Nonostante i referendum contrari e una gestione delle scorie nucleari ancora da costruire, si riaffaccia la possibilità di avere il nucleare in Italia. Dure le proteste delle associazioni ambientaliste
Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto, ha approvato una legge delega al governo sul nuovo nucleare sostenibile con l’obiettivo di disciplinare la produzione di energia attraverso i nuovi moduli, lo smantellamento delle vecchie centrali, la gestione di rifiuti e combustibile esaurito, ricerca e sviluppo su energia da fusione, riorganizzazione competenze e funzioni.
Dopo la pubblicazione del Piano energia e clima che reintroduce in Italia il nucleare, ecco il disegno di legge delega con cui il Governo (senza tenere conto di due referendum) riapre la stagione nucleare in Italia. Una stagione mai davvero aperta, ma pagata a caro prezzo.
Antistorico, ideologico e che rallenta la rivoluzione energetica.
“Le centrali nucleari a fissione, anche se aggiornate e meno grandi, sono vecchie e in declino perché molto costose e perché generano rifiuti altamente radioattivi e pericolosi per molte migliaia di anni. È possibile, più ecologico ed economicamente conveniente decarbonizzare l’elettricità puntando solo sulle rinnovabili, come sta facendo la maggioranza dei Paesi europei” – Così la coalizione 100% Rinnovabili Network – formato da esponenti di decine di Università e Centri di ricerca, da rappresentanti del mondo delle imprese, del sindacato e del terzo settore e dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Legambiente e WWF – commenta il Ddl approvato in Consiglio dei Ministri dal Governo Meloni – “Mentre il 13 dicembre scorso il Consiglio regionale del Veneto, con voto unanime, ha respinto l’ipotesi di localizzare un reattore nucleare SMR a Marghera, mentre dopo 13 anni di procedure non è ancora stato localizzato un deposito per rifiuti radioattivi, mentre cittadini e imprese sono preoccupati per le bollette, il Governo Meloni propone un DDL che, in modo antistorico e ideologico, avvia la normativa per tornare a costruire in Italia centrali nucleari a fissione. L’operazione di greenwashing con la quale si cerca di far passare come innovativa e sostenibile, solo per la dimensione degli impianti e qualche aggiustamento costruttivo, una tecnologia nucleare obsoleta che resta basata sulla fissione dell’uranio, non reggerà se sarà consentito, come non sta accadendo, un confronto tecnico competente e informato”.
Quali gli obiettivi e i target del “nuovo nucleare sostenibile “: cosa prevede il disegno di legge.
Su proposta del Ministro Gilberto Pichetto, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge per conferire una delega all’Esecutivo sul nuovo nucleare sostenibile.
«Con il nucleare di ultima generazione, insieme alle rinnovabili – spiega il ministro Pichetto – saremo in grado di raggiungere gli obiettivi della decarbonizzazione, garantendo la piena sicurezza energetica del Paese. Così l’Italia è pronta ad affrontare le sfide del futuro».
L’obiettivo che si pone il provvedimento è raggiungere, con il contributo di questa innovativa fonte di energia, caratterizzata per essere “green”, programmabile e continua, i “target” di decarbonizzazione e sicurezza energetica, così come delineati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima.
Il nuovo nucleare dovrà assicurare energia sufficiente a prezzi accessibili, con un contenimento dei costi energetici e il rafforzamento della competitività del sistema.
La delega prevede che il governo adotti una serie di decreti legislativi, entro 12 mesi dall’entrata in vigore, per disciplinare in maniera organica l’intero ciclo di vita della nuova energia sostenibile, attraverso la stesura di un Programma nazionale: dalla sperimentazione, localizzazione, costruzione ed esercizio dei nuovi moduli, al tema della fabbricazione e riprocessamento del combustibile sarà affrontato in una visione di economia circolare.
Con il via libera alla legge il governo sarà “delegato ad adottare, entro 12 mesi, uno o più decreti legislativi recanti la disciplina per la produzione di energia da fonte nucleare sostenibile sul territorio nazionale, anche ai fini della produzione di idrogeno“.
Si dovranno smantellare le vecchie centrali dismesse nel 1987, trovare una soluzione per la gestione di rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, pensando anche alla ricerca e allo sviluppo di energia da fusione. A proporre al governo i decreti attuativi da adottare sarà il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, di concerto con il ministero delle Imprese e del made in Italy, il ministero dell’Università e della ricerca, la Conferenza unificata stato-Regioni. La legge delega prevede un Programma nazionale sul nucleare, per raggiungere gli obiettivi di neutralità carbonica al 2050, e l’adeguamento della normativa nazionale.
Per le popolazioni direttamente interessate, la norma dispone anche campagne di informazione e forme di consultazione.
La posizione di Legambiente
“Il governo sta spingendo su piccoli reattori nucleari nelle aree industriali ma” -, afferma Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – “prevedo contestazioni diffuse, perché non mi risulta che le aree industriali siano sull’isola di Montecristo: sono all’interno dei territori comunali, vicinissime alle zone residenziali. Come pensano di realizzarli?“. Per Ciafani, invece, è urgente “chiudere la questione delle scorie nucleari a bassa e media intensità delle vecchie centrali dismesse da decenni. Non si è ancora individuato un deposito, nonostante siano state individuate 50 aree in tutto il Paese“.
Probabilmente non sarà questa legge a risolvere i problemi dei costi in bolletta che affliggono le famiglie e le imprese. I tempi reali non sono mai in linea con i proclami e spesso dipendono anche dalle frontiere tecnologiche.
Ci vorrà almeno un anno per avere le leggi con cui riaccendere il nucleare, sempre che il Parlamento le approvi, e poi toccherà localizzare i siti, avviare le procedure burocratiche di autorizzazione, infine costruire.
Non è una novità che la complessità del nucleare richiede un impegno convinto e obiettivi chiari e trasparenti. Tanti altri Paesi ci hanno provato, lo hanno davvero sperimentato e ora lo stanno abbandonando.
Il passaggio dalle parole ai fatti di questa legge delega sarà il secondo banco di prova del Governo, che sull’atomo dichiara di crederci davvero.
Il primo. Molto importante, è la gestione del progetto del deposito delle scorie e i risultati finora sono stati deludenti. Per non dire inesistenti.
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