tra le religioni abramitiche, tra il pensiero greco, latino e arabo, tra la scienza, la filosofia e il diritto, non è una questione conflittuale ma una risposta di pace. «L’inizio e il fondamento della pace fra tutte le nazioni del Mondo», diceva La Pira. «La risposta – aggiungeva – è possibile se si considera la comune vocazione storica e per così dire permanente che la Provvidenza ha assegnato nel passato, assegna nel presente e, in un certo senso, assegnerà nell’avvenire ai popoli e alle nazioni che vivono sulle rive di questo misterioso lago di Tiberiade allargato che è il Mediterraneo». Mediterraneo, terra di Abramo, di Isacco, di Giacobbe. Luogo in cui Cristo svolse il suo ministero pubblico e portò il lieto annuncio alle genti.

Ce lo ricorda Papa Francesco: «Il mare nostrum, al crocevia tra Nord e Sud, tra Est e Ovest, concentra le sfide del mondo intero. È avamposto di sfide che riguardano tutti». Pensiamo a quella climatica, con il Mediterraneo che rappresenta un hotspot dove i cambiamenti climatici si avvertono più rapidamente; pensiamo a quella migratoria, dove migliaia di persone ogni giorno perdono la vita in viaggi disumani e degradanti; a quella del dialogo tra religioni, che troppo spesso vede contrapporsi fratelli e sorelle discendenti da un unico padre – Abramo – ; pensiamo alla sfida della costruzione pace, con guerre che si moltiplicano sulle rive del nostro mare.

«Questo mare, “specchio del mondo”, porta in sé una vocazione globale alla fraternità, vocazione unica e unica via per prevenire e superare le conflittualità» (Papa Francesco).

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Le tappe che la nave-scuola Le Bel Espoir farà dal 1 marzo al 26 ottobre 2025: oltre 200 giovani provenienti dai diversi Paesi sulle rive del Mediterraneo vivranno questa esperienza insieme.

La nave Le Bel Éspoir, che solcherà le acque mediterranee dal 1 marzo al 26 ottobre 2025, sarà una nave-scuola di pace per oltre 200 giovani provenienti dai diversi Paesi che si affacciano sulle rive di questo mare, di differente cultura e religione. Otto tragitti di incontro, fraternità, preghiera e formazione uniranno Biserta, Ravenna, La Valletta, Atene, Istanbul, Napoli, Marsiglia, Palermo e molte altre città in uno spirito di fraternità, speranza e pace. Anche alcuni giovani vicini alla Comunità saranno presenti a bordo di questa nave, provenienti da Italia, Francia, Afghanistan, Russia e Marocco.

Questo Incontro Mediterraneo 2025 non è un evento isolato bensì si inserisce all’interno di un cammino più ampio promosso dalla Chiesa e che, a Dio piacendo, proseguirà e crescerà nel corso del tempo. In quest’ottica di fraternità e cooperazione mediterranea, infatti, già esistono e hanno iniziato a portare frutti un Consiglio dei giovani, una rete di teologi, una rete di monasteri e una rete di università del Mediterraneo. Inoltre, a conclusione del Sinodo recentemente svoltosi, si è auspicata la nascita, su esempio del Sinodo dell’Amazzonia, di Conferenze episcopali ed Assemblee ecclesiali regionali che, «coniugando l’attenzione ai legami che formano l’unità di tutta la Chiesa con il riconoscimento delle particolarità legate al contesto in cui vive ogni Chiesa locale, discernano, identifichino e promuovano strutture di pace e pratiche concrete per essere una Chiesa sinodale in missione» (Documento Finale della Seconda sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei vescovi).

Questo cammino mediterraneo, insomma, è appena agli inizi, ma tanti semi stanno crescendo e portando frutti.

Fiduciosi nello Spirito che guida la storia, seguiamo con attenzione gli sviluppi di questo cammino, sicuri che il Signore, tramite relazioni di pace, aprirà cammini di speranza e di fraternità.

Che questo anno giubilare ci aiuti a riconoscere i semi di Speranza che ogni giorno nascono nelle nostre vite, anche sulle sponde di questo mare oggi particolarmente ferito.



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