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Torna l’appuntamento con Biennale Democrazia, manifestazione culturale della Città di Torino, ideata e presieduta da Gustavo Zagrebelsky. Dal 2009 si svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. L’appuntamento è da mercoledì 26 a domenica 30 marzo, con la IX edizione sul tema “Guerre e Paci”: una riflessione sui conflitti, sulle violenze e sulle guerre, alla luce dell’attuale scenario di crescente tensione globale e della persistente minaccia di scontri interni alle società democratiche. L’idea è di esplorare, in dialogo con il pubblico, il complesso rapporto tra conflitto e democrazia, in un mondo dominato da guerre dove la pace deve essere la via. La manifestazione accoglierà oltre 100 incontri, eventi e spettacoli, con più di 220 ospiti italiani e internazionali. L’immagine guida di quest’anno è opera di Alessio Mamo, fotografo pluripremiato al World Press Photo nel 2018 e nel 2020 per i suoi reportage dalle zone di conflitto: Ucraina, Iraq, Siria e Palestina. La fotografia è stata scattata a Qaraqosh, la più grande città cristiana dell’Iraq, liberata dall’esercito iracheno nell’ottobre 2016, dopo due anni di occupazione dell’Isis, e mostra segni di devastazione totale.
Quattro i focus centrali
Si partirà da quattro focus centrali, quattro itinerari tematici, quattro diverse prospettive per discutere e ragionare attorno ai grandi temi che riguardano la democrazia: Conflitti globali, conflitti locali; Geopolitica della guerra e della pace; Immaginare la pace, tra utopia ed eresia; Tutti contro tutti. La IX edizione di Biennale Democrazia è realizzata in collaborazione con Polo del ’900, Università degli Studi di Torino e Politecnico di Torino, oltre che Intesa Sanpaolo. Gli appuntamenti della IX edizione di Biennale Democrazia si svolgeranno nelle sedi dell’Accademia delle Scienze di Torino, Auditorium grattacielo Intesa Sanpaolo, Aula Magna Campus Luigi Einaudi, Aula Magna Cavallerizza Reale, Circolo dei lettori, OGR Torino, Palazzo Capris, Politecnico di Torino, Polo del ’900, Teatro Carignano, Teatro Gobetti. Il programma coinvolge anche la casa circondariale Lorusso e Cutugno, con due eventi per portare questa proposta culturale alle persone detenute
Come nella precedente edizione, oltre al programma principale, previste due sezioni ulteriori: Democrazia Futura, nell’ambito di Torino Futura – Generazione di cultura, programma dedicato alle scuole di ogni ordine e grado, ai giovani e alle famiglie, e Democrazia Diffusa, realizzata grazie alla collaborazione con Torino Social Impact, Arci Torino e la rete delle Biblioteche civiche torinesi, e che vede la partecipazione di oltre 30 realtà di tutto il territorio. Numerosi anche gli eventi collaterali, che coinvolgono le istituzioni della città e non solo.
Alessandro Barbero e Umberto Orsini per l’inaugurazione del 26 marzo
Tanti gli eventi per l’inaugurazione del 26 marzo: al Teatro Carignano, alle 16.30, l’incontro “Come finiscono le guerre”, con Alessandro Barbero, storico e divulgatore, in dialogo con Manuela Ceretta, rettrice dell’Università della Valle d’Aosta. La serata si aprirà alle 21 alle Ogr (Sala Fucine) dove andrà in scena lo spettacolo “La guerra civile”, a cura di Andrea De Rosa e la drammaturgia di Fabrizio Sinisi, con Umberto Orsini e gli interventi musicali di Giorgio Li Calzi. Lo spettacolo è liberamente ispirato al poema di Marco Anneo Lucano, Pharsalia. Per inaugurare il programma di Democrazia Futura, alle 10 alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani, andrà in scena lo spettacolo Il contrario di me. Il cavallo bianco e il cavallo nero di Emiliano Bronzino, Pasquale Buonarota, Alessandro Pisci. Gustavo Zagrebelsky terrà la tradizionale lectio di apertura dell’edizione sul tema “Su tre cose si regge il mondo”.
