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I diritti mestruali sono diritti umani.
In Italia, quasi 1 persona su 6 non può permettersi di comprare prodotti mestruali- come assorbenti, tamponi e coppette – ricorrendo persino alla carta igienica!
All’arrivo della prima mestruazione, 2 persone su 5 in Italia ci hanno detto che non sapevano cosa stesse succedendo al loro corpo.
Nel nostro Paese i prodotti mestruali sono ancora tassati come beni di lusso.
Di questo – e molto altro – parleremo in un ciclo di incontri ad accesso libero e gratuito – aperti alla cittadinanza e alle istituzioni – che porteremo in tutta Italia insieme a Tocca a Noi, associazione nata nel 2021 con l’obiettivo di garantire l’equità e l’uguaglianza tra generi e generazioni, promuovendo la partecipazione delle persone e stimolando l’azione legislativa su temi civili e sociali.
Gli incontri fanno parte di “Giustizia mestruale in Comune”, la campagna alla quale abbiamo dato vita insieme a Tocca a Noi per rompere il tabù delle mestruazioni e portarle al centro del dibattito pubblico. Il nome della campagna gioca sulla doppia valenza della parola “Comune”: le mestruazioni, spesso relegate alla sfera privata e ancora stigmatizzate, sono in realtà una questione di salute pubblica, e per questo il personale diventa inevitabilmente politico.
Il nostro impegno si concretizzerà nei Comuni (consigli di quartiere, di municipio e consigli comunali) e nelle Regioni di tutta Italia, accompagnandoli nella presentazione di mozioni per la giustizia mestruale, traducendole in azioni reali e tangibili. Il nostro obiettivo? Portare i diritti mestruali in tutta Italia.
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I diritti mestruali sono diritti umani: garantire la giustizia mestruale in Italia
Lavoriamo da anni per garantire la giustizia mestruale in Italia e nel mondo.
Dall’abbattimento di stigma e tabù su mestruazioni e menopausa all’introduzione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole, fino al congedo mestruale sul lavoro: il nostro obiettivo è portare al centro chi ha le mestruazioni, creare consapevolezza sui diritti legati alla salute mestruale e dare vita a un movimento capace di generare cambiamenti concreti.
Nel 2024 abbiamo lanciato il nostro Manifesto per la Giustizia Mestruale, con sei passi chiave per promuoverla nel nostro Paese. In collaborazione con Ipsos, abbiamo realizzato EnCICLOpedia, la prima indagine sulla povertà mestruale condotta in Italia. Da sempre, chiediamo l’abolizione della Tampon Tax, affinché assorbenti, tamponi e coppette non siano più considerati beni di lusso.
Il nostro impegno non si ferma qui: insieme a Tocca a Noi, lavoreremo quest’anno per tenere i riflettori accesi sull’importanza dei diritti mestruali attraverso i cicli di incontri disponibili su tutto il territorio italiano. L’obiettivo di questi incontri è, da un lato, sensibilizzare e formare le istituzioni – e la società civile – fornendo materiali educativi e informativi; dall’altro promuovere proposte legislative per garantire che ogni persona con mestruazioni in Italia possa affrontare il ciclo mestruale con dignità e sicurezza.
“Attraverso ricerche e attivismo sul territorio, smantelliamo gli stereotipi sulle mestruazioni e rivendichiamo politiche radicali di giustizia mestruale- commenta Martina Albini, Coordinatrice del Centro Studi di WeWorld – perchè nel nostro Paese la salute mestruale non sia più un tabù, ma un diritto riconosciuto e tutelato.
Grazie alla collaborazione con Tocca a Noi – che ha portato il tema della giustizia mestruale nelle amministrazioni locali e nelle scuole – potremo lavorare a stretto contatto con tantissimi comuni italiani, sensibilizzando sul tema della povertà e della giustizia mestruale, perché istituzioni e terzo settore possano lavorare insieme per costruire politiche più solide per la giustizia mestruale nel nostro paese. L’Italia deve dotarsi di un’agenda per la giustizia mestruale, perché le mestruazioni non sono solo una questione personale, ma una questione collettiva di diritti umani e salute pubblica.”
Lucrezia Lurlarlo, Presidente Tocca a noi, commenta così l’iniziativa: “Dal TamponTaxTour del 2021 abbiamo raccolto l’esperienza di oltre 200 comuni impegnati nel contrastare la disuguaglianza socio-economica legata all’IVA sui prodotti mestruali: una grande mobilitazione dal basso che ha non solo reso possibile l’incontro con parlamentari e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma ha anche costruito una rete solida su tutto il territorio nazionale, fondamentale per il conseguente abbattimento dell’IVA.
Da allora, lavoriamo per riconoscere la salute – di cui la salute mestruale è parte – come diritto fondamentale, inviolabile e universale, promuovendo campagne che vanno dall’eliminazione dell’IVA alla distribuzione gratuita dei prodotti mestruali, dalla conoscenza del corpo all’educazione sessuale e affettiva. Perché i corpi sono spazi di rivendicazione e l’uguaglianza passa da qui: non riconoscere dignità e cura a un corpo con mestruazioni significa alimentare un processo di discriminazione che si riflette nel lavoro, nella scuola e in ogni altro ambito della vita.
Grazie a questa campagna in collaborazione con WeWorld, continueremo a batterci per soluzioni e risposte concrete, unendo di nuovo istituzioni e piazze in un continuo lavoro di rete.”
Perché dobbiamo parlare di giustizia mestruale e perché dobbiamo farlo ADESSO?
Ogni mese, in tutto il mondo, circa 1,9 miliardi di persone hanno le mestruazioni, un processo naturale che però è ancora circondato da stigma e silenzio. Di mestruazioni parliamo e sappiamo ancora troppo poco e i tanti falsi miti e stereotipi che le circondano portano a vere e proprie discriminazioni.
In molti paesi, le persone con mestruazioni non sempre possono acquistare i prodotti mestruali (come assorbenti o tamponi) di cui avrebbero bisogno o accedere a bagni puliti e sicuri per cambiarsi.
Questo fenomeno ha un nome: povertà mestruale, ed esiste anche in Italia. Dalla nostra ricerca “enCICLOpedia: Le cose che dovresti sapere sulla giustizia mestruale”,– la prima in Italia su questo tema – è emerso che quasi 1 persona su 6 non può permettersi di comprare i prodotti mestruali. Alcune di loro ricorrono persino alla carta igienica!
La povertà mestruale ha tante altre forme però: anche non ricevere informazioni adeguate riguardo al ciclo mestruale o al proprio corpo è un segnale di povertà mestruale. All’arrivo del menarca, 2 persone su 5 in Italia ci hanno detto che non sapevano cosa stesse succedendo al loro corpo.
Quando c’è giustizia mestruale tutte le persone che hanno le mestruazioni possono accedere ai prodotti mestruali che desiderano, sono libere di decidere per il proprio corpo, ricevono informazioni adeguate e possono vivere il proprio ciclo mestruale libere da stigma e da disagio psicologico.
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