In piazza d’Italia per i 110 anni della Brigata Sassari

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Sassari. Questa mattina, in piazza d’Italia, la Brigata Sassari è stata protagonista di una doppia cerimonia. Il 1° marzo 1915 la gloriosa unità veniva costituita ufficialmente dei due reggimenti storici, il 151° a Sinnai e il 152° a Tempio Pausania, poi trasferiti rispettivamente a Cagliari e a Sassari.  Ma è stata anche l’occasione per salutare il rientro dal Libano, dove i “sassarini” sono rimasti per sei mesi nell’ambito della missione Unifil, la Forza delle Nazioni Unite schierata al confine con lo stato di Israele. Alla cerimonia hanno partecipato il sottosegretario di stato alla Difesa Isabella Rauti, il capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Luciano Portolano, il capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale di corpo d’armata Carmine Masiello, il comandante delle Forze Operative Sud, generale di corpo d’armata Angelo Michele Ristuccia, il comandante territoriale dell’Esercito in Sardegna, generale di brigata Stefano Scanu, e il comandante della Brigata Sassari, generale di divisione Stefano Messina. Presenti in tribuna, la presidente della Regione Sardegna Alessandra Todde, il sindaco di Sassari Giuseppe Mascia, la prefetta Grazia La Fauci, l’amministratore straordinario della Città metropolitana Gavino Arru, il commissario straordinario della Provincia Gian Piero Scanu, l’arcivescovo Gian Franco Saba, il rettore dell’Università Gavino Mariotti e numerose altre autorità civili, religiose e militari. Ospite d’eccezione Hassan Dbouk, sindaco di Tiro, città gemellata dal 2017 con il comune di Sant’Antioco.

Schierate per l’occasione le bandiere di guerra dei reparti della Brigata, il gonfalone della città di Cagliari, decorato di medaglia d’oro al valor militare, e quelli della Regione Sardegna, della città e della provincia di Sassari, di Tempio Pausania, decorato di medaglia d’argento al valor civile, di Alghero, Macomer, Sinnai e i labari delle Associazioni combattentistiche e d’Arma. 

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L’intervento del generale Stefano Messina

A inizio cerimonia ha preso la parola il generale Messina, che ha tracciato un bilancio dei sei mesi di mandato del contingente multinazionale a guida Brigata Sassari, segnato dall’offensiva lanciata a fine agosto dalle forze di difesa israeliane per prevenire attacchi da parte delle milizie di Hezbollah, dal conflitto su larga scala che ha minacciato la stabilità dell’intera regione e dal cessate il fuoco entrato in vigore a fine novembre, per consentire ai civili di entrambi i lati della “blue line” di tornare in sicurezza alle proprie terre e alle proprie case.

Nonostante tutto ciò, Messina ha sottolineato che mai è venuto a mancare l’impegno del contingente italiano nel monitoraggio del cessate il fuoco, nella cooperazione con le forze armate libanesi per garantire la sicurezza e la stabilità dell’area e nel supporto alla popolazione locale con interventi mirati di cooperazione civile-militare, specialmente a favore degli sfollati delle zone di confine del Libano meridionale.

La sottosegretaria Rauti passa in rassegna le truppe schierate, accompagnata dai generali Portolano e Masiello

Inoltre, nel fare riferimento al 110° anniversario della costituzione della Brigata Sassari, il generale Messina ha ricordato che – caso unico nell’Esercito Italiano – nel 1915 il comando supremo volle che i due reggimenti fossero costituiti da soldati provenienti dalla stessa regione, la Sardegna.

I fanti della “Sassari”, valorosi soldati ribattezzati “dimonios” per il granitico senso del dovere e il coraggioso impeto durante gli assalti, furono tra i protagonisti nelle trincee della Prima guerra mondiale. L’indiscusso valore in battaglia mostrato dalla “Sassari” fu riconosciuto con la concessione di due medaglie d’oro al valor militare conferite alle bandiere dei suoi reggimenti alle quali si sommano 6 ordini militari d’Italia, nove medaglie d’oro, 405 d’argento, e 551 di bronzo individuali, che rappresentano il più alto tributo di eroismo e di gloria mai eguagliato da nessun’altra unità combattente nel corso della Grande guerra.

Le quattro citazioni sul bollettino del Comando Supremo, ampiamente riportate dalle cronache dell’epoca, imposero la Brigata, e quindi la Sardegna, all’attenzione del Paese che le riservò sentimenti di ammirazione e di stima.

A seguire, nell’ordine, gli interventi del sindaco di Sassari, del sottosegretario di stato per la Difesa, del capo di Stato Maggiore dell’Esercito e del capo di Stato Maggiore della Difesa.

La cerimonia, scandita dalle musiche d’ordinanza della Banda musicale della Brigata Sassari, si è conclusa sulle note di “Dimonios”, il celebre inno dei “diavoli rossi”.

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