Tanti gli ospiti italiani e stranieri
Tra gli ospiti internazionali di questa edizione ricordiamo Fariba Adelkhah, Mats Berdal, Vincent Bevins Asmae Dachan, Cédric Durand, Elgas, Élise Féron, Maaza Mengiste, Asma Mhalla, Atef Abu Saif, Barbara Stiegler. I relatori italiani saranno Edoardo Albinati, Alessandro Barbero, Raffaella Baritono, Annalena Benini, Daria Bignardi, Annalisa Camilli, Franco Cardini, Francesca Coin, Gabriele Del Grande, Adriano Favole, Alberto Grandi, Carlo Greppi, Gad Lerner, Francesca Mannocchi, Chantal Meloni, Luca Misculin, Paolo Nori, Matteo Nucci, Laura Pepe, Stefano Rapone, Sabina Reghellin, Matteo Saudino, Giulia Siviero, Daniele Tinti, Benedetta Tobagi, Nathalie Tocci, Alessandro Vanoli, Gustavo Zagrebelsky
Lo Russo: tante piccole “paci” vanno costruite ogni giorno nelle nostre comunità
Stefano Lo Russo, Sindaco della Città di Torino sottolinea: «Non c’è futuro senza pace per tutte e tutti e una pace vera e duratura si crea partendo dalle “paci” che possiamo costruire ogni giorno nelle nostre comunità. Il nostro compito come istituzioni è quello di costruire legami e unioni per promuovere una vera cultura della pace. Le guerre non sono soltanto quelle combattute con le armi, più o meno vicine, sono anche le volontà di chiusura tra persone, il portare avanti idee di esclusione e non inclusione. La differenza tra guerra e pace la fa anche la nostra capacità di sanare i conflitti, mantenendo e valorizzando le identità» dichiara.
Gustavo Zagrebelsky, Presidente di Biennale Democrazia aggiunge: «In un clima di crescente polarizzazione delle posizioni e delle opinioni è fondamentale ribadire il senso profondo di questo evento: ritrovarsi assieme per discutere, dialogando per mettere a confronto posizioni anche molto distanti, prendersi il tempo per la comprensione reciproca come primo necessario passo per trovare soluzioni pacifiche, mai così agognate».
L’edizione 2025 sarà dedicata alle “paci possibili” che emergono da equilibri precari e dalla necessità di accordi per assicurare la sopravvivenza di individui, istituzioni, Stati e del pianeta stesso, perché in una società pluralistica il conflitto e il dissenso sono inevitabili, ma le istituzioni democratiche possono e devono garantire soluzioni pacifiche. Sarà l’occasione per esplorare il ruolo della democrazia e dei diritti fondamentali della persona nella prevenzione degli abusi di potere e nella gestione dei conflitti, facendo luce sulle dinamiche politiche e sociali dei nostri giorni. L’immagine guida di quest’anno è opera di Alessio Mamo, fotografo pluripremiato al World Press Photo nel 2018 e nel 2020 per i suoi reportage dalle zone di conflitto: Ucraina, Iraq, Siria e Palestina. E’ stata scattata a Qaraqosh, la più grande città cristiana dell’Iraq, liberata dall’esercito iracheno nell’ottobre 2016, dopo due anni di occupazione dell’Isis, e mostra segni di devastazione totale. Nessuna delle case del villaggio è stata preservata. Il salotto testimonia l’impatto concreto della guerra, ma anche la possibilità di cambiamento, e l’inizio della pace.
Consigliata la prenotazione, sempre possibile a 5 euro in biglietteria oppure sul circuito Vivaticket (più prevendita) fino alle ore 12 del giorno precedente l’evento.
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