Turismo, Agta: Attesa per le nuove guide, perplessità e preoccupazione per tipo di esame

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Si è chiuso il 27 febbraio con circa 27.000 candidature il bando di esame per l’abilitazione alla professione di guida turistica. L’AGTA, Associazione Guide Turistiche Abilitate, dichiara in proposito: “Sebbene la nostra associazione abbia sollecitato da anni nuove abilitazioni, perché l’attività in alcune aree del paese è diventata veramente difficile a causa della scarsità di guide, il tipo di bando e di esame suscitano in noi più di qualche preoccupazione.  Il fatto che il numero delle domande sia il doppio delle guide attualmente in attività dovrebbe imporre serie riflessioni a tutti.” “La prima considerazione riguarda i requisiti richiesti. La Commissione Europea ha imposto all’Italia di modificare (Legge n. 56 del 29/04/2024) la riforma della professione (Legge n. 190 del 13/12/2023) imponendo di togliere la laurea triennale dai requisiti per l’esame (nella riforma originaria voluta dal Parlamento italiano era valida la laurea in qualsiasi disciplina) e di abbassare il livello delle lingue al B2, che per una guida turistica è totalmente insufficiente”.

“Questo innanzitutto potrebbe causare un abbassamento del livello qualitativo con ripercussioni negative su tutta la categoria in generale e una brutta immagine del nostro turismo, offrendo una scusa a chi vuole far venire dall’estero i propri accompagnatori-guide, anche senza abilitazione, perché madrelingua (obiettivo perseguito da alcuni grandi tour operator internazionali da anni, per massimizzare i profitti, spostando all’estero il reddito generato dal comparto)”.

“Per non parlare del fatto che i requisiti danno un’idea fuorviante dell’attività di guida ai candidati e in generale al pubblico. Il livello B2 illude migliaia di persone, che nel caso passino l’esame si troveranno di fronte alla realtà di non poter lavorare in lingua straniera finché non saranno in grado di raggiungere di fatto un C1, a meno di non voler collezionare disastri e pessime recensioni per loro e per le agenzie.  Avere tolto la laurea almeno triennale significa far credere che la conoscenza dell’archeologia e della storia dell’arte non siano essenziali nel nostro lavoro, mentre sono le fondamenta, insieme alla storia, su cui si basano le visite, perché, come dice la legge, l’illustrazione dei monumenti è l’oggetto della nostra professione, poi viene tutto il resto. E un monumento non si studia a memoria, perché si può capire, illustrare e far comprendere agli altri solo se si conosce lo sviluppo delle correnti artistiche e culturali, se si riconosce un muro antico da uno moderno e tanto altro. Non avere capito questo significa pensare che in Italia la guida sia una che si limiti a indicare con la bandierina a destra e a sinistra; o confondere la guida con l’accompagnatore”.

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“La difficoltà di verificare le competenze richieste ormai dal turismo contemporaneo, certo non comparabile con quello di 30-40 anni fa, è amplificata dal fatto che questo sarà un esame “nazionale” (e non poteva essere altrimenti, perché se l’abilitazione è valida su tutto il territorio nazionale anche le prove devono riguardare tutta Italia). L’attività di una guida però è territoriale, perché si svolge principalmente, tranne pochi casi, in una città o in una regione. Quindi, coloro che passeranno e otterranno l’abilitazione dovranno rimettersi sui libri per studiare molto approfonditamente la città o la regione in cui vorranno lavorare, perché non è certo l’esame che potrà prepararli all’attività vera di guida, sia dal punto di vista teorico che pratico”.

Isabella Ruggiero, presidente dell’AGTA, aggiunge: “La terza considerazione è di tipo socio-economico. Delle circa 15.000 guide attive in Italia, una parte svolge l’attività in maniera occasionale, anche perché vive in aree dove il turismo non è un settore prevalente tutto l’anno: sono guide che svolgono visite a volte nel fine settimana, a volte solo in estate; amano profondamente questo lavoro ma sfortunatamente non potrebbero sopravvivere facendo solo quello. Varie migliaia di guide però, soprattutto quelle che vivono nelle città d’arte e in alcune aree fortemente turistiche (laghi del Nord Italia, alcune zone della Liguria, Campania, Puglia, Sicilia, ecc.) svolgono questa attività come professione, hanno Partita IVA e mantengono una famiglia con tale lavoro.  Andare a immettere sul mercato un numero di guide al momento incalcolabile ma sicuramente enorme, forse pari a quelle attualmente in esercizio, o anche solo metà di quelle in esercizio, creerebbe uno scompenso dalle conseguenze gravissime per migliaia di famiglie. Per non parlare del fatto che per legge il Ministero dovrebbe fare un bando e un esame con nuove abilitazioni ogni anno, quindi parliamo di migliaia di persone oltre queste ogni 1-2 anni nei prossimi 10 anni. Certo, finché poi tra 5-10 anni le persone che adesso guardano alla professione di guida come a una scelta di vita non si renderanno conto che l’abilitazione non darà più lavoro a nessuno e che nessuno riuscirà più a viverci”.

“E così finalmente la Commissione Europea avrà raggiunto lo scopo che persegue da anni, di liberalizzare completamente la nostra professione, ma senza averci costretto attraverso una legge che l’Italia finora è riuscita ad evitare, bensì con l’abbassamento del livello qualitativo della categoria, con il calo dei compensi e con l’implosione socio economica. Un colpo da maestri”.

“Nonostante questi timori (fondati) sul futuro (non tanto lontano), AGTA conferma l’apprezzamento per il lavoro compiuto dal Ministro Santanché nel 2023-2024 per fare una riforma che fosse la migliore possibile in quella difficile situazione, oltre che per la sensibilità dimostrata verso i problemi della categoria e per il coinvolgimento vero delle associazioni.” “Ora che il Ministero sta lavorando a strutturare l’esame, riteniamo però fondamentale che si coinvolgano di nuovo in maniera seria le associazioni di categoria, gli unici soggetti in grado di assicurare una consulenza adeguata per un esame che dia al comparto ciò di cui ha bisogno: una nuova generazione di guide turistiche che dispongano di una solida preparazione e di competenze linguistiche adeguate, al fine di innalzare ulteriormente lo standard qualitativo dell’offerta turistica italiana.” Conclude Isabella Ruggiero: “Chiudiamo queste riflessioni con un impegno e una promessa a coloro che desiderano intraprendere la professione di guida e che stanno studiando in vista delle prove: AGTA sarà al fianco dei nuovi abilitati mettendo a disposizione visite, lezioni, training e affiancamenti per aiutarli ad acquisire le competenze specifiche e gli strumenti necessari ad inserirsi da subito nel mondo del lavoro”.



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