indagati 33 ultras della Stella Rossa

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Una vera e propria azione paramilitare organizzata al dettaglio. I sopralluoghi, un b&b come base, e le vie di fuga per allontanarsi dalla Capitale senza essere identificati alla frontiera. Svolta sull’assalto subito dai Fedayn Roma, lo storico gruppo ultras della curva Sud a cui nel febbraio del 2023 vennero rubati tutti gli striscioni a piazza Mancini. A pianificare l’assalto gli ultras della Stella Rossa di Belgrado. Delije che però nell’agguato hanno perso un telefono cellulare, ritrovato poco dopo i primi sopralluoghi al Flaminio dalle forze dell’ordine.

Accertamenti andati avanti due anni e arrivati a una prima svolta. Sono infatti 33 gli ultras serbi indagati dalla procura di Roma. Un fascicolo aperto dal pubblico ministero Erminio Amelio per rapina e lesioni: resa pubblica da Repubblica l’indagine è stata confermata al nostro giornale da fonti qualificate. Le ‘pezze’ vennero poi incendiate allo stadio Marakana il successivo 18 di febbraio. 

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La galassia nera del tifo romanista: la curva Sud vira ancora a destra

 

Ultras della Stella Rossa indagati 

Era il 4 febbraio del 2023 quando gli ultras del più vecchio gruppo della curva Sud della Roma furono vittime dell’agguato. Al termine della partita appena giocata allo stadio Olimpico fra i giallorossi e l’Empoli i Fedayn con i borsoni contenenti gli striscioni e le bandiere del gruppo sono bersaglio di un vero e proprio assalto. Inaspettato, fuori dalle regole del mondo ultras. Ad attenderli nascosti fra le siepi di piazza Mancini decine di ultras della Stella Rossa di Belgrado (oltre 50) che dopo aver assistito a Milano alla sfida di Euro Lega pallacanestro fra Olimpia Milano e Stella Rossa invece di ripartire alla volta della Serbia pianificano nei dettagli l’assalto. Noleggiate diverse auto i Delije arrivano a Roma. Utilizzando un bed & breakfast come base logistica studiano l’area di piazza Mancini, individuano i Fedayn con i borsoni e, attendono la fine della partita. Poi l’agguato, a colpi di cinghie e catene. Immagini riprese poi dall’alto dai residenti del Flaminio dove si vedono i Delije allontanarsi in numero cospicuo dalla zona di piazza Mancini.

La fuga in Serbia

Rubate le ‘pezze’ gli ultras della Stella Rossa devono però allontanarsi, e anche in questo caso l’azione è studiata nei dettagli. Le macchine posizionate in diverse vie di fuga sono pronte, i borsoni con striscioni e bandiere vengono caricati su un’altra vettura, che si confonde poi nel traffico dei romanisti in uscita dall’Olimpico. Momenti concitati, i Fedayn provano a raggiungere l’aeroporto di Fiumicino da dove i serbi dovrebbero ripartire alla volta del Paese dell’ex Jugoslavia, ma i Delije non ci sono. Potrebbero infatti essere partiti per Belgrado proprio utilizzando le auto noleggiate prima dell’agguato. 

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Lo striscione bruciato allo stadio Marakana

Messo a segno il colpo il successivo 18 febbraio i Delije espongono allo stadio Marakana di Belgrado il bottino. Espongono uno striscione che recita “Roma è caduta” e “Hai scelto le amicizie sbagliate”, in riferimento alla vicinanza fra i Fedayn e i Bad Blue Boys della Dinamo Zagabria e soprattutto in relazione all’accesa rivalità con gli ultras del Napoli, con cui i serbi sono gemellati. Poi l’onta: le pezze e le bandiere vengono esposte al contrario e poi bruciate. Unica concessione la restituzione del grande striscione “Brigata Roberto Rulli”, in memoria dello storico fondatore del gruppo morto nel 1990 e poi restituito ai romanisti.

L’omaggio della Sud e il Gruppo Quadraro

Lo striscione bruciato al Marakana di Belgrado segna la fine dei Fedayn. Il gruppo entra alla successiva partita casalinga contro l’Hellas Verona in una Sud surreale. I Fedayn ricevono il sostegno e gli applausi di tutta la Sud, ma è la fine “Quanno more er prete“. Il 19 febbraio viene de facto celebrato il funerale del più antico gruppo ultrà dell’Asr. La balaustra non viene però abbandonata, per mesi senza “pezza” sul muretto 17 arriva il “Gruppo Quadraro“. A distanza di due anni una prima svolta sui fatti di piazza Mancini con i primi 33 Delije indagati per rapina e lesioni dalla procura di Roma. 



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