Sono 23 mesi che la produzione industriale decresce

La difficile congiuntura economica nazionale, regionale e locale

Legnano – Un antico proverbio arabo recita più o meno così: “Tempi duri generano uomini forti, uomini forti generano tempi felici. Tempi felici generano uomini deboli, uomini deboli creano tempi duri”.

Una specie di cerchio della vita che sembra anche essere la migliore descrizione possibile dell’attuale durezza della congiuntura economica (sorvolando su altre considerazioni inerenti la presenza o l’assenza di uomini forti e/o di uomini deboli).

A livello nazionale, la produzione industriale è crollata del -7,1% (dicembre 2024 su dicembre 2023), confermando un trend negativo che si protrae da ben  23 mesi.

Solo ai tempi del Covid era andata peggio.

Le recenti indagini congiunturali delle due principali Associazioni locali di Confindustria – Legnano e Varese – riferite all’ultimo trimestre 2024 e relative allo stato di salute delle imprese industriali del territorio, hanno evidenziato un quadro complessivo grigio, con prospettive a loro volta poco esaltanti.

Nel Legnanese è stato rilevato un  duplice rallentamento (produzione e fatturato), mentre nel Varesotto il 2024 si è chiuso con qualche cenno di ripresa e parecchie criticità.

La Regione Lombardia nel suo complesso – stiamo parlando del motore industriale dell’Italia – ha visto regredire la produzione manifatturiera di quasi un punto percentuale (-0,8%), con settori come tessile, siderurgia, meccanica e mezzi di trasporto fra i più penalizzati.

Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Lombardia, denuncia la doppia minaccia legata all’aumento dei costi energetici e alla guerra dei dazi, è aggiunge che è: “urgente agire subito sul caro energia disaccoppiando l’energia elettrica dal gas e contrastando la speculazione dei fondi. Sui dazi, invece, l’auspicio è che l’Europa eviti l’escalation commerciale e lavori per aprirsi a nuovi mercati riducendo parallelamente l’impatto della concorrenza cinese”.

Di recente, una sessantina di imprenditori associati a Confindustria Alto Milanese (compresi i componenti del Consiglio Generale dell’Associazione) hanno incontrato Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico della Lombardia, e quest’ultimo, dopo aver ribadito il primato industriale lombardo rispetto al resto del Paese, ha dichiarato, perfettamente consapevole della criticità del periodo: “Siamo i rappresentanti attivi delle nostre imprese, ovvero siamo i loro sindacati”.

La Regione Lombardia si impegnerà nel promuovere lo sviluppo industriale ed il rafforzamento delle filiere produttive.

Il focus della strategia regionale è e sarà quello di creare “occasioni di crescita” soprattutto per le piccole aziende, consolidare le alleanze finalizzate ad incentivare l’innovazione, e “puntare decisamente sull’alta formazione”.

Da sottolineare che Guidesi è il presidente dell’European Chemical Regions Network, vale a dire la voce delle Regioni chimiche a Bruxelles: “La chimica – ha sostenuto l’Assessore – è alla base di tutto, ma proprio di tutto, e come tale deve essere assolutamente salvaguardata”.

Maurizio Carminati, presidente di Confindustria Alto Milanese, ha sollecitato un risposta in merito alla fatidica scadenza del 2035 (abolizione, secondo le direttive del Parlamento europeo, del motore a scoppio) e alle pesanti conseguenze in termini di chiusura delle aziende e perdita di migliaia di posti di lavoro.

L’Assessore, che è anche presidente dell’ARA (Automotive Regions Alliance), ha detto che l’Unione Europea è in procinto di annullare le sanzioni imposte dalla Commissione contro le case automobilistiche che non sono riuscite a raggiungere gli obiettivi relativi alla produzione di auto elettriche; ha aggiunto precisando che la Regione Lombardia eserciterà un “insistente pressing” nei confronti dei Commissari europei al fine di consentire l’utilizzo di tutte le tecnologie possibili, nonché dei bio-carburanti.

Il settore automotive, in Europa, comprende circa 30.000 aziende – tutte in grave difficoltà – , mentre i posti di lavoro a rischio, sempre in Europa, a causa dell’applicazione ideologica del cosiddetto Green Deal, sono 440.000.

Le previsioni formulate da Guido Guidesi, in rapporto alla transizione ecologica, sono particolarmente inquietanti: un terzo dei costruttori d’auto passerà all’elettrico; un terzo si adatterà individuando nuove linee produttive e l’ultimo terzo sarà destinato a chiudere.

Sorge spontanea una domanda: che fare?

“L’Assessore – replica Maurizio Carminati – ha concluso osservando che c’è un’intera generazione ignara delle opportunità offerte dalla Lombardia e che l’unica strada da percorrere è quella del ritorno al ‘saper fare’ trasmettendo questa passione ai più giovani: solo così sarà possibile mantenere il primato regionale del manifatturiero. Ci siamo lasciati, noi imprenditori e lui Assessore, contenti dell’incontro. La cosa importante è mantenere vivo il dialogo e il confronto. Sono convinto che di questo Assessore ci si può davvero fidare!”

Luciano Landoni

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Luciano Landoni

Gli piace molto leggere e anche scrivere (di economia) ed è perfettamente d’accordo con Leo Longanesi secondo cui il giornalista è colui il quale “spiega agli altri ciò che non sa”; adora la propria famiglia, impazzisce per l’Inter, apprezza incondizionatamente i film di James Bond – 007 (soprattutto quelli interpretati da Sean Connery), colleziona sin dall’infanzia le avventure dell’intrepido Tex Willer e da autentico bauscia interista è convinto che l’unico “vero limite sia … l’infinito”.

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