Tim, condannata dopo 12 anni per abuso di posizione dominante

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Plauso dei piccoli provider nell’anno del Trentennale di AIIP: una storica sentenza conferma l’abuso subito dai piccoli player ad opera dell’ex incumbent. “E’ il punto di arrivo di oltre trent’anni di battaglie – commenta Marco Fiorentino, l’AD di KPNQwest Italia ed ex presidente AIIP – che restituisce giustizia agli imprenditori del settore telco’.

Nell’anno in cui l’AIIP la prima associazione delle PMI delle telecomunicazioni festeggia il suo trentennale (venne costituita nel 1995), la Cassazione mette la parola fine, dopo 12 anni, al contenzioso tra Tim e l’operatore KPNQwest Italia, storico socio AIIP, confermando un risarcimento di oltre 6 milioni di euro.
Con sentenza pubblicata il 28 Gennaio 2025, infatti, la Suprema Corte ha respinto l’ennesimo ricorso dell’ex incumbent confermando la sanzione di circa 6 milioni di euro (ne erano stati chiesti 37) per abuso di posizione dominante nel periodo 2009-2011 a danno del provider milanese KPNQwest Italia. Una condotta anticoncorrenziale che già l’Antitrust (AGCM) nel 2013 aveva accertato e sanzionato per oltre 100 milioni di euro.

La ricostruzione

I fatti oggetto del contenzioso risalgono al 2009: Tim, che deteneva ancora il monopolio quasi assoluto sulla rete di accesso ad Internet, prevedeva procedure diversificate per i propri clienti e per quelli degli operatori concorrenti. Di per sé nulla di male, se non che queste procedure arrecavano un oggettivo vantaggio per l’incumbent a scapito dei suoi competitors che perdevano in clienti e credibilità.

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Disparità di trattamento

Si è infatti accertato che in quegli anni, nel caso in cui in centrale si fosse verificata una mancanza di risorse, le segnalazioni inviate dagli operatori concorrenti andavano in ko, obbligandoli ad inoltrare un nuovo ordine, mentre quelle di Tim restavano ‘congelate’ in uno stato di sospensione e, reperite le risorse, venivano prese in carico senza perdere la priorità acquisita. Un altro contesto che restituisce bene le pratiche anticoncorrenziali è quello per cui Tim poteva contare su database più aggiornati rispetto a quelli predisposti per gli operatori concorrenti, i cui ordini andavano per questo motivo, a volte, in ko.

Condanna Antitrust

Nel 2013, come detto, AGCM sanziona questi comportamenti come condotta anticoncorrenziale; Tim risponde con ricorso prima al Tar e poi al Consiglio di Stato, che però confermano il giudizio iniziale.
A questo punto diverse aziende, fra cui KPNQwest Italia, si rivolgono alle corti civili per ottenere un risarcimento. Nel 2019 KPNQwest Italia vince in primo grado. Seguono i ricorsi del provider pubblico, dapprima alla Corte di Appello di II grado che sostanzialmente conferma la sentenza di primo grado, ed infine in Cassazione, che qualche giorno fa conferma la sentenza di secondo grado e mette, finalmente, la parola fine alla vicenda.

Isp piccoli e medi hanno saputo resistere

Questo epilogo non si risolve in un successo meramente giudiziario ed economico. La storia va infatti letta in un contesto più ampio, ovvero la storia di un comparto, quello dei piccoli e medi internet provider, che hanno saputo conquistare un crescente ruolo sul mercato malgrado la concorrenza poco leale da parte dell’ex incumbent, accertata e sanzionata più volte dall’Antitrust nel corso degli anni.

Marco Fiorentino (ad KPNQwest e presidente emerito AIIP): ‘Punto di arrivo dopo 30 anni di battaglie’

“E’ il punto di arrivo di oltre trent’anni di battaglie – commenta Marco Fiorentino, l’AD di KPNQwest Italia ed ex presidente AIIP – che restituisce giustizia agli imprenditori del settore telco che hanno dovuto combattere uniti all’interno dell’associazione, anno dopo anno in sede regolatoria ed antitrust per garantire la concorrenza nel settore. La mia azienda è stata fondata nel lontano 1985 – continua l’ex Presidente – siamo stati tra i primi ad offrire servizi di telecomunicazioni in concorrenza all’operatore pubblico, abbiamo contribuito alla creazione del MIX, punto strategico di interconnessione nazionale e internazionale con i maggiori operatori con sede a Milano e contribuito alla realizzazione dell’Internet Italiana, sempre dovendo combattere insieme ad altre aziende come la nostra per garantire la libera concorrenza. Per noi è un momento di riscatto, giustizia e orgoglio”.

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