Trasferimento detenuti giovani adulti in un padiglione della Dozza: una tempesta in un bicchier d’acqua. Cosa non si farebbe per un po’ di propaganda …
620 detenuti minorenni presenti per non più di 500 posti disponibili.
Questa è la drammatica situazione della giustizia minorile, alle prese con un numero inverosimile di detenuti mai raggiunto prima nella storia italiana.
Il Decreto Caivano e le vere cause dell’aumento dei detenuti negli IPM
La solita propaganda di chi fa “opposizione a prescindere”, imputa questo sovraffollamento al Decreto Caivano che, a dire di certa politica, ha moltiplicato il numero dei minorenni detenuti.
In realtà, le vere cause della crescita esponenziale di detenuti minori sono essenzialmente tre:
- L’aumento della delinquenza, e conseguentemente dei reati, minorile (cfr. il report della direzione centrale della polizia criminale);
- L’aumento degli immigrati minori non accompagnati;
- La legge Orlando che ha dirottato nelle carceri minorili i giovani adulti 21-25 anni.
Gli sforzi del Dipartimento per la Giustizia Minorile
Tuttavia, a prescindere da queste doverose precisazioni, il Dipartimento per la Giustizia Minorile sta cercando di mettere in campo ogni possibile contromisura per arginare le conseguenze negative di questo sovraffollamento sia in termini di eventi critici che, soprattutto, per quanto riguarda il corto circuito di tutte le attività trattamentali/rieducative.
Le misure adottate
Una prima misura (contrariamente a quanto affermato dalla propaganda) è stata introdotta proprio dal Decreto Caivano attraverso la facilitazione delle procedure di trasferimento nelle carceri ordinarie dei giovani adulti che rifiutano di partecipare ai programmi di trattamento rieducativo e/o si rendono responsabili di atti di violenza.
La seconda misura è stata quella di recuperare alcune strutture dismesse e accelerare la realizzazione di altre in costruzione come, rispettivamente: L’Aquila, Lecce e Rovigo, tre penitenziari che dovrebbero essere attivati entro la fine dell’anno.
La terza misura, provvisoria in attesa dell’attivazione dei già menzionati istituti, è stato un accordo con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per poter disporre di un padiglione dove destinare temporaneamente un numero limitato di detenuti giovani adulti.
La verità sull’operazione di Bologna
Ebbene, agli ignari manifestati che gridano, in buona fede, allo scandalo per l’incarcerazione di minorenni nei penitenziari per gli adulti, è stato nascosto il vero contenuto dell’operazione (esponendoli tra l’altro ad una brutta figura):
- Il provvedimento è provvisorio e limitato nel tempo;
- Il padiglione detentivo è nettamente e fisicamente distaccato dal resto del penitenziario;
- Nessun giovane detenuto entrerà mai in contatto con detenuti adulti;
- Si tratta soltanto ed esclusivamente di detenuti giovani adulti di età compresa tra i 21-25 anni;
- Nel padiglione sarà impiegato soltanto ed esclusivamente personale della giustizia minorile;
- I detenuti saranno assegnati gradualmente iniziando da due/tre per volta fino ad un massimo di 45;
- I giovani adulti non proverranno tutti dall’IPM di Bologna ma da vari istituti minorili della nazione.
La disinformazione mediatica
Ecco che, quindi, i cittadini che manifestano parlando di “deportazione di ragazzini”, di “commistione tra minorenni e maggiorenni” e di “destabilizzazione del sistema penale minorile” fanno controinformazione.
E cosa ancor più grave, veicolano disinformazione all’opinione pubblica attraverso i media che mostrano le immagini di una manifestazione di protesta basata su infondati presupposti.
La memoria corta
Per non parlare poi della memoria corta di chi ha dimenticato (o finge di aver dimenticato) che fino a pochi anni fa i detenuti maggiorenni 21-25 anni erano ristretti nelle carceri ordinarie in apposite sezioni separate per giovani adulti.
Solita propaganda contro il Governo
Insomma, alla fine un intervento positivo del Dipartimento della Giustizia Minorile, ispirato da propositi vantaggiosi e finalizzato a rendere più vivibili le carceri minorili senza penalizzare nessuno, è stato pretestuosamente strumentalizzato (in buona o cattiva fede non è dato sapere) a fini politici per screditare il governo agli occhi dell’opinione pubblica.
Con buona pace del benessere dei giovani reclusi.
Giovanni Battista de Blasis
Leggi il report sulla criminalità minorile in Italia 2010-2022 del DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
DIREZIONE CENTRALE DELLA POLIZIA CRIMINALE Servizio Analisi Criminale
Report criminalità minorile 2010-2022
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