Perché l’esplosione del terziario può danneggiare il sistema industriale italiano

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 


Articolo di Alberto Bruschini

L’andamento dell’economia italiana che registra un aumento dello 0,5% del Pil si contraddistingue da un lato, per la crescita dell’occupazione e del turismo e dall’altro, per il perdurare della crisi della manifattura. Rispetto al 2019, anno pre-Covid, la produzione industriale ha registrato il -4,7%, con una contrazione particolarmente marcata nel settore degli autoveicoli (–23,5%) e in quello dei prodotti tipici dell’industria leggera, quali le pelli, le calzature, il cuoio, il tessile, e l’abbigliamento (-10,5%). Un andamento analogo si rileva sia in Francia (-4,8) che in Germania ( -10,4%), per l’accentuazione della crisi dell’auto. Due paesi che hanno trainato le nostre esportazioni sia di prodotti intermedi che di quelli della moda.

LEGGI ANCHE: Dove investire dopo il risultato delle elezioni tedesche

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

I numeri

Il trend negativo dell’industria si riflette anche sulla cassa integrazione che ha registrato 426,5 milioni di ore con un incremento del 30% rispetto al 2023,  più del doppio  rispetto i livelli pre-Covid ( 201,9 milioni di ore nel 2019). L’aumento degli occupati a 24 milioni, soglia mai registrata in precedenza, non ha contribuito ad assicurare una crescita dell’1% del Pil come previsto nel Documento di economia e finanza (DEF). Il monte salari del settore terziario non compensa la riduzione di quello del settore manifatturiero, quale contributo alla crescita della domanda interna.

Occorre evitare il rischio di uno spostamento strutturale dell’occupazione dal settore industriale a quello terziario. Si rischierebbe di compromettere la seconda posizione dell’Italia come industria manifatturiera in Europa e ridurrebbe la capacità produttiva del sistema economico per effetto del maggior valore aggiunto delle produzioni rispetto a quello del terziario.

La profittabilità delle banche

In questo contesto stonano i maxi profitti delle banche del 2023 e del 2024. Dal 2021, infatti, i ricavi da commissioni sono aumentati del 10%, mentre gli interessi sugli impeghi del 75%, nonostante una riduzione dei crediti erogati alle imprese e alle famiglie.

La profittabilità delle banche italiane non dipende più dall’andamento dell’economia reale. In virtù della finanziarizzazione internazionale viene meno quel postulato che identificava la solidità del sistema bancario nel principio dei vasi comunicanti tra l’andamento della produzione e quella creditizia. La stabilità del sistema bancario era storicamente fondata sul buon andamento dell’attività economica e viceversa. Un principio vanificato dalla globalizzazione dei movimenti di capitale.

La legge di bilancio

Non bisogna dimenticare che Il nostro paese ha fondato lo sviluppo economico e sociale sull’industria manifatturiera a servizio delle esportazioni. L’esplosione del turismo, pur positiva, non può sostituire l’apporto dato dal sistema industriale all’arricchimento professionale e culturale della società italiana.

Le misure previste dalla legge di bilancio 2024 non paiono preoccuparsi della contraddittorietà della situazione economica e del pericolo che possiamo correre, per il persistere dei teatri di guerra, per l’incremento crescente dei costi dell’energia, per la crisi dell’industria, per l’esodo senza fine dei giovani. Analogo ragionamento può essere fatto per chi sta all’opposizione. Infatti, il confronto o lo scontro con il governo è concentrato solo su questioni di natura politica. Non è uscito, ne riesce ad uscire  dall’ambito ristretto in cui è stato confinato.

In un paese in cui l’ossatura del sistema manifatturiero è prevalentemente costituita da piccole e medie imprese, la politica industriale e l’assetto della produzione sono di vitale interesse. I costi dell’energia, la politica dei dazi, la sburocratizzazione, gli investimenti unitamente al green deal, alla digitalizzazione e l’intelligenza artificiale, se non verranno affrontati con strumenti di intervento idonei, non potranno sortire effetti positivi per innovare e  per rilanciare il sistema economico. Si tratta di una questione nazionale, e come tale va trattata, che non può prescindere da un pieno coinvolgimento dell’Unione Europea.

Il risiko bancario

Meraviglia che le nostre banche abbiano pensato, e tutt’ora pensino, al gigantismo finanziario, come di recente par di capire con le “operazioni di mercato” di Unicredit-Commerce Bank-Bpm e di Mps-Mediobanca-Generali, senza focalizzarsi sulla peculiarità del nostro tessuto produttivo e sul da farsi per assistere le poi, le reti di filiera e i distretti industriali ad affrontare le sfide dell’innovazione tecnologica e della concorrenza internazionale.

Prestito personale

Delibera veloce

 

Senza una concertazione tra i vari soggetti che animano lo sviluppo industriale e senza un serrato confronto di questi soggetti con il governo e il Parlamento non potrà essere elaborato un piano industriale che  prospetti un percorso per dare uno sbocco positivo  al settore manifatturiero.

È pertanto indispensabile che il nostro paese si doti di un piano industriale a lungo termine sia per le specifiche problematiche nel nostro apparato produttivo che per far sì che l’Europa elabori anch’essa di un piano industriale della stessa specie. Occorre una mobilitazione straordinaria di risorse finanziarie (Eurobond) e di nuovi strumenti di intervento  per superare i lacci e lacciuoli che imbrigliano in particolare delle pmi.

Il ruolo della manifattura

La manifattura deve tornare ad essere una priorità nazionale. Nell’immediato occorre dare la massima spinta all’attuazione del Pnrr e favorire gli investimenti in macchinari e impianti, ivi compreso il software, attraverso il rifinanziamento dell’industria 4.0 (bonus fiscale),  utilizzando  i fondi  della legge 5.0 che  non sta dando alcun frutto per la farraginosità delle procedure.

L’irrobustimento del sistema produttivo nazionale ed europeo, attraverso l’innovazione tecnologica di processo e di prodotto, unitamente ad una diversa organizzazione dell’apparato industriale, è la condizione   necessaria per consentire alle imprese italiane, ma anche a quelle europee, di vincere le sfide sul mercato internazionale (rapporto Draghi).

Giovani e industria

Il miglioramento della capacità produttiva del sistema industriale porterà benefici alla ricchezza nazionale. Consentirebbe di incrementare i salari e gli stipendi, aspetto essenziale, ma non esclusivo, per dare una consistente spinta all’occupazione qualificata dei giovani. La crescita del prodotto interno lordo a ritmi superiori rispetto a quelli registrati negli ultimi vent’anni potrà consentire, inoltre, di destinare risorse finanziarie a welfare aziendale.

Le questioni dello sviluppo industriale e quelle dei giovani, sono inscindibili. Non si può perdere altro tempo. Occorre che il nostro paese e l’Unione Europea, indipendentemente dalle posizioni politiche, prendano di petto il corno dello sviluppo industriale unitamente a quello dei giovani.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Source link