perchè l’incontro per la pace è diventato uno scontro in diretta mondiale

L’ambasciatrice ucraina negli Usa che strabuzza gli occhi, poi si tocca la fronte disperata esprime la misura del vetro e proprio disastro diplomatico andato però in mondovisione, in diretta in tutto il mondo. Uno scontro feroce, senza esclusione di colpi tra Trump e Zelensky, e che tutti temono che possa mettere di nuovo in forse il raggiungimento della pace per la guerra in Ucraina, a pochi giorni dal terzo anniversario dello scoppio del conflitto. 

Cosa è successo: la cronistoria di uno scontro (forse mai visto) tra gli Usa ed un paese europeo
L’incontro è iniziato subito con una battuta di Trump (forse sarcastica) al presidente ucraino, il cui video è iniziato a circolare virale, Trump stringe la mano a Zelensky, e gli dice: “Sei vestito elegante oggi”, in realtà ha il solito maglione nero, semplice, nessuna cravatta (come gli farà notare tra l’altro un giornalista, nell’incontro con la stampa poco più tardi).

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Le prime battute, poi le urla: la tensione nei visi, negli occhi
Non si erano – forse – mai visti due capi di stato di peso che si confrontano in diretta televisiva e sul web mondiale con questa veemenza, senza trovare di fatto un punto di caduta nella discussione per affrontare i temi concreti, tanto da far pensare che forse entrambi non si erano recati all’appuntamento – decisivo – nello studio ovale di Washington, già decisi a non perdonarsi gli attacchi reciprochi recenti.

“Dittatore”, “Mai detto”
Trump che chiama Zelensky dittatore e pessimo comico, e poi giorni dopo smentisce quanto ha affermato, Zelensky che cerca sponde occidentali (fronte UE) sulle principali questioni che possono mettere al sicuro l’Ucraina, cercando di fatto una sorta di “triangolazione” per mettere all’angolo (l’ex) alleato americano, e potenzialmente irritando ancora di più Trump.
 

Il gioco dei numeri, dei miliardi
E poi, il botta e riposta Usa-Ue, sulla cifra globale di finanziamenti per l’Ucraina, secondo Trump superiore a quella Europea, secondo la Von der Leyen il contrario. 
 

Il giorno dopo
Poche ore dopo, ed il dietrofront di Zelensky (parziale) che a Fox News dichiara di volere in qualche modo “ricucire” lo strappo, enorme, in diretta tv mondiale. “Preferirei che nella trattativa Trump non fosse “in mezzo” ma più dalla parte dell’Ucraina. È la Russia che ci ha portato la guerra in casa” ha detto il Presidente ucraino. Trump: “Deve dirmi che vuole la pace e non la guerra”

L’Europa è con Zelensky: “Continueremo a lavorare con voi per una pace giusta”
 

“Grato agli USA”: il forse tardivo riconoscimento 
“Sono molto grato agli Stati Uniti per il loro sostegno. Ci avete aiutato a sopravvivere”, esordisce Zelensky rispondendo alle accuse di Trump e del suo vice JD Vance di essere stato “ingrato” e rivolgendosi direttamente “al popolo americano” e “al congresso”. Ma forse, ormai è troppo tardi. 

Trump: “Deve dirmi che vuole la pace”
Prima che l’intervista andasse in onda Trump aveva usato toni molto più duri nei confronti del suo interlocutore accusandolo di voler continuare a “lottare, lottare, lottare” e di aver “sopravvalutato le carte in suo possesso”. 
Per tornare al tavolo delle trattative, è stato l’avvertimento del Tycoon, il presidente ucraino “deve dirmi che vuole la pace, che non vuole fare la guerra più”, ha aggiunto dicendo di voler un cessate-il-fuoco subito. Intanto un funzionario dell’amministrazione ha riferito al Washington Post che il commander-in-chief sta valutando la possibilità di interrompere tutte le spedizioni di aiuti militari in corso verso l’Ucraina. La decisione riguarderebbe miliardi di dollari di radar, veicoli, munizioni e missili in attesa di essere inviati nel paese. 
 

Forse però, non tutto è perduto. Il dialogo che (qualche segnale già si manifesta) si è interrotto probabilmente, riprenderà.

Nel frattepo però, nella notte la reazione di Putin: bombe su Kherson e Donetsk, con 4 morti. A dimostrare che i tamburi di guerra, per l’Ucraina, continuano a suonare.