Risiko bancario, Fazzolari: preoccupati, in primis su Generali. La risposta del Leone

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La politica guarda con favore a qualsiasi meccanismo che faccia restare il risparmio italiano nel paese, anche se «non compete al governo entrare nelle dinamiche bancarie». Ma «se l’elevato risparmio non si traduce in investimento nel sistema Paese, questo preoccupa il governo. Il risiko bancario ci preoccupa, primi fra tutti i movimenti che riguardano Generali» ha detto Giovanbattista Fazzolari, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’attuazione del programma di governo, intervenendo al «Forum Masseria» in corso a Saturnia. 

In particolare ciò che preoccupa il sottosegretario è che si venga a creare una sorta di corto circuito. «Abbiamo un problema importante a livello di sistema: gli italiani sono un popolo di risparmiatori, ma il paradosso è che rischiamo di avere un risparmio non in mani italiane e che spesso non investe sul territorio italiano», ha spiegato il sottosegretario, sottolineando che ciò «sarebbe una grande anomalia economica. Se l’elevato risparmio non si traduce in investimento nel sistema Paese questo preoccupa il governo». 

Generali, Natixis non mette in discussione risparmi italiani

Non si fa attendere la risposta di Generali per bocca del portavoce del gruppo, Simone Bemporad: «L’ancoraggio di Generali in Italia è solido e fuori discussione», ha sottolineato. «L’accordo definito con il gruppo Bpce per creare la più grande piattaforma europea di risparmio gestito per ricavi, con 1,9 trilioni di asset under management,  – aggiunge in riferimento all’alleanza realizzata con i francesi di Natixis – non solo non mette in discussione le scelte di investimento dei risparmi italiani – che restano di competenza di Generali e non della piattaforma – ma potrà offrire opportunità di investimento in Italia anche a nuovi investitori internazionali», spiega, aggiungendo che « Generali gestisce da anni il risparmio di milioni di clienti nel mondo e in Italia. La compagnia è da sempre protagonista della crescita del Paese, ed intende restarlo. Ad oggi vanta oltre 40 miliardi di euro di investimenti verso emittenti privati e pubblici italiani, in aggiunta a 10 miliardi di immobili siti in Italia. La percentuale di investimenti in Italia da parte del Gruppo è ampiamente superiore alla media (12% nel 2023) degli altri operatori che raccolgono risparmio», ha concluso.

Titoli Stato: richiesta enormemente più alta di offerta

Il sottosegretario, nel corso del suo intervento a tutto campo, sottolinea lo stato in buona salute dell’economia italiana. «I dati macroeconomici stanno andando bene, il dato più importante è che l’occupazione cresce, si sono superati i 24 mln di occupati, c’è il record dell’occupazione femminile, diminuisce il precariato, da quando si è insediato il governo abbiamo creato 850mila posti di lavoro in più, il lavoro cresce, cresce il lavoro di qualità e crescono anche i salari, sono aumentati del 3,5% nel 2024», ha detto.

Inoltre, ha proseguito Fazzolari, «il rischio default è ai minimi del 2009. Sui titoli di Stato le richieste sono enormemente più alte di quanto noi piazziamo. Al di là di quelli retail, che vanno molto bene per le famiglie, ma abbiamo quelli tradizionali. L’ultimo mese di ottobre sono stati collocati 13 miliardi a fronte di domande di 200 miliardi. Vuol dire che chi ha la possibilità di investire dice l’Italia è un buon posto dove mettere i propri soldi. E questo anche lo vediamo con l’interesse degli investitori stranieri». «La settimana scorsa – ha ricordato il sottosegretario – c’è stato questo importante bilaterale Italia-Emirati Arabi Uniti nei quali gli Emirati hanno annunciato che investiranno 40 miliardi di euro in Italia.

Poche settimane prima Giorgia Meloni era stata in Arabia Saudita e anche i sauditi avevano firmato accordi per 10 miliardi di euro, vuol dire che è un momento nel quale a livello mondiale si reputa il sistema paese italiano particolarmente solido, si reputa che il governo avrà una sua stabilità e credo che questi risultati, al di là di chi sta governando oggi, dovrebbero inorgoglire tutti gli italiani perché è un successo che non è solo del governo ma dell’intero sistema paese che ha saputo in modo incredibile superare il momento molto difficile del Covid e riuscire ad assicurarsi una stabilità in un contesto internazionale particolarmente complesso».

