Enormi manifestazioni sono previste per oggi in tutta la Grecia in occasione dell’anniversario del grave incidente ferroviario di Tempi. Le risposte date da politica e giustizia sono ritenute insufficienti da chi scende in piazza
Erano le 23:18 del 28 febbraio 2023, esattamente due anni fa: due treni si scontrarono a sud della valle di Tempi in Grecia, nella regione della Tessaglia. La collisione, che coinvolse il treno passeggeri InterCity 62 e un treno merci, provocò la morte di 57 persone e il ferimento di altri 180 passeggeri. Fu il peggior disastro ferroviario della storia greca.
In occasione del secondo anniversario della tragedia, oggi in tutta la Grecia moltissimi manifestanti scenderanno in piazza per chiedere giustizia e protestare contro i crimini e gli insabbiamenti tentati dalle autorità.
Sono previste manifestazioni in 250 città e centri del Paese, ma anche in 54 città straniere, ed è stato dichiarato lo sciopero generale. È una mobilitazione che, per estensione, non ha precedenti nella storia greca degli ultimi 30-40 anni.
Ad alimentare il malcontento e la rabbia sono i favoritismi impenitenti, le crescenti disuguaglianze, il sequestro delle istituzioni, le ciniche illegalità commesse da alcuni funzionari e l’impunità garantita loro dal parlamento e dalla magistratura.
Quello dell’incidente di Tempi non è l’unico caso in cui questi problemi si presentano – ma è un caso in cui si presentano tutti insieme.
Anche grazie alla sua portata metaforica, le ultime parole di una delle vittime, la ventitreenne Frantzeska Beza, “Non ho ossigeno”, sono diventate uno slogan sulla bocca di tutti.
Accuse di insabbiamento
Il governo guidato da Kyriakos Mitsotakis respinge categoricamente le accuse di insabbiamento delle inchieste sull’incidente, ma i sondaggi indicano che tra il 70% e l’80% dei greci lo ritiene coinvolto nel tentativo di impedire che sia fatta piena luce su quanto accaduto.
Sembra molto probabile che le responsabilità per il disastro non verranno mai completamente chiarite, mentre aleggia l’ombra della prescrizione.
Subito dopo l’incidente, le autorità non hanno adottato le misure necessarie per proteggere le riprese effettuate dalle telecamere di sicurezza o eseguire le autopsie. Inoltre, sono stati rapidamente rimossi circa 300 metri cubi di terra dall’area dello scontro, rimpiazzati da mucchi di ghiaia.
La distruzione delle prove ha impedito di stabilire se il treno merci coinvolto trasportasse illegalmente del materiale infiammabile, che potrebbe avere causato la grave esplosione seguita alla collisione.
Il ministro dei trasporti dell’epoca, Kostas Achilleos Karamanlis – un esponente della dinastia politica conservatrice dei Karamanlis –, si è dimesso il giorno dopo la tragedia.
Ma due anni dopo, le famiglie delle vittime e l’opinione pubblica greca aspettano ancora delle risposte precise: perché i sistemi di sicurezza hanno fallito? Cosa ha scatenato la massiccia esplosione? Il treno merci trasportava merci pericolose? E in ultima analisi, di chi è la colpa dell’incidente?
Già nella primavera del 2021 la Grecia era entrata nel mirino della Commissione europea, che aveva rilevato gravi carenze nei sistemi di sicurezza sulla rete ferroviaria greca e aveva aperto una procedura per “la non conformità della Grecia alla direttiva 2016/798 sulla sicurezza ferroviaria”.
In teoria, la Grecia aveva adottato la direttiva con una legge approvata dal governo Mitsotakis nell’autunno 2019. Tuttavia, la Commissione obiettava a una serie di punti in cui la legge si discostava dalle indicazioni dell’UE, tra cui i modi in cui va indagato un incidente ferroviario.
Dal canto suo, pochi mesi prima dell’incidente di Tempi la Procura europea aveva aperto un’indagine su possibili reati legati all’esecuzione degli appalti per l’aggiornamento dei sistemi di sicurezza ferroviaria in Grecia.
A oggi, perfino il segnale ferroviario difettoso all’origine dell’incidente del 2019 non è ancora stato riparato, e gli investimenti nelle tecnologie di sicurezza finanziati con fondi dell’Unione europea avanzano con grande ritardo.
Nuove rivelazioni
Nonostante il tempo trascorso, non si è ancora aperto nessun processo per la strage. La percezione dell’opinione pubblica è che le autorità non siano state trasparenti e abbiano anzi cercato di interferire nelle indagini, mostrandosi più interessate a gestire le ricadute politiche dell’incidente che a scoprire la verità.
Tuttavia, il coraggio inflessibile e l’impegno dei parenti delle vittime hanno guidato la richiesta collettiva di giustizia.
Nel marzo 2024 si è scoperto che le registrazioni delle conversazioni tra il capostazione e i macchinisti la notte dell’incidente erano state alterate, come ha dovuto poi ammettere il direttore generale di OSE, la compagnia ferroviaria greca.
Nelle ultime settimane, la rivelazione di altre registrazioni audio hanno alimentato ulteriormente la rabbia dei cittadini. Il rapporto finale del consulente tecnico dei parenti delle vittime, pubblicato nel gennaio 2025, includeva infatti la registrazione inedita di una serie di dialoghi dei passeggeri della seconda carrozza dell’InterCity 62, molti dei quali destinati a morire soffocati nel giro di pochi minuti.
Ciò che emerge dai dialoghi ha contraddetto la ricostruzione dei fatti sostenuta fino ad allora dal governo: ne sono derivate forti proteste in tutto il Paese il 26 gennaio 2025.
Il 29 gennaio il Primo ministro Mitsotakis ha rilasciato un’intervista in cui si dichiarava scioccato dalle nuove registrazioni e cambiava radicalmente la sua versione: “Mi inchino davanti alla signora Karistianou [presidente dell’associazione delle vittime, ndr]. Se si scopre che c’era un carico sospetto sul treno merci, la compagnia dovrebbe essere ritenuta penalmente e politicamente responsabile”.
Dieci giorni dopo l’intervista di Mitsotakis, sono infine emerse le riprese del treno merci coinvolto nell’incidente.
L’inchiesta EDJNet
Nel 2019-2020 con lo European Data Journalism Network avevamo analizzato lo stato delle ferrovie greche, in particolare dal punto di vista della sicurezza, tramite un’inchiesta condotta da MIIR (prima parte , seconda parte ), un approfondimento sul sistema di sicurezza ERTMS e un nostro articolo . Il lavoro di MIIR era poi stato ripreso anche dal New York Times in occasione dell’incidente di Tempi.
Questo articolo è stato prodotto in collaborazione con la testata greca EfSyn nell’ambito di PULSE, un’iniziativa europea coordinata da OBCT che sostiene le collaborazioni giornalistiche transnazionali.
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