Dal vertice allargato di Londra al Consiglio europeo straordinario del 6 marzo, i prossimi giorni saranno cruciali per un’Europa che rischia di trovarsi sempre più indifesa in un mondo che cambia velocemente. Al centro della discussione, nuovi coordinamenti militari, garanzie di sicurezza per l’Ucraina e, soprattutto, il tema delle spese per la Difesa, in attesa della decisione Ue sullo scorporo dai vincoli del Patto di stabilità, come sostenuto dall’Italia
28/02/2025
Occhi puntati su Londra questa domenica per il vertice sulla Difesa europea indetto dal primo ministro britannico, Keir Starmer, al rientro dal suo incontro con Donald Trump alla Casa Bianca. Invitati a partecipare non solo istituzioni e Paesi membri dell’Ue, ma anche Norvegia, Turchia e vertici Nato, nonché Ucraina. Intanto, lato Ue, c’è attesa per il Consiglio europeo del 6 marzo, durante il quale dovrebbe essere sciolto il nodo dello scorporo delle spese militari dai vincoli di bilancio comunitari. Mentre gli Stati Uniti ricalibrano le loro priorità e si preparano a ridurre il loro impegno militare in Europa, i leader del Vecchio continente sono chiamati a confrontarsi sul futuro della loro stessa sicurezza.
Di cosa si parlerà a Londra
Dopo il summit a otto di Parigi voluto da Emmanuel Macron — risoltosi in un nulla di fatto —, è il turno di Keir Starmer di provare a farsi promotore di una nuova architettura di sicurezza europea, a maggior ragione dopo il passaggio di testimone con gli Usa a capo del Gruppo di contatto per il supporto all’Ucraina. Senza la garanzia di una solida presenza Usa, il continente intero (di qui l’estensione dell’invito ai Paesi extra-Ue) si trova costretto a fare i conti con la necessità di potenziare le proprie capacità difensive. Per questo, è probabile che nelle discussioni di domenica si discuterà non solo di come e (soprattutto) quanto aumentare le spese militari, ma anche della vociferata proposta di estendere l’ombrello nucleare anglo-francese al resto d’Europa. Quest’ultimo tema potrebbe risultare particolarmente delicato, specialmente considerando la presenza di Ucraina e Turchia, l’una alla ricerca di garanzie di sicurezza e l’altra percepita come un rivale da diversi Stati europei, Grecia in primis. Inoltre, in quanto leader europeo che ha incontrato Trump più recentemente, è probabile che Starmer relazionerà i suoi omonimi continentali sulle discussioni avute a porte chiuse con il presidente Usa riguardo il futuro dei rapporti securitari transatlantici e sulla possibilità di inviare peacekeeper europei in Ucraina a seguito di un cessate il fuoco — opzione, questa, su cui Downing Street si è già detta favorevole negli ultimi giorni.
È difficile prevedere i risultati di questo summit, tuttavia un dato interessante riguarda la nuova assertività britannica riguardo temi che portano l’aggettivo di “europei”. Nell’epoca post-Brexit, il fatto che Londra si faccia sede del dibattito sul futuro della difesa dell’Europa segnala indubbiamente un mutamento di prospettive oltremanica. Di fronte al riposizionamento Usa sull’Indo-Pacifico, una qualche forma di “ritorno all’Europa” potrebbe essere un’opzione sul tavolo di Whitehall per restare attori di rilievo sullo scacchiere internazionale. Benché sia vero che senza il Regno Unito la difesa europea mancherebbe di un importante contributore, è altrettanto vero che anche Londra ha tutto l’interesse a essere parte della nuova architettura di sicurezza veterocontinentale. Sotto questo punto di vista, la decisione di invitare anche i partner extra-Ue configura un tavolo più eterogeneo, con Londra inclusa a pieno titolo nei discorsi sulla difesa europea. L’opportunità per Starmer è quindi duplice, affrontare il tema, non più rimandabile, della sicurezza del Vecchio continente e al contempo puntare sul nuovo coordinamento in materia di Difesa per aprire la porta alla ripresa dei rapporti con Bruxelles.
Spese militari, il nodo sul debito in Ue
Mentre l’Europa in formato extra large si prepara al vertice londinese, anche l’Unione europea si muove, in particolare riguardo al delicato tema delle spese militari. Il 6 marzo è stato infatti convocato un Consiglio europeo straordinario in tema di difesa. Che si tratti del 3%, del 4% o del 5% invocato da Trump, l’intera Unione è chiamata ad aumentare le proprie spese per la Difesa. Di fronte al veto, espresso durante la campagna elettorale, sul debito comune europeo di Friedrich Merz, l’unica opzione rimasta sul tavolo sembrerebbe quella di scorporare le spese militari dai vincoli di bilancio del Patto di stabilità. Questa possibilità, più volte invocata dall’Italia, permetterebbe agli Stati membri di aumentare le spese militari ricorrendo all’indebitamento nazionale senza incorrere in procedure di infrazione da parte dell’Unione. Il primo spiraglio a questa possibilità è già venuto dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la quale ha indicato lo scorporo delle spese dal Patto come la via più rapida da perseguire. Dall’invito mandato dal presidente del Consiglio europeo Antonio Costa si evince che anche Volodymir Zelensky sarà invitato a partecipare, a riprova dell’impegno dell’Ue nei confronti dell’Ucraina. Settimana intensa per i leader europei che, dopo la sveglia di Trump, sono adesso chiamati a mettere da parte l’attendismo e, come invocato da Mario Draghi, “fare qualcosa”.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link