Possibile anticipo fine legislatura, anche se governo Meloni solidissimo

Nel 2027 si potrebbe votare per le politiche a fine primavera accorpando anche le regionali. A confermarlo lo stesso sottosegretario rispondendo ad una domanda del giornalista Bruno Vespa. «L’intenzione è proprio questa. Tornare a votare a ottobre complicherebbe enormemente la vita al nuovo governo, che si ritroverebbe come noi a dover fare la legge di bilancio in pochi giorni. Il buonsenso fa immaginare che si potrebbe anticipare la fine della legislatura di qualche mese» probabilmente «con un election day, ma la decisione compete anche ad altri», ha detto sottolineando, comunque, che quello guidato da Giorgia Meloni «è un governo solidissimo» perché «sono in grande salute tutti i partiti della maggioranza. Vuol dire che poi alla fine gli elettori del centro-destra e gli elettori dei singoli partiti che lo compongono sono molto soddisfatti di quanto si sta facendo».

«Il consenso continua a salire nonostante un contesto generale molto difficile sotto l’aspetto internazionale« e «sotto l’aspetto economico, un governo che non ha fatto politiche di bonus, di spesa facile, insomma, un governo che ha fatto una politica seria e che quindi, in linea teorica, avrebbe in questa fase dovuto pagare qualcosa in termini di consensi e invece continua ad avere un grande consenso tra gli italiani», specifica.

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Un governo che neanche il caso Santanchè per il sottosegretario potrà far traballare. «Per tutti quei ministri che hanno problemi con la giustizia, il problema non è che noi reputiamo che una persona è colpevole al terzo grado di giudizio, ma capire se si è pienamente in grado di continuare a fare il proprio lavoro in modo sereno ed efficace, cioè quanto (un’eventuale condanna, ndr) possa precludere il suo lavoro come ad esempio se si avesse un problema di salute. Per Daniela Santanchè credo che la valutazione che ognuno deve fare, attiene a questo aspetto», ha detto Fazzolari, parlando delle eventuali dimissioni della ministra del Turismo, in caso di un nuovo rinvio a giudizio.

Il potente sottosegretario, in una delle rare uscite pubbliche, arriva in Toscana a poche ore dal Consiglio dei ministri che ha trovato la quadra sugli aiuti a famiglie e imprese, dopo le voci di tensioni a inizio settimana. «Più che dissidi» precisa, si trattava di decidere «come concentrare queste risorse», ecco allora il provvedimento da 3 miliardi: «un intervento importante. Sentivo che le opposizioni dicono «è poco, bisogna fare di più. Forse sì, facciamo i conti con le risorse che abbiamo a disposizione. Tre miliardi è stato uno sforzo importante che abbiamo voluto fare». Occorre fare i conti con «una situazione complessiva non facile». Non ultima la minaccia che arriva da Oltreoceano che potrebbe dare un duro colpo al commercio internazionale. Il braccio destro di Meloni è realista: «Trump ha sorpreso un po’ tutti, con l’aspetto scenografico, le dichiarazioni», un avvio «molto più frizzante di quello che avremmo immaginato”. «Ci preoccupa” l’annuncio di ieri ma «Stati Uniti e Europa sono legati da una serie interessi anche commerciali ma non solo, e quindi confido che si troverà un accordo di buon senso». Toni diversi rispetto al quelli del vicepremier Matteo Salvini, che nello stesso consesso, ribadisce di nutrire grandi speranze nel neopresidente americano: «Ammiratore di Trump? – replica Salvini a Vespa -. Io ammiro alcuni cantanti, artisti, pittori, una volta alcuni calciatori. Qua c’è fiducia nel fatto che possa cambiare in positivo la storia dell’Occidente e quindi anche la storia italiana, la nostra. Economicamente parlando e non solo». Alla vigilia del summit sull’Ucraina a Londra, cui parteciperà la premier, Fazzolari mette in chiaro che «non ci convince l’ipotesi di truppe europee di Paesi Nato in territorio ucraino» perché «non capiamo bene il senso di questa cosa» mentre «tutt’altra questione sarebbe» il cappello dell’Onu, «sarebbe una pace consolidata, un accordo al livello internazionale. Le truppe Onu possono essere mandate con l’assenso di Russia e Cina, uno scenario diverso». 

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