Sipario Movies al collasso: perché i conti non tornano ed è guerra aperta tra i soci Andrea Iervolino e Monika Bacardi

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Si è delineato il peggior epilogo possibile per gli azionisti di mercato di Sipario Movies, ex Ilbe, società attiva nelle produzione di opere televisive e cinematografiche, fondata dagli ex soci Andrea Iervolino e Monika Bacardi e sospesa dalle contrattazioni sull’Egm dal 30 settembre. Il cda, in quota Bacardi, questa settimana ha depositato istanza di liquidazione giudiziale in proprio. Il buco è enorme: 117.751.452 milioni di euro.

Cosa contesta Andrea Iervolino

L’ex manager sostiene che la relazione finanziaria semestrale (per l’anno 2024) sia stata in primis approvata, e pubblicata, senza la relazione della società di revisione EY. Nel dettaglio, poi, la controperizia firmata dal prof. Alberto Incollingo mette in dubbio l’entità delle svalutazioni e degli accantonamenti relativi alla divisione Animation per 22 milioni di euro circa. Viene poi contestata l’integrale svalutazione di 29 milioni di crediti verso la controllata Ilbes nonostante, secondo Iervolino, la società avesse un patrimonio netto positivo di 8 milioni di euro. Si sarebbe poi proceduto a un accantonamento al fondo rischi per probabili contenziosi fiscali, per oltre 9 milioni di euro, senza alcun parere di un fiscalista applicando un’arbitraria percentuale sul totale delle contestazioni ricevute dall’Agenzia delle Entrate.

Il nodo degli accantonamenti al Fondo rischi

Il cda avrebbe poi iscritto un ulteriore accantonamento al Fondo rischi per possibili contenziosi per oltre 21 milioni di euro in assenza di contestazione da parte delle autorità competenti. Infine sarebbero stati svalutati oltre 6 milioni di euro per imposte differite attive perchè il cda «non sarebbe stato in grado di verificare se, e in quali misure, tali imposte siano recuperabili in futuro». In sintesi, la perizia conclude che la società non si troverebbe nelle condizioni di cui all’art. 2447 del codice civile perchè, al netto delle errate svalutazioni, presenterebbe un patrimonio netto contabile ampiamente positivo.

La risposta di Sipario Movies spa non si è fatta attendere. La società accusa Iervolino di pesanti illeciti nella gestione di Sipario Movies attraverso uno schema di distrazione di fondi transnazionale che sarebbe, tra l’altro, già stata denunciata alle autorità giudiziarie. Secondo gli attuali amministratori, nel corso degli anni Iervolino avrebbe utilizzato la Sipario Movies come semplice collettore di presunti crediti d’imposta illeciti milionari erogati dal Mic (Ministero Italiano della Cultura), creati ad arte tramite fatture per operazioni inesistenti e/o sovrafatturate da parte di Evolution&Development Technology Sa, società di diritto lussemburghese con sede legale in 16, rue de Jean l’Aveugle L – 1148 Lussemburgo (iscritta al Registro del Commmercio e delle Imprese del Lussemburgo con il numero B181622), per circa 57.412.117 euro nel periodo dal 2021 al 2024, di cui utilizzati solo 33.795.017 euro.

La passività di Tatatu

Secondo l’attuale management della società sarebbero stati distratti circa 11 milioni di euro, a favore della Evolution sa, da finanziamenti ottenuti dal sistema bancario destinati originariamente alla controllata Ilbes Studios in Serbia. Ci sarebbero poi milioni di euro di passività della Tatatu spa addebitate illecitamente a Sipario Movies. Insomma, un vaso di Pandora che sarebbe stato possibile scoperchiare solo dopo l’insediamento del nuovo cda avvenuto a dicembre. Un ruolo decisivo, per rendere disponibili tutti i documenti legali e contabili che supportano la denuncia sporta dall’attuale cda, l’ha svolto Flavio Marziali, cfo di Sipario dal 2021. Il presunto schema illecito avrebbe previsto dei committenti di opere che sarebbero poi risultati interposte persone giuridiche estere, o parti correlate occulte di Sipario, prive di qualsiasi sostanza economica. Tali veicoli avrebbero agito come strumento utile a fornire a Sipario una fittizia remunerazione composta da due elementi: il minimo garantito e le retrocessioni.

Il minimo garantito e le retrocessioni

Secondo l’attuale proprietà il minimo garantito sarebbe stato concesso a Sipario quasi esclusivamente attraverso presunte istruzioni di pagamento, mentre le retrocessioni, che sarebbero dovute rientrare dagli agenti di vendita per la distribuzione delle opere prodotte, non sarebbero mai state riscosse da Sipario. Insomma, l’unica cosa reale di tutto il meccanismo sarebbe il vorticoso giro di fatture che avrebbero generato tra il 2021 e il 2024 crediti d’imposta cinematografici per 29.682.089 euro per Sipario, di cui 19.160.800 euro sarebbero stati utilizzati.

Ci sarebbero poi state presunte moltiplicazioni dei costi di fornitura delle produzioni di animazione ammissibili al credito d’imposta per il cinema per un importo di 27.730.028 euro, di cui sarebbero stati utilizzati 14.634.217 euro. Il management contesta poi altre fattispecie all’ex amministratore, come il rigonfiamento del conto economico e la conseguente alterazione del valore delle quotazioni di borsa del titolo.

Le vere vittime: gli azionisti di minoranza

In tutto questo non bisogna dimenticare che la società era quotata sull’Egm e purtroppo, a prescindere da come andrà a finire, una sola cosa è certa: gli azionisti di minoranza hanno perso tutti i loro investimenti. A tal riguardo, qualora si dovesse rivelare la fondatezza delle accuse, si pone la solita domanda: come è possibile che si sia arrivati fino a questo punto senza nessun intervento delle autorità? E chi, di preciso, avrebbe potuto fare qualcosa? (riproduzione riservata)

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