FIORANO. Ha fondato System, Laminam e Modula. Nel 2005 è stato nominato Cavaliere del Lavoro dal presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Sono passati vent’anni da allora e, oggi, l’ingegner Franco Stefani, pioniere nel mondo della ceramica e della tecnologia, sempre attento all’innovazione, continua a guardare oltre: «Ho percorso sessant’anni di attività – dice – e tutti i giorni mi diverto tantissimo. Non c’è giorno in cui io non sia soddisfatto. Guardo sempre al futuro, è la cosa più bella che possa esserci».
Questo anche se, lo scenario economico attuale, nel mondo della ceramica mondiale e nel distretto sassolese, non è dei più rosei. Per questo, secondo l’ingegnere, un’ancora di salvataggio va trovata nel nucleare, «l’unica soluzione».
Cosa pensa dello stato economico attuale del mondo della ceramica?
«Oggi osserviamo un mondo che è difficile da decifrare. Ci sono in atto guerre, fenomeni per cui noi tutti non possiamo neanche immaginare quello che succederà domani. Abbiamo solo una visione di quello che è successo negli ultimi anni. Effettivamente abbiamo avuto una pandemia e incertezze che ci hanno messo in difficoltà. Abbiamo avuto delle incertezze, che ci hanno messo in difficoltà. Ma pensare al nostro futuro non è così facile».
E nel nostro territorio?
«Se il nostro territorio è ancora allo stato dell’arte per poter produrre ceramiche? No. Noi siamo altamente in difficoltà come materie prime, come energia, come manodopera e soprattutto come logistica, perché abbiamo una logistica disastrata. Non abbiamo investito sulle ferrovie, non abbiamo investito sulla viabilità e quindi oggi noi siamo qua, nel territorio, una bellissima isola in mezzo al mare. Un’isola priva di tutti gli elementi che invece altre parti del mondo hanno. Quindi gli italiani, i sassolesi, il nostro comprensorio in particolare va senza dubbio aiutato, perché i nostri imprenditori hanno già fatto l’impossibile. Siamo bravi? Sì. Però sono bravi anche gli altri».
Faremo in tempo a raggiungere questi “altri”?
«Non lo so, perché hanno creato tutti gli stabilimenti con tutte le tecnologie. Quindi è un problema, perché tutto quello che potevamo fare lo abbiamo fatto. Cosa bisognerà fare nel futuro bisogna vederlo, perché le materie prime non le abbiamo, la logistica non c’è.
A proposito di questo: al Cersaie il ministro all’Ambiente e alla Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ha detto che il nostro distretto potrebbe sperimentare mini reattori nucleari. Cosa ne pensa?
«Teniamo presente che la Newcleo di Torino ha dovuto fare un investimento in Francia per poter collaudare questi mini reattori. Questo è un paese che ha bisogno di energia, e noi siamo dovuti andare all’estero, in Francia, perché ci ospitano nel fare ricerca nucleare. Questo è drammatico per un paese che ha questa necessità, è come se uno avesse sete: abbiamo l’acqua ma non la possiamo bere. Qui è stata informata male la popolazione che crede che queste cose non si possano fare. Ma questa è ignoranza tecnologica. Quando parlano di pannelli fotovoltaici, attenzione: i pannelli fotovoltaici per un paese come questo, potranno arrivare al massimo al 6 per cento dell’energia necessaria. Dobbiamo essere coerenti per il mondo in cui viviamo. Non siamo più 4 miliardi di persone, ma 8. Quindi se vogliamo continuare a vivere e progredire ci vogliono questi strumenti nuovi.I francesi perché sono così potenti? Perché dal 1960 noi abbiamo dato le centrali nucleari e l’80 per cento di energia ai francesi. Non hanno metano, né gli idrocarburi».
Quindi questa potrebbe essere una soluzione per il nostro distretto?
«Questa è la soluzione. Per fare tutto questo ci vuole energia, per poter viaggiare ci vuole energia. Inutile che stiamo a raccontarcela con bugie, perché non servono a niente. Se vogliamo mantenere questi otto miliardi di persone».
Ha sempre puntato sull’innovazione. Cosa pensa dell’intelligenza artificiale?
«Nell’88 nelle università italiane c’erano già le docenze per l’intelligenza artificiale. Oggi mi viene da sorridere quando si dice: “Ah… L’intelligenza artificiale”. Sono algoritmi di confronto matematici, con banche dati, che vengono elaborati e portati al servizio della lettura dell’uomo, quindi niente di strano: è un miglioramento di hardware, software e applicazioni. Noi applichiamo già l’intelligenza artificiale, da tantissimi anni. Flexibox è pieno di algoritmi per arrivare a questi risultati».
Spostiamoci su un altro tema attuale: benessere dei dipendenti e conciliazione vita–lavoro.
«Il benessere dei dipendenti è fondamentale, così come creare un ambiente bello in cui lavorare. Si deve partire dall’ambiente, dall’estetica. Ci sono anche tutte le facilities che diamo ai dipendenti. Vivere la vita di impresa significa coinvolgere tutti, così che diventino la sostanza dell’azienda. Poi ci sono diritti e doveri. Che devono combinarsi tra di loro, e allora è perfetto».
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