Nuovo Giornale Nazionale – IL CONFLITTO RUSSIA UCRAINA, UN’ANALISI OLTRE LE NARRAZIONI

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di Sergio Restelli

Il Conflitto Russo-Ucraino tra Geopolitica, Storia e Interessi Globali

Se accantonassimo per un momento le reazioni emotive e morali sul dramma del popolo ucraino, potremmo forse affrontare il conflitto russo-ucraino con un’analisi più onesta e razionale. Questa guerra non può essere ridotta a una semplice dicotomia tra bene e male, tra aggressori e vittime. Piuttosto, essa è il risultato di una lunga e intricata serie di eventi storici, economici e geopolitici, nei quali gli attori coinvolti hanno perseguito i propri interessi strategici con spregiudicatezza.

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L’errore più comune nell’interpretazione di questo conflitto è quello di guardarlo attraverso una lente ideologica, che ignora la complessità della situazione e la molteplicità dei fattori in gioco. Al di là della narrativa occidentale dominante, che tende a presentare la Russia come unica responsabile dell’escalation, è fondamentale considerare il ruolo dell’Occidente, le tensioni interne all’Ucraina e le ambizioni strategiche che hanno portato a questa crisi.

Ucraina e Russia: un legame storico e culturale profondo

Per comprendere appieno le dinamiche attuali, è necessario iniziare dalla profonda connessione storica e culturale tra Russia e Ucraina.

  • L’Ucraina ha fatto parte dell’Impero Russo per secoli e, dopo la Rivoluzione del 1917, è diventata una delle repubbliche fondatrici dell’Unione Sovietica.
  • Molti ucraini, soprattutto nelle regioni orientali e meridionali, condividono legami linguistici, religiosi ed economici con la Russia.
  • Dopo il crollo dell’URSS nel 1991, l’Ucraina è diventata indipendente, ma ha ereditato una profonda spaccatura interna: da un lato, le regioni occidentali più inclini verso l’Europa; dall’altro, il Donbass e la Crimea, che hanno mantenuto forti legami con Mosca. La divisione culturale tra un’Ucraina “europea” e un’Ucraina “russa” è stata la linea di frattura su cui si sono innestati gli eventi recenti.

Il Punto di Svolta

Euromaidan e la Destabilizzazione del 2013-2014

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Il momento cruciale nella trasformazione dell’Ucraina in un campo di battaglia geopolitico è stato il 2013-2014, con le proteste di Euromaidan.

  • Yanukovych e la scelta mancata: il presidente ucraino Viktor Yanukovych, percepito come filo-russo, decise di sospendere la firma dell’Accordo di Associazione con l’UE, optando invece per un accordo con Mosca.
  • La reazione occidentale: le proteste scoppiarono immediatamente a Kiev, inizialmente come manifestazioni spontanee, ma presto divennero un movimento altamente organizzato e finanziato dall’esterno.
  • Il coinvolgimento degli Stati Uniti e dell’UE: Victoria Nuland, assistente del Segretario di Stato USA, ammise apertamente che Washington aveva investito miliardi di dollari per “promuovere la democrazia” in Ucraina.

Le proteste sfociarono in una vera e propria rivoluzione pilotata, che culminò con la fuga di Yanukovych e l’insediamento di un governo filo-occidentale.

Per la Russia, questo non fu un semplice cambio di leadership, ma un colpo di Stato orchestrato dall’Occidente, mirato a portare l’Ucraina definitivamente nella sfera d’influenza NATO.

La Reazione di Mosca: Crimea e Donbass

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Dopo la caduta di Yanukovych, la Russia rispose con due mosse decisive.

Annessione della Crimea (marzo 2014): Mosca giustificò questa operazione con la necessità di proteggere la popolazione russofona della regione e la sua base navale di Sebastopoli.

Il referendum in Crimea, con il quale la maggioranza votò per l’annessione alla Russia, fu considerato illegittimo da Kiev e dall’Occidente, ma legittimo da Mosca.

Conflitto nel Donbass:

nelle regioni orientali dell’Ucraina, le tensioni esplosero in una guerra civile tra il governo di Kiev e i separatisti filo-russi.Il Cremlino non riconobbe ufficialmente il proprio coinvolgimento militare, ma è ampiamente riconosciuto che abbia sostenuto i ribelli con armi, denaro e uomini.

L’Occidente reagì con sanzioni economiche contro Mosca, mentre il conflitto nel Donbass si trasformò in una guerra a bassa intensità destinata a durare anni.

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La NATO e il Ruolo dell’Occidente: Espansione o Minaccia?

Uno degli elementi più controversi di questa crisi è il ruolo della NATO e dell’Occidente.

Dal 1991, la NATO si è progressivamente espansa verso Est, includendo ex paesi del Patto di Varsavia e repubbliche ex sovietiche, violando le promesse fatte a Gorbaciov nel 1990.Per Mosca, l’ingresso dell’Ucraina nella NATO avrebbe rappresentato una minaccia diretta alla sicurezza nazionale, ponendo basi militari occidentali ai confini russi. Gli Stati Uniti hanno sistematicamente utilizzato l’Ucraina come avamposto anti-russo,sostenendo economicamente e militarmente il paese, fornendo addestramento ai soldati ucraini e promuovendo una politica anti-Mosca.  La Russia ha sempre considerato inaccettabile l’idea di un’Ucraina allineata alla NATO.

L’invasione del 2022, per quanto condannabile, è stata in gran parte una reazione prevedibile a questa pressione geopolitica.

Il Conflitto Attuale: Oltre la Propaganda

L’invasione russa del 2022 ha aggravato la situazione, trasformando un conflitto locale in una guerra su larga scala con impatti globali.

L’Occidente ha risposto con un massiccio supporto militare a Kiev, fornendo armi e intelligence per prolungare il conflitto.

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Gli Stati Uniti e l’UE hanno imposto sanzioni senza precedenti alla Russia, ma senza ottenere l’effetto sperato di indebolire l’economia russa.

La guerra quindi si è trasformata in un’operazione di logoramento, in cui l’Ucraina ha pagato il prezzo più alto in termini di perdite umane ed economiche, mentre le industrie belliche occidentali ne hanno tratto enormi profitti.

Un Conflitto Senza Vincitori?

Il conflitto russo-ucraino è il risultato di decenni di tensioni geopolitiche, manovre strategiche e ingerenze esterne.

L’Ucraina si è trovata intrappolata in una guerra che non è solo sua, ma anche uno scontro tra Russia e Occidente.

Gli Stati Uniti e l’UE hanno usato il paese come un campo di battaglia per contenere Mosca, mentre la Russia ha reagito con brutalità per difendere la propria sfera di influenza.

Né la Russia né l’Occidente sembrano disposti a un compromesso reale, mentre l’Ucraina continua a essere il principale teatro di questa guerra per procura.

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Se il mondo non abbandona la logica del confronto diretto, questa guerra rischia di trascinarsi per anni, con conseguenze devastanti non solo per l’Ucraina, ma per l’intero equilibrio globale.

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