E adesso chiudete per sempre quel pozzo!

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Coordinamento No Triv Basilicata, Comitato Blocchiamo il Pozzo Pergola 1, Osservatorio Popolare Val d’Agri, Laboratorio per Viggiano  e Presidio della Val d’Agri di Libera Basilicata: festeggiamo l’archiviazione del procedimento di messa in produzione del Pozzo Pergola 1

Di seguito la nota congiunta del Coordinamento No Triv Basilicata, Comitato Blocchiamo il Pozzo Pergola 1, Osservatorio Popolare Val d’Agri, Laboratorio per Viggiano  e del Presidio della Val d’Agri di Libera Basilicata sul Pozzo Pergola 1

Con nota ufficiale della Divisione V – Procedure Di Valutazione Via E Vas, Direzione Generale Valutazioni Ambientali del MASE(Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica), nella mattinata di ieri, 28 febbraio 2025, Eni S.p.A. Distretto meridionale, la Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA e VAS, la Direzione Generale Fonti energetiche e titoli abilitativi, la Direzione generale per le infrastrutture e la sicurezza dei sistemi energetici e geominerari – Divisione X – Sezione UNMIG dell’Italia Meridionale, il Ministero della Cultura Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, l’Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata, la Direzione Generale Dipartimento Ambiente ed Energia della regione Basilicata, la Provincia di Potenza, ricevevano la comunicazione motivata di archiviazione del procedimento di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) relativa all’istanza del progetto di “Messa in produzione del Pozzo Pergola 1, realizzazione dell’Area Innesto 3 e posa delle condotte interrate di collegamento”, avanzata dal proponente ENI S.p.A.
Al termine di un lungo e tormentato iter procedurale che si rinnovava in nuova forma a partire dal 2/03/2023 la Commissione Tecnica di verifica dell’impatto ambientale VIA e VAS si esprimeva con parere n. 38 del 20/12/2024, acquisito con nota prot. 438/MASE del 03/01/2025. Fatte le proprie valutazioni aziendali e finanziarie, con nota del 20/02/2025 acquisita al prot. MASE/32454, Eni S.p.A. decideva di presentare formale richiesta di rinuncia al procedimento di VIA. A sua volta, preso atto della richiesta formulata dalla compagnia mineraria, la Direzione Generale Valutazioni Ambientali del MASE comunica l’accoglimento della stessa e la conseguente archiviazione del procedimento, inviando alle amministrazioni interessate l’allegato Nota del 20/02/2025, perché le stesse possano agire di conseguenza per gli adempimenti di rispettiva competenza.

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Contestualmente, viene trasmesso il parere n. 38 del 20/12/2024 elaborato dalla Commissione Tecnica di Verifica dell’Impatto Ambientale – VIA e VAS, che richiamando in 180 pagine la normativa di settore e tutti i passaggi dell’istruttoria effettuati ai sensi dell’art. 23 del D.Lgs. 152/2006 del progetto in parola, esprime parere negativo di Valutazione di Incidenza Ambientale, in quanto sulla base delle informazioni acquisite permane un margine di incertezza che, per il principio di precauzione, non permette di escludere una incidenza significativa sui siti Natura 2000, pregiudicando il mantenimento dell’integrità degli stessi con particolare riferimento agli specifici obiettivi di conservazione di habitat e specie, nonché parere negativo circa la compatibilità ambientale del progetto “Messa in produzione del Pozzo Pergola 1, realizzazione dell’Area Innesto 3 e posa delle condotte interrate di collegamento”.

Abituati in verità a subire negli anni decisioni spesso contrarie alla logica dei fatti e delle circostanze, non nascondiamo la nostra commozione nel leggere nero su bianco, ad esempio, la conclamata denunzia di incertezza scientifica ed aporie conoscitive e di trattazione (manifestate dal proponente n.d.r.) – Permane, nella documentazione complessiva anche per come integrata, un quadro di incertezza scientifica e di trattazione che riguarda molte matrici ambientali, ed in particolare le più significative, determinato dalla mancanza di un adeguato sviluppo della conoscenza idrogeologica dell’area, tenuto conto dei rischi legati allo sviluppo delle attività proposte in un territorio altamente sismico e dalla geomorfologia complessa, con una componente idrica vulnerabile e cruciale per l’economia e l’approvvigionamento potabile di due regioni, anche in ragione dell’intervallo di tempo estremamente lungo che caratterizza il progetto per tipologia. La fragilità del territorio, l’impatto generato da eventuali sversamenti (già peraltro occorsi) – oltretutto suscettibile di ampissima diffusione attraverso il vettore idrico – sugli ecosistemi, e le loro reti di connessione, la biodiversità e la salute umana richiedono pertanto un approccio precauzionale (si veda Consiglio di Stato, IV, 31 maggio 2023 n. 5377; Consiglio di Stato, IV, 31 agosto 2023 n. 8098). Parimenti insufficienti si rivelano quindi anche le mitigazioni, in assenza di un rischio non adeguatamente trattato ai sensi della normativa in materia di valutazione di impatto ambientale e delle sue finalità.

A questo punto, in attesa (breve per prassi) di definitiva emanazione del provvedimento di archiviazione del progetto ENI di “Messa in produzione del Pozzo Pergola 1, realizzazione dell’Area Innesto 3 e posa delle condotte interrate di collegamento” tramite pubblicazione sul BUIG, sollecitiamo le amministrazioni citate e gli organi competenti collegati ad attivarsi immediatamente per garantire la chiusura (e per sempre!) del monumento allo scempio ed all’idiozia umana incarnato dal pozzo Pergola 1 nella concessione Val d’Agri.
La chiusura mineraria di un pozzo è infatti complessa e necessita di molteplici e delicate attenzioni, tecniche, giuridiche, procedurali, a partire dalla fase di monitoraggio degli effetti già prodotti in fase di prospezione, nonché dalla verifica di potenziali perdite lungo il tratto perforato anche a grande profondità che spesso non vengono segnalate in quanto, soprattutto per quelle riguardanti i liquidi, di difficile identificazione, con conseguente contaminazione della falda. In attesa di questi passaggi e di necessari approfondimenti, ringraziamo per la pronta disponibilità il deputato lucano M5S Arnaldo Lomuti per aver contestualmente attivato l’accesso agli atti che ha consentito la tempestiva lettura del parere emesso dalla CTVA e depositato in Parlamento un’interrogazione urgente nel merito. Riteniamo intanto che oggi abbiamo il diritto di dare spazio alla gioia e alla festa, profondamente riconoscenti del lavoro gratuito ed appassionato di quante e quanti si sono adoperati per questo notevole risultato con osservazioni, assemblee, mobilitazioni a difesa del territorio, della salute, dell’acqua pubblica, ma soprattutto del lavoro del compianto geologo prof. Ortolani e tenendoci idealmente per mano col caro Peppe Di Bello.



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