Papa Francesco canonizza il ‘medico dei poveri’: sarà il primo santo del Venezuela

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Il 25 febbraio 2025 Papa Francesco, dal Policlinico Gemelli di Roma dove si trova in convalescenza, ha approvato la canonizzazione di José Gregorio Hernández, una figura venerata dal popolo venezuelano da oltre un secolo. Con questo atto, Hernández diventa il primo santo del Venezuela, culminando un processo di canonizzazione iniziato nel 1949. Le sue spoglie riposano nella chiesa di La Candelaria, nel centro di Caracas, e il suo lascito rimane vivo non solo per il suo lavoro nella medicina, ma anche per la profonda devozione popolare che ha ispirato.

José Gregorio Hernández nacque il 26 ottobre 1864 a Isnotú, nello stato di Trujillo, una regione andina del Venezuela. Fin da giovane mostrò un grande interesse per la medicina e la religione, due pilastri che segnarono la sua vita e lo resero una figura eccezionale. Si laureò in medicina nel 1888 presso l’Università Centrale del Venezuela e presto ottenne una borsa di studio per specializzarsi a Parigi, dove si formò in batteriologia, microbiologia e patologia sperimentale. Al suo ritorno in Venezuela, introdusse nel paese le basi della medicina moderna, essendo pioniere nell’applicazione dell’uso del microscopio negli studi medici e fondando la prima cattedra di Batteriologia del paese.

Nonostante la sua passione per la scienza, sentì sempre un richiamo alla vita religiosa. In due occasioni tentò di entrare nei monasteri in Europa, ma il suo delicato stato di salute gli impedì di proseguire la vocazione monastica. Alla fine, comprese che la sua vera missione era servire Dio attraverso la professione medica. La sua fede e la sua scienza non erano opposte, ma complementari: vedeva nella medicina un atto di amore per il prossimo e un modo per adempiere al suo dovere cristiano.

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Hernández è conosciuto come il Medico dei Poveri, un titolo guadagnò per la sua incrollabile dedizione nell’assistere i più bisognosi. In un paese dove l’accesso alla salute era un privilegio delle classi alte, questo medico animato dalla fede cristiana percorse i quartieri e le campagne venezuelane fornendo cure gratuite, medicinali e conforto spirituale. Ispirato dalla sua fede, non solo curava i corpi, ma offriva anche parole di incoraggiamento e speranza a chi ne aveva bisogno.

Una figura dedicata a quei “Nadie”, così ben descritti dallo scrittore Eduardo Galeano: persone dimenticate dalla società, senza voce né diritti, che Hernández salvava dall’oblio con la sua assistenza medica e la sua umanità. Per molti venezuelani, la sua figura trascendeva quella di un semplice medico, Hernández era un visto come intercessore tra la vita e la morte, qualcuno in cui riponevano la loro fede quando la scienza non poteva più offrire risposte.

Il cammino verso la canonizzazione di José Gregorio Hernández è stato lungo ed è iniziato appena dopo la Seconda Guerra mondiale. Nel 1949 fu avviato formalmente il processo, venendo dichiarato Servo di Dio nel 1976, poi Venerabile nel 1986 e Beato nel 2021. La chiave per la sua beatificazione fu il riconoscimento di un miracolo attribuito alla sua intercessione: la guarigione inspiegabile di Yaxury Solórzano Ortega, una bambina che nel 2017 fu colpita da un proiettile alla testa durante un assalto. Contro ogni previsione medica, la bambina si riprese completamente senza alcuna conseguenza, un evento che la Chiesa considerò un miracolo.

Papa Francesco ha approvato la sua canonizzazione martedì 25 febbraio 2025, rendendolo ufficialmente il primo santo del Venezuela. La sua tomba nella chiesa di La Candelaria a Caracas, diventata fin da subito un luogo di pellegrinaggio, è già “presa d’assalto” in queste ore da devoti che vi si recano per chiedere la sua intercessione.

Hernández visse in una Venezuela segnata da profondi cambiamenti politici e sociali. Durante la sua vita, il paese transitava dal XIX al XX secolo sotto governi autoritari e con un’economia dipendente dall’agricoltura e dalla nascente industria petrolifera. La sanità pubblica era carente e la medicina moderna stava appena iniziando a svilupparsi. In questo contesto, il suo lavoro come medico fu fondamentale per la trasformazione del sistema sanitario nel paese. La sua tragica morte nel 1919 all’età di 54 anni, investito da un’automobile guidata dal giovane meccanico Fernando Bustamante mentre andava a comprare medicinali per una paziente bisognosa, sconvolse il paese. Più di 20.000 persone parteciparono al suo funerale, testimoniando la devozione popolare che già ispirava. Nel corso del XX secolo, la sua figura crebbe fino a diventare un’icona nazionale, adorata sia da credenti che da non credenti.

La canonizzazione di José Gregorio Hernández non è solo un atto religioso, ma anche un riconoscimento della spiritualità popolare venezuelana. La sua figura rappresenta l’unione tra scienza e fede, tra carità e giustizia sociale. In un paese che attraversa una profonda crisi economica e politica, il suo messaggio di servizio disinteressato e il suo esempio di umiltà continuano a essere una luce di speranza. Il suo lascito non solo rimane nel cuore dei venezuelani, ma la sua canonizzazione rafforza il ruolo della fede nella vita quotidiana del paese. In tempi di incertezza, la sua figura continua incarna il messaggio che il vero servizio a Dio si trova nell’amore per il prossimo, specialmente per i “Nadie”…



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